Capitolo 10

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Giugno - parte prima -

1.

All'inizio del mese l'atmosfera nel castello si fece di nuovo tesa. Chiunque aspettava con ansia la terza prova, che avrebbe avuto luogo il 10 giugno: una settimana prima della fine del trimestre.

Abbastanza preoccupata, la professoressa McGranitt dette dei permessi ad Hermione per poter utilizzare libri di magia elevata, in modo da prepararsi al meglio. Aveva scoperto incantesimi interessanti, come il sortilegio Quattro Punti, che avrebbe indirizzato la sua bacchetta a nord, permettendole di orientarsi all'interno del labirinto; o l'incantesimo Anapneo - ideale per evitare il soffocamento - ed Emendo, che guarisce la parte del corpo sulla quale la bacchetta è puntata. Nel labirinto avrebbero incontrato creature pericolose, ed era sicura che potesse tornare utile sapere come curarsi da ferite gravi.

Una sera si trovava nell'aula di Difesa contro le Arti oscure. Il professore Alastor Moody - soprannominato Malocchio - il maggior Auror di tutti i tempi e incaricato alla cattedra per quell'anno accademico, le aveva dato il permesso per esercitarsi. D'altronde era l'aula più fornita e sicura di tutta la scuola. Non avrebbe corso rischi. E così si allenava, senza sosta.

«Ricordati di respirare, di tanto in tanto.»

Sobbalzò, lanciando per sbaglio un «Depulso» ripetuto troppe volte.

Il biondo prese il volo e cadde qualche metro più in là, contro una parete imbottita di materassi per le esercitazioni.

«Oh mio dio, Draco!»

Hermione lasciò cadere la bacchetta, per poi correre verso il ragazzo. Tossiva, ma era ancora tutto intero.

«Stai bene? Mi hai spaventata.»

«Niente di rotto. Forse l'orgoglio.» bofonchiò. Tossì ancora.

«Ma... la tua faccia..»

Granger l'osservava, atterrita. All'inizio Malfoy non capiva a cosa si stesse riferendo, poi si ricordò del livido nero ben visibile sotto l'occhio. Sembrava che un bolide lo avesse colpito senza sosta. Se lo toccò, ancora indolenzito.

«Non sei stata tu, anche se sono sicuro che non ti sarebbe dispiaciuto.» scherzò. Ma lei continuò a guardarlo, turbata.

«Chi è stato?»

«Nessuno di cui preoccuparsi.»

«Sono seria. Chi ti ha ridotto così?»

Ma il ragazzo la bloccò, insistendo che non fosse nulla.

Si arrese, troppo svogliata per litigare. Però riuscì a convincerlo a farsi medicare. Così lo aiutò a sedersi, e Malfoy riuscì a studiarla con più accuratezza: i capelli raccolti, grondanti di sudore e appiccicati ad un viso stanco; gli occhi sofferenti e i vestiti sfatti dopo una lunga giornata.

«Da quanto ti alleni?»

«Un paio d'ore. Credo. Perché? Ho saltato la cena?»

«E' mezzanotte.»

«Cosa?» sbottò, inquieta. Guardò l'orologio: mezzanotte e dieci.

«Non ti sei accorta del buio?»

«Non ci ho fatto caso.» ammise, per poi inginocchiarsi a terra, accanto a lui. «E te che fai in giro?»

«Ti cercavo.»

La Grifona lo guardò, incerta se credergli o meno. Sembrava nascondere qualcosa.

«Dovresti dormire. Domani...»

Goblet of Fire || (What if) DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora