La falena

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I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- AGRIFOGLIO e BIANCOSPINO -

Capitolo 5
La falena


Corse per tutto il viale dei Fori Imperiali nel tentativo di rincorrere la falena. Non avrebbe potuto compiere incantesimi, non nel bel mezzo di una folla di turisti Babbani. Si limitò a correre, correre e correre fino a che non la vide sparire tra i rami alti di un pino marittimo.
Harry, con il fiatone, imprecò rivolto ai quattro fondatori e supplicò qualche divinità Babbana a caso di farlo smettere di fumare, o presto non sarebbe riuscito più a inseguire nemmeno una tartaruga.

Prese una sorsata d'acqua da una fontana lì accanto e si sciacquò il volto, comunque guardingo. Qualcuno lo stava spiando. Aveva ragione di credere che qualcuno lo stesse anche seguendo e non avrebbe dovuto allontanarsi troppo da luoghi protetti quindi, veloce com'era arrivato, corse di nuovo lungo tutto il viale a ritroso per ritornare all'ingresso del Ministero.
Indeciso se fumarsi un'altra sigaretta o gettare il pacchetto nel cestino, si squadrò intorno e rizzò le orecchie a ogni battito d'ali di farfalla o moscerino. Quando si rese conto di essere diventato troppo paranoico, si addentrò al Ministero e decise che per prima cosa avrebbe fatto quello che stava rimandando oramai da ore. Avrebbe pensato più tardi a tutto il resto.

Sudato e con il respiro affannoso corse fino al Dipartimento Auror, poi si addentrò nel cunicolo che conduceva alle celle.
«Malfoy».
Draco, sdraiato ancora sulla panca, non diede alcun cenno di vita.
«Malfoy, rispondi!» urlò.
«Levati dalle palle».
Se non altro non era morto.
«Malfoy... non sei stato tu. Non penso sia stato tu» soffiò, esasperato.

La carcassa di Draco si tolse il braccio dal volto e, molto lentamente, si alzò a sedere sulla panca.
I suoi occhi erano contornati da occhiaie bluastre e, a gran sorpresa di Harry, finalmente i capelli erano spettinati.
«Buongiorno, Potter. Vuoi dirmi qualcosa che non so, adesso?» sibilò, cinico. Sembrava stanco oltre l'inverosimile, oltre che frustrato. La sua bellezza tuttavia non era stata scalfita da tutta quella merda che gli stavano scaraventando addosso.

Harry si staccò dalle sbarre della cella e iniziò a spiare negli angoli, a percorrere il perimetro, il pavimento, a studiare le candele alle pareti, i muri in penombra.
«Sto tentando di scoprire qualcosa» disse quindi.
Draco si alzò dalla panchina e incrociò le braccia al petto. «Perché ti guardi intorno come un pazzo maniaco?»
«Vieni» sussurrò Harry.
Draco mosse passi riluttanti fino a trovarsi proprio davanti a lui. Annusò l'aria e storse il naso. «E perché puzzi come un vecchio tabagista?»

«Shhht, avvicinati» lo ammonì Harry e, afferrandolo per il colletto della camicia, lo tirò fin contro le sbarre e ignorò le sue proteste. «Se vedi una falena... stai attento a ciò che dici» gli sussurrò all'orecchio. Quel bastardo profumava ancora, nonostante tutto.
Draco sembrò rabbrividire, poi storse il capo per fissarlo dritto negli occhi. Aveva una macchia azzurra in uno dei due occhi grigi. E sul naso aveva cinque piccole lentiggini. Harry lo conosceva da così tanti anni e non se ne era mai accorto. Forse perché non l'aveva mai guardato da così tanto vicino, nonostante ci fossero sbarre arrugginite a separarli.

«Ti sei fumato anche il cervello?» domandò infine Malfoy.
«Sono serio. Stai attento alle falene».
Draco arricciò le labbra in un sorriso sprezzante. «Di falene ne vedo a bizzeffe da una settimana. Dev'esserci qualche crisalide di merda vicino al mio negozio».
Harry sussultò. Dannazione, allora era proprio vero che qualcuno lo stava spiando! E aveva anche spiato Malfoy per ottenere informazioni su di lui.
Ecco perché la bacchetta di biancospino! Quel maledetto assassino aveva assistito alla loro conversazione al negozio, aveva utilizzato proprio quella bacchetta per far sì che Harry sospettasse di Draco.
Avrebbe dovuto avvisare tutti di quella storia delle falene, e al più presto. Prima tutti gli Auror italiani, poi Ron e Hermione.

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