Quarto set

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E dopo quel pensiero come diavolo potevo tornare a guardare in faccia Al?
Come?

Il solo pensiero di essermi innamorato di Louis mi faceva venire la pelle d'oca per l'emozione. Eppure stavo con Al da dieci e più anni, convivevamo da tantissimo, eravamo praticamente come marito e moglie, lo avevo sempre amato e conoscevo Louis da sei anni. Come mai quel sentimento era uscito fuori solo allora?

Beh, certo.. il fatto che lo avessi tenuto a debita distanza per sei anni poteva aver contribuito. Senza contare che ogni occasione di essere solo con lui l'avevo evitata come la peste proprio per paura che lui si potesse innamorare di me.

Bell'egocentrico del cazzo!
Alla fine ero stato io, forse, ad innamorarmi di lui. Forse... Precisiamo!

Ed ora?

Cosa potevo fare?
Buttare all'aria una relazione di dieci anni e più per una scappatella che non sapevo nemmeno come sarebbe andata a finire?
Credevo fosse amore con Louis ma.. se mi fossi sbagliato?

Mi presi la testa tra le mani.

Maledizione!

E ci pensavo a questo mentre baciavo Louis, nello spogliatoio della palestra, quando nessuno era presente lì? No! Certo che no!
Ero entrato, lo avevo sbattuto contro uno degli armadietti e lo stavo baciando come se ne dipendesse la mia intera vita. E la mia paura era che davvero ne dipendesse. Che davvero fosse diventato così tanto importante per me.

Le mie mani vagavano frenetiche sul suo corpo mentre le sue erano comodamente adagiate sul mio culo, dentro i pantaloni direttamente.

Un rumore improvviso e ci scostammo appena in tempo per non essere visti.
Ma i respiri erano frenetici, le labbra rosse e gonfie, i capelli di Louis sconvolti mentre i miei erano ancora legati nel mio solito codino da partita, ed i miei pantaloni erano leggermente calati sui fianchi.

E poi c'era quello sguardo nei nostri occhi.

Gomez si fermò davanti a noi.
Non aveva visto niente ma ero sicuro che avesse intuito.

-Gomez!- dissi giusto per dire qualcosa, o sarei esploso.
-Come mai qui?
-Il.. ho dimenticato il numeretto da mettere sulla schiena..- disse spostando lo sguardo da me a Louis di continuo.
-Bene. Vai. Io.. vado in campo. Forza!
Louis mi seguí ed insieme uscimmo.
-Ci ha visti, Haz.
-Non penso ma avrà capito.
-E ora?
Sospirai alzando le spalle.
Una volta in campo, un ultimo sguardo a Louis bastò per far iniziare la semifinale di campionato.

Era una delle partite più importanti della stagione.
Quando Gomez tornò per sedersi con gli altri in panchina, cercai di non guardarlo in faccia. Già avevo Nick che ogni volta mi guardava e rideva di me e Louis, ci mancava solo anche Gomez.

Cercai di incoraggiare i miei atleti che giocavano magnificamente mentre spostavo di tanto in tanto lo sguardo sul Presidente.
Era seduto sugli spalti con gli altri e tifava come al suo solito.
Era un uomo sicuro di sé il Presidente, non si faceva problemi nel tifare con grande passione la sua squadra. Peccato che io ne ero completamente intimorito.

Il mio licenziamento lo decideva lui, quindi mi sembrava anche normale.

Tornai a guardare gli altri e cercai conforto nel guardare i movimenti precisi di Louis, quasi perfetti.

La partita era avvincente almeno finché Gomez non si alzò, nervoso.
-Mister! Mister, ma quando gioco io? Louis ha giocato tutto il campionato.
-Quindi?- spostai lo sguardo su di lui ora.
-Lo sappiamo tutti che lo favorisci sempre.
-Lo favorisco?
Gomez annuì, con quella faccia da schiaffi che si ritrovava.
-Io non favorisco proprio nessuno!
-Oh andiamo! Lo sanno tutti che vi piacete sotto sotto. È solo questione di tempo, o sbaglio?
Non mi piaceva quell'affermazione che aveva fatto ma sentire quella parola, "piacete", mi fece provare tanti di quei brividi che non capii più nulla.
Mi voltai verso Gomez di nuovo e dissi serio:
-Forza! Entra Gomez esce Tomlinson.
Gomez si aprì in un sorriso gigante.

Fino al quinto set Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora