L'Agrifoglio

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I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- AGRIFOGLIO e BIANCOSPINO -

Capitolo 6
L'Agrifoglio

Tra gli sfarfallii di interferenze magiche, sullo schermo del computer apparve l'immagine chiara di un uomo incappucciato che si smaterializza in un angolo dietro una pianta e un estintore.
Ha il volto coperto, è alto, ma non ha i capelli biondi. Spiaccicato contro il muro poi lo stesso uomo estrae qualcosa dalla tasca e se la porta alla bocca.

«Abbiamo cercato in lungo e in largo gli angoli ciechi delle telecamere del Vaticano. La telecamera del negozio dei souvenir sopra le catacombe riprende chiaramente una persona incappucciata bere qualcosa da una fiaschetta. Abbiamo tutte le ragioni di credere che sia Polisucco, in quanto la fisicità cambia sotto i vestiti. L'uomo diventa qualche centimetro più basso – come si può notare dai pantaloni che si arricciano alle caviglie, e i capelli sotto al cappuccio diventano da mossi e castani a lisci e biondi. Poi esce dalla porta di sicurezza e si dirige in modo sospetto verso il piano inferiore» illustrò Verbena, passando poi all'immagine successiva. «Poi, guardi qui, dopo l'attentato l'uomo ritorna nella stessa posizione e scompare nel nulla. Non si smaterializza. Ho tutte le ragioni di credere che si possa essere trasformato in qualcosa di molto piccolo. Si vede proprio un movimento di ali, qui, sulla destra. Una falena?»

Harry deglutì. Era proprio una falena.
«Riconosce qualcuno con questa fisionomia, alto con i capelli ricci e castani? Qualcuno con cui ha cattivi rapporti? Qualcuno che vuole ucciderla, signor Potter?» domandò Verbena.

Aveva preso un grosso, grossissimo granchio. Non erano gli Auror a voler tenere in gattabuia Malfoy, loro si stavano solo attenendo alla legge. Esisteva davvero un colpevole per quell'attentato, solo che le ricerche erano fino a quel momento proseguite nella direzione contraria.
Harry strinse le labbra. Se da un lato era sollevato del fatto che nessun ente governante stesse cospirando contro Malfoy, avevano comunque una bella gatta da pelare. Avrebbero dovuto trovare colui che lo aveva voluto in prigione.
«Credo stiate ricercando il colpevole nel contesto sbagliato, Verbena».

Spiegare le sue teorie non fu semplice, soprattutto perché tutte le sue teorie non davano segni empirici a sufficienza per perseguire una traccia. E, contando che la maggior parte di quella divisione di Auror parlasse poco o niente di inglese, la comunicazione andò a rilento, così come la costruzione del pannello d'investigazione.
Ma, fortunatamente, la professionalità di Ambrosia Verbena fece emergere subito un dettaglio fondamentale. E Harry si sentì parecchio stupido per aver dubitato della sua lealtà.

«Il signor Malfoy ha detto “di falene ne vedo a bizzeffe da una settimana”. Una settimana... cos'è successo circa una settimana fa?» domandò lei, con la bacchetta puntata alla lavagna a mo' di gessetto.
«Il ricevimento a Bellagio» rispose Harry. Chiuse gli occhi per qualche istante e ricordò occhi grigi, due calici di prosecco, un paesaggio maestoso... e una falena che danzava intorno a loro. «C'era una falena. C'era una falena mentre parlavo con Malfoy, sul lago» rivelò, col cuore in gola. Qualcuno li aveva osservati e ascoltati anche lì.
Verbena si voltò di scatto verso di lui, risoluta. «E, secondo lei, c'era qualcuno a quel banchetto che avrebbe desiderato vedere Malfoy in galera?»

Harry spalancò gli occhi. Gli si mozzò il fiato in gola e fu costretto ad aggrapparsi alla scrivania per non cadere in avanti.
Perché sì. Qualcuno... qualcuno c'era. La Falena.

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