4. Prada o nada

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Big reputation, big reputation
Ooh you and me we got big reputations, ah
And you heard about me, ooh
I got some big enemies

***

Non c'è che dire, Nola è bellissima nel suo vestito bordeaux; ha le spalle coperte da uno scialle dello stesso colore, i capelli tutte onde e la sua frangetta dritta sulla fronte, perfetta come sempre. Charles la vede uscire fuori dalla palazzina in cui abita, lasciandosi sbattere il portone alle spalle. Gli sfugge un sorriso mentre la guarda camminare nella sua direzione, su dei tacchi che la slanciano parecchio e le fanno le gambe più lunghe. Davvero sta pensando alle sue gambe? Sente improvvisamente il nodo della cravatta diventare più stretto e diventa color pomodoro non appena la portiera si apre dalla parte del passeggero.

«C-ciao», la saluta, stringendo le mani attorno al volante. 

«Come butta?» chiede lei, accomodandosi. Tira giù l'alletta parasole, dandosi un'occhiata veloce e mettendosi a posto il rossetto. Charles ha lo sguardo fisso su di lei, l'espressione da pesce lesso.

«Mi piace il tuo profumo», si ritrova a dire, senza nemmeno rendersene conto. Non avrebbe dovuto. L'ha pensato, ma non avrebbe dovuto dirlo ad alta voce. Nola rimette a posto l'alletta, voltandosi verso di lui con un mezzo sorriso sulle labbra. Il suo braccio si tende in avanti e la mano va ad appoggiarsi contro il petto di Charles, così da mettergli a posto la cravatta.

«Prada o nada», scherza lei, facendogli l'occhiolino. «Ti sei stretto troppo la cravatta? Sei tutto rosso. Sembri mio zio Emil il giorno di Natale, dopo che si è scollato tre bottiglie di vino da solo». Charles ride, scuotendo la testa.

«No, credo la cravatta sia a posto», sussurra ma Nola si accerta personalmente che sia vero quello che ha appena detto. Sente le sue dita muoversi leggere, allentando leggermente il nodo. Subito dopo lo sguardo di entrambi si sposta e finiscono per guardarsi. Sono davvero vicini, Nola ha un profumo buonissimo e se solo Charles si sporgesse potrebbe baciarla.

«Ma guarda che guanciotte!» nota la ragazza, pizzicandogli entrambe le guance. Gli incornicia il viso, guardandolo con un ghigno divertito. «Sei adorabile, Principino. Sembri uno scoiattolino». Oppure potrebbe non farlo, considerando che mentre lui la trova sexy da morire, Nola pensa che sia adorabile...come uno scoiattolino. Adorabile non è proprio quello che un ragazzo vorrebbe sentirsi dire. Nemmeno dalla propria finta fidanzata.

«-Assie», la ringrazia come meglio riesce, mentre ha ancora le guance deformate tra le sue mani, in una stretta dalla quale alla fine riesce a sfuggire. Nola arriccia il naso, sorridendo e poi ognuno si ricompone sul proprio sedile.

Durante il viaggio, che non dura poi troppo, la ragazza non fa altro che cambiare stazione radio, affermando che nessuna canzone le piace. Tempo che arrivano, non hanno sentito nemmeno una canzone per intero. 

Dopo aver parcheggiato la macchina, Charles scende per primo e si premura di aprirle la portiera, porgendole anche la mano per aiutarla a scendere. Sa che Nola odia il fatto che la sua macchina sia terribilmente bassa. Si incamminano assieme verso l'entrata, salendo a braccetto una scala e arrivando all'entrata del posto dove si terrà la festa. Fuori, già in posizione, ci sono alcuni fotografi, che appena li vedono arrivare si affrettano a fare foto, chiamando il loro nome. Nola li saluta, sorridendo, mentre fa scivolare la mano in quella di Charles, in una stretta decisa.

Una volta dentro vengono accolti da una ragazza, che Nola sa per centro non essere Vittoria. Perché Vittoria è bionda e altissima. Scopre che è Coline, la migliore amica di Vittoria e si occupa dell'accoglienza. E che accoglienza che riserva a Charles! Sotto lo sguardo attento di Nola, la ragazza bacia Charles su entrambe le guance e gli dice di essere felice di vederlo. Poi ride come un'oca. Nola allora si schiarisce la voce, alzando un sopracciglio. 

«Coline, lei è Nola», la presenta Charles prontamente. 

«Ciao Nola, voglio che tu sappia che Vittoria sarà felicissima di sapere che sei venuta anche tu. In fin dei conti adesso siete quasi colleghe o qualcosa del genere. Se non sostenessi tu la sua causa, chi altro potrebbe farlo?» chiede retorica Coline. Nola cerca aiuta da Charles, perché non sa proprio di che cosa sta parlando. Non è semplicemente una festa? Andiamo, siamo a Montecarlo, qui si fanno in continuazione feste senza un motivo!

Anche Charles sembra confuso, ma Nola decide di non trovarsi impreparata. 

«Credimi, quella felicissima qui sono io!» dice con un sorriso, cercando alla cieca la mano di Charles. Quando finalmente la trova fa intrecciare le loro dita, stringendogliela più forte di prima. Charles le accarezza il dorso, in gesto che stranamente la tranquillizza. «Dov'è Vittoria? Voglio dirglielo personalmente».

«Credo in questo momento stia parlando con il direttore di Greenpeace», fa sapere Coline, indicando l'amica dall'altra parte della stanza. Sia Nola che Charles guardano in quella direzione. 

Cazzo.

Cazzo. Cazzo. Cazzo!

Ci sono troppe cose per cui Nola in questo momento vorrebbe urlare. Ad esempio:

1. Vittoria è schifosamente bellissima, sembra una specie di dea greca. 

2. Ha come il presentimento che Vittoria abbia aperto una partita senza dirle niente. E come se non bastasse, la stronza ha pure fatto la prima mossa.

3. Il direttore di Grrenpeace è qui e Nola odia quel brutto grassone. Sa di vecchio e fa battutine di merda a cui si trova costretta a ridere.

«Vittoria diventerà ambasciatrice per il pianeta, ma ci credi?» sente dire a qualcuno Nola, irrigidendosi di colpo. Cerca comunque di non darlo a vedere. 

Oh Vittoria, tu puoi anche aver fatto la prima mossa, ma Nola non è il tipo di persona che si fa fare scacco matto.

Bravado  || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora