Capitolo 8

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Laura

"Laura!" Bum, bum, bum. "Signorina Laura!" I forti colpi alla porta e due voci maschili che litigano, sono la mia sveglia, mi alzo a fatica dal letto e non è la stampella poggiata al comodino a ricordarmi come sto, è un tremendo dolore che mi martella il piede e si irradia per tutta la gamba a risvegliarmi. 

"Un attimo, un attimo e apro", mi alzo e indosso un accappatoio, zoppicando vado alla porta e la apro, mi ritrovo Paolo, Luigi e zia Maddy a guardarmi. "Paolo, grazie puoi andare" si scusa con lo sguardo e va via, faccio segno a Luigi e zia Maddy di entrare mentre io mi avvio al mobile basso per prendere un antidolorifico, Luigi chiude la porta e mi guarda con le mani sui fianchi e so che sta iniziando una ramanzina. 

"Perchè non mi hai chiamato quando sei uscita dall'ospedale? Guardati, hai bisogno di aiuto, noi siamo qui per te, accettalo e basta, non hai i superpoteri, arrenditi" il suo tono è duro e rabbioso, zia Maddy ha le lacrime agli occhi, gli posa una mano sul braccio per calmarlo.

"Tesoro mio fa molto male? Ma come è successo?" Vedere zia così preoccupata mi fa stringere il cuore ed è il motivo per il quale non controbatto Luigi. 

"No zia, non è come sembra, tra qualche giorno andrà meglio, non c'era bisogno che veniste fino a qui, andate a casa, io riposerò", Luigi mi interrompe, so che è furioso, glielo si legge in faccia, ma sta esagerando, 

"Ho portato qui mamma così può aiutarti a fare una doccia e poi vieni a casa da noi". Ora sto per esplodere, "No, non è il caso, qui sto bene, ho tutto quello che mi serve e mi riposerò", zia Maddy mi si avvicina e allunga le braccia fino ad incorniciarmi il viso con le sue mani paffute, 

"Tesoro mio, ti prego non rifiutare il nostro aiuto, vieni con noi, non puoi dirmi di no, potresti restare da noi qualche giorno e staccare un po' la spina", le sue lacrime trattenute sono la mia rovina, lo so che non è veramente mia zia, ma è la persona che ci va più vicino e non per legame di sangue, ma per sentimenti. "Zia facciamo una cosa, vengo stasera a cena, però poi torno qui, okay?" Poggio la mia mano sulla sua che è ancora sul mio viso, così si arrende, "Va bene, mi accontento, d'altronde, come potresti rifiutare la mia cucina", e piano mi accompagna in bagno.

Dopo una mezz'ora, sono pronta, mi alzo dalla sedia dove mi stavo asciugando i capelli, e subito Luigi si sposta dallo stipite della porta e mi prende in braccio, "Luigi mettimi giù, riesco a camminare da sola", il suo sguardo ammonitore mi zittisce, mentre zia chiude la porta dietro di noi "Su su, mio figlio può portarti senza sforzo, e poi tu sei troppo magra".

Arriviamo a casa, zia ha insistito per farmi sedere avanti insieme a Luigi, loro scendono in fretta dall'auto, io apro la portiera, estraggo la stampella, ma Luigi mi si avvicina e stavolta mi sorride e mi riprende in braccio,
"Finalmente hai ritrovato il sorriso eh?" gli chiedo lasciandomi prendere senza protestare, sarebbe inutile.
"Tra poco potresti volermi colpire con quella stampella, quindi ne approfitto ora di un attimo di pace", il suo sorriso si allarga e sfocia in una risata, mentre io corrugo le ciglia perché proprio non capisco cosa voglia dire. Ci apre la porta Susy e Bruno è subito dietro di lei, appena entriamo in casa Luigi mi mette giù, e Susy mi stringe forte facendomi barcollare, mentre Luigi l'ammonisce dicendole di fare piano. Bruno mi bacia la fronte e mi sussurra
"Tesoro non farlo più, Luigi ci ha detto solo stasera cos'era successo, ci siamo spaventati", mi porge il braccio e mi guida in salone, ma appena entriamo mi blocco, Alessandro è avanti a me e mi fissa con il viso duro. Mi sento turbata, ancora una volta da quest'uomo, le sue spalle larghe si bloccano diritte, come se stesse trattenendo il fiato, mi fissa negli occhi e non so esattamente cosa leggerci, ma a me sembra ghiaccio, come è possibile non riuscire a decifrare nulla del suo sguardo proprio non me lo so spiegare. Interrompo io il legame visivo, e mi avvio verso una sedia, mi accomodo sentendo ancora i suoi occhi addosso, anche se è dietro di me riesco a sentire i suoi occhi su di me. 

Passano pochi minuti e zia, insieme a Susy inizia a servire la cena, per stavolta io non aiuto, Luigi si è seduto al mio fianco, mentre dall'altro mio lato c'è a capotavola Bruno, Luigi si avvicina al mio orecchio
"Sei arrabbiata con me per la presenza di qualcuno?", mi chiede ridendo, 

"Nooo, aspetta solo che tolga il tutore e ti metto sotto con la moto", in risposta ride forte, facendo girare tutti verso di noi, l'unico che non sorride è Alessandro, si limita a fissarmi.

Zia Maddy, mentre abbiamo iniziato a mangiare mi domanda
"Laura ancora non mi hai detto come ti sei fatta male", guardo Alessandro, poi poso le posate sul piatto e guardo zia.

"Ho fatto una stupidaggine, ero solo un po' sconvolta ed ho sfogato la rabbia nel modo sbagliato", guardo Alessandro e continuo fissandolo negli occhi "Non accadrà più", le sue mani stringono talmente tanto le posate che le nocche sbiancano.

Alessandro

La cena prosegue, e mentre gli altri parlano del più e del meno, io rimango in silenzio, e non riesco a smettere di fissare Laura che è seduta avanti a me. Non capisco perché mi scombussola tanto vederla in questo stato, forse nessuno se ne è accorto, ma penso che l'effetto degli antidolorifici stia passando, da circa un quarto d'ora si agita sulla sedia cambiando posizione, ed il suo sorriso adesso è leggermente tirato, sta soffrendo ed io mi sento responsabile, non riesco a non farmene una colpa, ho bisogno di parlare da solo con lei, devo scusarmi, e voglio sapere cosa l'abbia turbata tanto, forse, la sua reazione è stata eccessiva, ho bisogno di sapere. 

Finalmente la cena finisce, e mentre stiamo prendendo il caffè, zia Maddy sospira dicendo, "Sicura che non vuoi rimanere qui? Almeno solo per stanotte", Laura le sorride, posando la tazza del caffè sul tavolo, "No zia, ne abbiamo già parlato, torno all'hotel". 

Non capisco, deve lavorare in questo stato? Perché torna in hotel, quando dovrebbe solo riposare. La guardo alzarsi faticando, guarda Luigi che ancora non si è alzato "Luigi per favore, mi accompagni?", ma io scatto subito in piedi, facendo voltare tutti verso di me "Ti porto io, devo andare anch'io", non è entusiasta della mia proposta, infatti ancora non ha accettato, ma fortunatamente Luigi viene in mio soccorso, "Ah, bene, sono proprio stanco, grazie Ale"

Lei non si gira a guardarmi ma inizia a salutare tutti. Quando ha finito, usciamo, aspetto che chiudano la porta dietro di noi e poi, come ho visto fare Luigi dalla finestra, la prendo in braccio e la porto alla macchina, lei sussulta "Non c'è bisogno, ce la faccio a camminare da sola", la faccio accomodare e vado a sedermi al posto di guida. 

"Hai gli antidolorifici con te? Voglio portarti in un posto": Le chiedo mentre avvio l'auto.

"Si, ma non voglio andare in nessun posto con te, portami all'hotel". E incrocia le braccia al petto, è adorabile con quel cipiglio indispettito sul volto, per tutta la cena non ho potuto fare a meno di guardarla, è una ragazza stupenda, i suoi ricci gridano ribellione, ma i suoi occhi celano una fragilità di cui prima non mi ero reso conto. Quando l'ho presa tra le braccia, il suo profumo mi ha inebriato, il suo corpo stretto al mio mi ha scombussolato, le reazioni che mi sta suscitando questa donna, non riesco a controllarle, mi fa sentire meno strafottente, più maturo, come se qualcosa dentro di me si potesse scaldare, iniziare a pensare a qualcosa che non sia puramente carnale, e non so se sono contento di questo, perché se voglio raggiungere i miei obiettivi devo rimanere lucido, e quando sono con lei, non lo sono.

Mi passo una mano tra i capelli sbuffando, non voglio essere ancora una volta maleducato con lei, ma questa consapevolezza della sua reazione su di me, è una cosa nuova e mi rende nervoso, quindi faccio appello a tutto il mio autocontrollo.

"Senti, mi dispiace per ieri, anch'io ero più turbato di quanto credessi, ed ho sbagliato, mi dispiace, permettimi di rimediare", si gira verso il finestrino senza darmi risposta allora io incalzo, "me lo concedi?" Annuisce senza guardarmi, così estrae una compressa da una confezione che aveva in tasca e la manda giù facendo scattare la testa verso l'alto.

"Mi dispiace, davvero". Dico con voce bassa, e lei si gira a guardarmi e...mi sorride, non so se il suo sorriso sia sincero, ma qualcosa nel mio petto batte più forte del previsto.


Buongiornooo a tutte, 

spero il capitolo vi sia piaciuto, come promesso ecco un nuovo capito presto presto!

Allora cosa sta succedendo tra i due protagonisti?

Dove la porterà adesso Ale?

Si apriranno un po' l'uno verso l'altra o sarà ancora una continua lotta?

Aspetto i vostri commenti, e se vi va tante ⭐⭐⭐

Baci baci baci... xo xo...

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