Goodnight, Little Carrot

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- Si sta svegliando?- chiese una voce femminile, che udii lontana.
- Taci Emily- rimproverò una voce maschile la prima voce, probabilmente appartenente ad una ragazza.
Cominciai ad aprire gli occhi lentamente, a fatica, ma poi dopo un po' li riuscii a schiudere completamente.
Si levò un leggero brusio d'attesa.
- Si è svegliata!- esclamò fintamente felice, una voce accanto a me, quando aprii gli occhi.
- Che è successo?- chiesi con la testa che mi girava e dolorante.
- Eri in piedi e sei svenuta- disse mia sorella, Emily.
- Dai, forza, torniamo al tavolo dai tuoi zii- propose mamma.
- Oh, darling, che ti è successo?- esclamò mia zia, venendo nella mia direzione e abbracciandomi.
- No, stai tranquilla Catherine.
Madison ha avuto solo un piccolo mancamento, probabilmente dovuto ad un po' d'ansia, ma ora sta benissimo. Vero?- mi chiese mamma ammiccando, dopo aver tranquillizzato la zia.
- Certo, zia, sto bene- risposi, annuendo ripetutamente.
Mangiammo tutte le prelibatezze che mia madre aveva preparato; io, le mie cugine e mia sorella giocammo con Will e, quando fu il tempo di salutarci, ci unimmo tutti in un grande abbraccio.
Proprio, quando stavo per infilarmi nelle coperte, un sassolino sbatté con forza, sul vetro della mia finestra ed esso si ruppe.
- Pss, pss, hey!- sussurrò una voce, dal giardino, ed io mi affacciai alla finestra.
Un ragazzo biondo era nel giardino di casa mia, ad un'ora decisamente inusuale per le visite e sotto una pioggia incessantemente fitta.
- Mi faresti entrare?- chiese, speranzoso.
- Assolutamente no! Non so chi tu sia e non ti ho mai visto!- ribattei seccata.
- Oh, ti prego, ti prego, ti prego!
Giuro, non ho cattive intenzioni, sono solo scappato da casa dei miei genitori, perché mi stavano rendendo la vita un inferno- mi spiegò e, a quel punto, forse presa da un moto di compassione o in un momento di follia, lo feci entrare.
Lui si levò la felpa e, mio malgrado, riuscii ad intravedere i pettorali abbastanza scolpiti attraverso la maglietta.
Quando arrivammo in camera, ci sedemmo sul mio letto.
- Allora, dormi pure nel mio letto, io dormirò per terra- gli dissi.
- No, non se ne parla! Tu dormi nel tuo letto ed io dormirò sul pavimento- ribatté lui, ed io dovetti acconsentire.
Disse di chiamarsi Chris.
Parlammo per tutta la notte dei nostri genitori, degli amici, del mondo e di come lo avremmo migliorato noi se ne avessimo avuto la possibilità .
All'improvviso, sentii le sue labbra poggiate su di me ed io lo respinsi.
- Scusa- disse, con un espressione delusa.
- Buonanotte, Chris- lo salutai, augurandogli buonanotte.
- Notte, carotina- rispose lui, sorridendo.
Sorrisi anche io, felice di aver trovato un nuovo amico.
Ma, non sapevo ancora che lui sarebbe stato molto più di un semplice amico.

Like A Flame (My Original Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora