Capitolo 10

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Laura

Alla fine, quella cena che gli dovevo, l'abbiamo consumata in hotel, colpa mia che ero troppo occupata con il lavoro, ma in questo ultimo mese Alessandro è stato molto presente, la sua compagnia è piacevole, le sue continue attenzioni mi piacciono, e poi è un bellissimo ragazzo, adoro guardare le sue spalle larghe quando è di spalle. Non siamo più andati nel mio posto speciale, forse è meglio così, mi sento troppo vulnerabile quando sono lì.

Oggi finalmente, dopo il controllo dal medico, mi ha dato l'ok per togliere il tutore, piede guarito e ora non vedo l'ora di prende la mia piccola.
Torno all'hotel in taxi e appena arrivo Paolo mi sorride felice nel vedere che il controllo è andato bene,
"Paolo, vado a fare un giro in moto, mi manca, se succede qualcosa in albergo chiamami subito, ok?" Annuisce ma prima che io scappi via mentre prendo le chiavi della moto, si raccomanda,
"Non correre, non farmi preoccupare, mi raccomando".

Salgo sulla moto e appena mi immetto in strada ritorno a respirare! Quanto mi è mancata questa sensazione di libertà!
Senza pensarci, dopo qualche giro, mi ritrovo sulla strada per gli uffici di Alessandro, voglio andare da lui e Luigi, per mostrargli che il controllo è andato bene.

Arrivo avanti alla porta a vetri dell'ufficio, e sento diverse voci provenire dall'interno, entro ed appena varco la soglia, tre teste si girano a guardarmi. Luigi subito corre verso di me, e sorride raggiante appena vede il mio piede libero da ingombri, e mi fa strada per avvicinarmi ad Alessandro e una donna molto carina, anzi, davvero bella, che non manco di notare, accarezza con la mano il braccio di Alessandro.
Luigi mi presenta, mentre Alessandro ancora non proferisce parola,
"Mena, questa è Laura, una sorella per me. Laura, questa è Mena, si occuperà di organizzare l'inaugurazione". Ci stringiamo la mano, poi mi giro a guardare Alessandro, ma è come se non lo conoscessi, forse è offeso perché non gli ho detto che oggi avevo il controllo? Così decido di parlare per prima,
"Visto? Vi ho fatto una sorpresa, volevo farvi vedere che ormai sono guarita, ed ho deciso di venire qui".
"Hai fatto bene, sono proprio contento".
Risponde Luigi, poi finalmente parla anche Alessandro,
"Bene, mi fa piacere, ora scusaci, abbiamo da lavorare, Luigi, la accompagni tu?" E senza aspettare risposta, mi dà un'ultima occhiata e si gira a parlare con la bionda tutte curve al suo fianco.
Sono senza parole, Luigi si scusa per lui, dicendo che in questi giorni è troppo occupato e preoccupato per l'imminente start dell'attività, ed io annuisco senza aver realmente ascoltato le sue parole, perché in quell'ufficio, quell'uomo, io non lo conosco, non è con lui che ho parlato, riso e scherzato nell'ultimo mese, e proprio non capisco cosa sia successo.

Alessandro

La gioia ed il sollievo che provo mentre la vedo senza gesso, mi distende. Ma adesso che so che sta bene basta distrazioni, e lei per me è una grandissima distrazione.
Sento che nell'ultimo mese mi è entrata dentro,
lo sento nel calore che si espande nel mio petto quando la vedo ridere,
quando punta i suoi occhi nei miei,
quando nei suoi occhi noto quella piccola scintilla che si accende nel momento in cui ci sfioriamo,
quando le sue labbra piene parlano solo a me, solo per me.
Ma adesso devo dare un taglio netto a tutto questo.
Il mio lavoro ed il mio successo adesso saranno al primo posto, non ho spazio per altro.
Quindi sarò duro, freddo e forse sembrerò meschino, ma non posso mettere in discussione tutto per un bel visino.

Alla fine dell'incontro con Mena, si avvicina Luigi accigliato,
"Non ti sembra di essere stato un po' antipatico con Laura?"
Mi siedo sulla sedia sbuffando e allento la cravatta,
"Senti non sono in vena, non farmi la morale. Adesso non posso permettermi distrazioni, e lei lo è."
Vedo il viso di Luigi indurirsi,
"Laura non è solo una distrazione, non parlare in questo modo di lei".
"Per me è così, e se voglio riuscire nel mio progetto non devo distrarmi, quindi non mi resta che allontanarmi".
"E non ti interessa se lei dovesse soffrirne, vero? Non hai pensato che forse lei nell'ultimo mese si è affezionata a te?"
Cazzo, a questo non avevo pensato...
"Certo che mi dispiace, cazzo, ma le sono stato vicino perché sentivo che era colpa mia, volevo assicurarmi che stesse bene, ma adesso basta, devo assolutamente rimanere concentrato su me stesso. Non posso preoccuparmi per nessun altro, neanche per lei".
Finisco la frase scattando dalla sedia e sbattendo le mani sulla scrivania, non avevo pensato che avrei potuto ferirla in qualche modo, ma sembra che in qualunque modo io mi muova, riesco sempre a sbagliare. Adesso basta. Questa è la mia decisione.
Luigi mi guarda male e scuote la testa, "Non hai capito niente di lei, e non sai quale errore hai fatto a non volere una persona come lei nella tua vita". Poi si gira e và via.

Questo mal di testa e la discussione con Luigi, non fanno altro che confermare la mia tesi: niente distrazioni e niente relazioni se voglio rimanere concentrato.

Laura

È sera e per tutto il giorno non ho potuto fare a meno di pensare a come si è comportato Alessandro, qualcuno bussa alla porta dell'ufficio del personale,
"Avanti", entra Luigi.
"Ciao, come va'?" E si siede pesantemente sul divano avanti alla scrivania.
"A me bene, a te da schifo, vedo" ma lui non mi risponde, rimane in silenzio a guardarmi.
"Vuoi dirmi cos'hai? Cosa avete tutti oggi?"
"Senti, non mi piace come si è comportato Alessandro"
"Sarà sotto stress per l'inaugurazione, non ci pensare",
"Come fai ad essere sempre così? Non ti stanchi mai di giustificare sempre tutti? Non hai mai voglia di mandare affanculo qualcuno?"
"Certo, più di quanto tu possa immaginare, ma non mi sembra questo il caso, me lo hai detto tu che era sotto pressione, quindi..."
"Forse mi sbagliavo, è proprio uno stronzo. Stasera gli ho parlato, e lui mi ha chiaramente fatto capire che visto che adesso stai bene, il suo senso di colpa è svanito ed ora è pronto a dimenticarsi di tutto, evidentemente anche delle buone maniere".
Rimango per un attimo senza parole, non me lo aspettavo, ma cosa pensava? Che avessi bisogno di lui per stare meglio? Bene, non sarà questo a scalfire la mia corazza, anzi forse sarà ancora più dura nei suoi confronti.
"E allora? Qual è il problema? Può tornare da dove è venuto, che me ne importa, io ho te e Susy e siete tutto quello che mi serve, insieme ai vostri genitori".
Sorride, ma è un sorriso poco convinto,
"Dai adesso vieni, ho chiamato la mamma e lei mi ha detto di portarti a casa per cena".
"Agli ordini!" Mi alzo e insieme usciamo, mentre cerco di trattenere la rabbia, non posso credere che tutto quello che avevamo costruito nell'ultimo mese era tutta una farsa, possibile mai che mi sia immaginata tutto?
Il suo modo di portarmi i capelli dietro l'orecchio,
i suoi occhi che fissavano le mie labbra,
le sue braccia che mi stringevano sempre un po' di più quando restavamo soli,
il modo in cui rabbrividiva quando gli parlavo scherzosamente all'orecchio...

Più ci penso e più mi innervosisco, non ho mai avuto bisogno di nessuno, per cose ben più gravi, figuriamoci se avevo bisogno di lui per una caviglia.
Che presuntuoso, Luigi aveva proprio ragione, avrei una pazza voglia di mandarlo affanculo.

Dopo un viaggio in macchina piuttosto silenzioso, dove di tanto in tanto Luigi si girava a guardarmi, siamo arrivati da zia Maddy, contentissima di vedermi senza tutore mi stringe in un abbraccio forte ed io ricambio, così il mio umore migliora subito.

Dopo la cena Susy mi abbraccia e mi dice:
"Domani vengo a prenderti alle 4, abbiamo un appuntamento"
"Susy ma devo lavorare"
"Ahh, senti, non ti fermi mai, neanche quando dovresti su ordine dei medici. Domani non succederà niente se manchi dall'hotel per mezza giornata. Non puoi rifiutare, non usciamo insieme da tantissimo tempo".
Ha ragione, su tutto, sicuramente non può che farmi bene.
"Va bene, ci sto". E al diavolo tutto il resto, almeno per mezza giornata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 16 ⏰

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