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Harry si svegliò di soprassalto nel bel mezzo della notte, con il respiro ansante

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Harry si svegliò di soprassalto nel bel mezzo della notte, con il respiro ansante.

Non era solo in quel posto sperduto.

Aveva sentito dei rumori forti provenire da fuori il suo nascondiglio e ora, sveglio, sentiva chiaramente il rumore di un respiro pensante e di ringhi sommessi.

Si portò una mano alla bocca per placcare i suoi respiri affannosi, dettati dalla paura, e lentamente scostò i rami di quel grosso cespuglio, provando a scorgere qualcosa.

Il bosco era buio e tetro, fiocchi di neve continuavano a cadere lentamente e la luce timida della luna, che riusciva a fare capolino tra le nuvole, illuminava lievemente gli alberi e il sottobosco.

Non sentì più nessun rumore.

Harry fece per tirare un sospiro di sollievo quando quello che vide gli fece bloccare l'aria in gola e tremare il cuore.

In lontananza riusciva a scorgere la sagoma di una creatura enorme.
Si muoveva a quattro zampe, quelle anteriori erano più possenti e muscolose di quelle posteriori; aveva un corpo massiccio e grosso, era il triplo di un orso ma meno tozzo e più agile; nel buio della notte poteva vedere i suoi occhi luminosi.

Quando la bestia si alzò in piedi sulle zampe posteriori poté vedere le sue vere dimensioni e, davvero, Harry non riusciva a muoversi da quanto terrore stava provando.

Non aveva nemmeno la forza di urlare, di piangere, di emettere alcun suono.
Gli venne da vomitare quando la bestia si voltò di profilo, mostrando le grosse zanne che spuntavano dal muso arricciato e ispido.

In quel attimo Harry emise un lamento di terrore, mentre grosse lacrime silenziose rigavano le sue guance.
Se ne pentì il secondo successivo.

La bestia si voltò nella sua direzione, percependo il suo lamento, e quegli occhi luminosi e blu lo perforarono da parte a parte.

Morto, Harry era morto.

Non seppe dove trovò il coraggio o se fosse solo opera del suo istinto di sopravvivenza ma in un attimo si ritrovò a correre a perdifiato.

Correva, correva e correva.
Non sapeva dove stava andando, non sapeva cosa stava facendo, l'unica cosa che gli importava era salvarsi la vita.

Le lacrime continuavano a scendere appannandogli la vista ma ciò non gli impedì di vedere con la coda dell'occhio la bestia farsi sempre più vicina.

Sentiva i suoi ringhi, i suoi movimenti, le sue zampe affondare nella neve.

Cadde e urlò.

Harry cadde rovinosamente sulla neve e sulla terra ghiacciata del sottobosco.
Si ferì ad una guancia; le gambe non lo reggevano più in piedi.

L'unica cosa che riuscì a fare fu aggrapparsi alla corteccia fredda di un albero, cercando di tirarsi sù.
Il terrore lo stava dilaniando, pietrificando il suo corpo.

Stand Still ~ Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora