Capitolo 7

189 10 0
                                    

Marzo

1.

Frammenti. Frammenti susseguiti da continui vuoti, bui e oscuri. Le sembrava ancora di vedere il viso calmo e gentile di Silente, scrutarla da sopra gli occhiali a mezzaluna.

«Bisogna portarla via di qui. E subito.» urlò il preside, cercando di sovrastare le voci di chiunque cercasse di dare una propria opinione.

Figure indistinte le giravano attorno, mentre assordanti voci e urla infrangevano la barriera della sua mente, facendola pulsare di dolore. I polmoni, nel mentre, sembravano bruciarle. Una sensazione davvero terribile.

«Come ha fatto?» domandò qualcuno, con voce adulta e rigida. «E' svenuta. Priva di coscienza e senza forza per esercitare un qualsiasi incantesimo.»

«Questo l'ho notato, ma grazie per l'osservazione.» disse Silente, che nel mentre continuava ad osservarla. Poi si decise e le lanciò una fattura di levitazione. Sentì il suo corpo farsi più leggero, ma non meno dolorante.

«Credi che qualcuno la possa aver aiutata?» la voce di Barty Crouch tremava, forse per insicurezza più che per paura. «Nessuno può dare un proprio contributo per favorire i campioni. Anche in punto di morte. Sarebbe barare.» aggiunse, con una voce più decisa e nuovamente rigida.

«Ne sono consapevole. Ma, per ora, non è la questione che mi preme maggiormente.» ribatté Silente, per poi mormorare qualcosa di incomprensibile a chiunque gli fosse vicino. Forse dando ordini al corpo insegnanti su come gestire la situazione.

Qualche secondo dopo, tra vuoti di memoria e attimi oscuri, i due uomini e la ragazza erano abbastanza lontani dal luogo dove si stava svolgendo la sfida, poiché Hermione non sentiva altro che silenzio attorno a loro.

«Ciò che mi interessa è che la signorina Granger sia viva e al sicuro. Il resto può aspettare.» aggiunse Silente.

E in quel preciso istante l'oscurità la circondò nuovamente, facendola cadere in un lungo sonno profondo.

2.

La prima volta che si svegliò era ancora mezza incosciente, capace solo di qualche sussurro e boccheggio. Forse fu per questo che non diede molto peso alla cosa, pensando di esserselo immaginato. Ma qualcosa accadde.

Il vento e il freddo del periodo ancora invernale invasero i corridoi di Hogwarts, fino a raggiungere la stanza dove si trovava. Il gelo le pizzicò la pelle, facendola tremare. Cercò di coprirsi, quasi involontariamente, ma le lenzuola la cingevano totalmente, e più di così non avrebbero potuto fare. Il sonno l'abbandonava piano piano, ma si sentiva comunque stanca e debole. I suoi respiri sembravano quasi dei rantolii. Le mani, congelate, continuavano a sfregarsi tra loro, in cerca di più calore. Era tutta rannicchiata in sé stessa, sdraiata di fianco, con gambe e braccia incrociate. Sembrava ancora più piccola, più innocente.

Ad un certo punto sentì un rumore: qualcosa di leggero e che sarebbe passato inosservato se vi fosse stato anche solo qualcuno a parlare. Ma dove si trovava regnava la solitudine.

Si voltò, d'istinto, provando ad alzarsi, ma il corpo le giocò brutti scherzi. La vista confusa e annebbiata le impedì di vedere qualcosa, sia a causa del buio serale che invadeva la stanza, sia per colpa della testa che pulsava in continuazione, tormentandola.

Goblet of Fire || (What if) DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora