Per la ventesima volta nel giro di cinque minuti, Hizashi tirò fuori il cellulare dalla tasca e premette sull'applicazione a forma di sms.
Controllò il testo e poi l'orologio, ripetutamente. Poi il giorno scritto lì e il calendario.
Giorno giusto, orario giusto. O almeno, era giusto 15 minuti fa.
Sospirò di nuovo.
Odiava quando qualcuno era in ritardo, soprattutto se l'appuntamento aveva una certa rilevanza.Un piccolo miagolio lo distolse da quel pensiero.
Incrociò lo sguardo di Anubi, sdraiato bello comodo dentro alla scatola di cartone che aveva consegnato il corriere qualche giorno prima; che lui trovasse più comoda quella piuttosto che il comodo cuscino ordinato, lo urtava abbastanza. A maggior ragione se si ricordava quanto l'aveva pagato.
«Vedi di fare il bravo ora, d'accordo?» Disse, cercando di esprimere un tono minimamente autoritario. Ne ottenne in risposta un misero sbadiglio di disinteresse.Per l'ennesima volta ispezionò la casa con lo sguardo, sperando che fosse tutto in ordine e di non aver dimenticato niente di quello che gli avevano raccomandato al gattile.
Non pensava che portare a termine l'adozione di quel piccolo pipistrello indemoniato sarebbe stato così difficile: dopo tutte le carte e una prima ispezione della casa, ora era giunto il momento della verifica dopo il periodo di prova. E ne era terrorizzato.Per sua fortuna il suono del campanello mise fine a quell'attesa, segnando l'imminente inizio di quel colloquio.
«Prego, accomodati!» Aprì la porta cercando di sfoggiare il miglior sorriso di sempre, unico rimedio possibile a quell'ansia e, soprattutto, al broncio onnipresente del suo ispettore.Con un lieve cenno del capo, Aizawa fece il suo ingresso in casa.
Decisamente non era la prima volta lì, a casa sua, ma sarebbe stata la prima in cui avrebbero tenuto i vestiti indosso per almeno 10 minuti (o forse il record era 5?).«Controllo due cose e me ne vado.» Così, senza dire null'altro, aveva controllato le finestre, il balconcino, dove aveva posizionato lettiera, ciotole, tiragraffi e altre diavolerie che ovviamente il pipistrello preferiva non usare, più attratto da scatole e, perchè no, dalle sue scarpe.
«Sembra a suo agio.» Era rimasto in silenzio così a lungo che gli sembrò strano sentirlo fare un commento.
«Oh, sì. Si è ambientato bene.» Il micio era comodamente sdraiato sul divano, illuminato da un raggio di sole.Girandosi verso il corvino potè, forse per la prima volta da chè si conoscevano, vedere un piccolo, dolcissimo sorriso. A molti sarebbe passato inosservato, talmente poteva sembrare insignificante. Ma non a lui.
Tornò a osservare Anubi, piacevolmente assopito. Le parole della volontaria lo assillavano dal giorno in cui aveva portato il gatto a casa, in cui glielo avevano praticamente lanciato in macchina pur di darlo a qualcuno che non gli stesse antipatico.
«Mi dispiace. So che- che volevi adottarlo tu Anubi.» Disse infine, con un senso di colpa che non riusciva a spiegarsi.«Il mio padrone di casa non accetta animali, era impossibile per me prenderlo.» Il sorriso era scomparso, così come si era formato.
«Lo so, però...»
«E poi lui ha scelto te.» Si zittì, per nulla sicuro di cosa quelle parole volessero dire.Passarono diversi attimi prima che quel silenzio imbarazzante non venisse rotto dai movimenti del gattone: per lui era arrivato il momento di sgranchirsi le zampe e farsi fare due coccole, e chi meglio di Hizashi poteva provvedere?
Con un balzo gli fu vicino; lui si sedette sul pavimento, al suo fianco, e iniziò ad accarezzargli la testa.«Puoi provare, sai? Nemuri è riuscita a fargli due coccole l'altro giorno.
Ed è tornata a casa con tutte le dita al loro posto.» Una risata, seppur un po' nervosa, riempì la stanza; fu stranamente seguita da un altro piccolo sorriso da parte di Aizawa che, contro ogni previsione, gli si sedette accanto.
«Ciao Anubi.» Quella voce, quel tono... Poteva mai apparirgli ancora più bello e irraggiungibile di quanto già non fosse?Tempo due grattini dietro le orecchie e il gatto nero si abbandonò alle fusa, totalmente venduto sotto le carezze dei due uomini.
Poteva mai apparirgli ancora più bello e irraggiungibile di quanto già non fosse, dopo quest'ultimo sorriso?«La mano sembra essere a posto.»
«Era un po' indolenzita all'inizio... Ora però è tornata come nuova.» La ruotò appena, smettendo di coccolare Anubi e mettendo in mostra due piccoli segni biancastri che con molta probabilità si sarebbe portato per sempre.
«Credo di doverti ringraziare, sai, per il tuo tempestivo primo soccorso.»Neanche lui sapeva perchè stesse insistendo tanto per chiacchierare, non consciamente almeno.
Forse voleva solo che lui rimanesse lì, a sorridere, non gli importava se a lui o al gatto nero a cui era tanto affezionato.
«Figurati.» Il silenzio però tornava a regnare ogni volta che la conversazione giungeva ad un punto morto. Eppure, Aizawa rimaneva lì, a coccolare l'animale in un modo quasi ipnotico.Cosa avrebbe dovuto dire ora? Una parte di lui voleva parlare della loro discussione, voleva scusarsi e ricevere delle scuse, ma avrebbe solo riaperto una ferita che, almeno all'apparenza, sembrava chiusa.
Un'altra parte avrebbe quantomeno voluto instaurare un rapporto di amicizia con il corvino: era disposto anche a questo, pur di non perderlo totalmente come dopo le superiori.«L'ispezione comunque è andata bene. In solo un mese lui sembra un gatto diverso, la casa è a prova di incidenti... Tornerà qualcuno tra qualche settimana, ma sarà una cosa tranquilla.»
Tirò un sospiro di sollievo. Nonostante mantenere il focus su Anubi e sull'ispezione fosse stato tutt'altro che facile, era contento dell'esito ovviamente.
«Grazie, mi fa molto piacere.» Alzò lo sguardo, un sincero sorriso stampato in faccia.In quell'esatto momento però si rese conto di quanto, per accarezzare Anubi, il corvino si fosse spostato vicino a lui. Tanto che se si fosse sporto appena, gli avrebbe sfiorato il naso con il suo; un poco di più, e le loro labbra si sarebbero incontrate.
Talmente concentrato su di lui, che lo sfiorarsi improvviso delle loro mani, entrambe affondate nel pelo nero del gatto, lo colpì come una doccia gelata.Non distolse lo sguardo però, nemmeno quando Aizawa sollevò il capo, e si accorse della loro vicinanza. Incontrò i suoi occhi, e inevitabilmente spostò la sua attenzione sulle labbra, rosee e quanto mai desiderabili.
Erano lì, talmente vicini da sentire il respiro l'uno dell'altro, entrambi a desiderare di abbattere quel muro invisibile che li divideva, seppur con motivazioni diverse.
Era lì, Hizashi, prigioniero di un amore che non riusciva ad abbandonare.
Era lì, Shota, in un eterno conflitto, incapace di lasciarsi il passato alle spalle per un presente e un futuro migliori.Erano lì, tanto vicini da essere distanti come non mai.
Lasciò che il suo sguardo languido si tramutasse in uno dolce, seguito a ruota da un amaro sorriso.
«Torna quando vuoi per Anubi, non serve un'ispezione programmata.» Si lasciò cadere all'indietro, sedendosi sul pavimento e mettendo fine a quel gioco di sguardi.
Il corvino si limitò ad annuire, gli occhi neri in una strana e seria espressione. Invece che imitarlo però, si alzò, riprendendo le sue cose e avviandosi verso la porta.«Tolgo il disturbo.» Un breve inchino, e aveva già le scarpe infilate ai piedi, le ciabette per gli ospiti riposte vicino all'ingresso.
«Aizawa.» Si era alzato talmente velocemente da non rendersene conto lui stesso; e aveva afferrato la giacca dell'uomo con altrettanta rapidità.
Voleva lasciarlo andare, e lasciarsi andare.«Ero serio, non sei un disturbo.» Osservò quei capelli, ai suoi occhi insolitamente corti.
«Ad Anubi farà piacere se torni, davvero.» Entrambi spostarono l'attenzione sulla palla di pelo seduta poco lontana, intenta a ricambiare lo sguardo con uno sbadiglio.
«Non mancherò allora.» Lasciata la presa sulla sua giacca, il biondo quasi sperò che tutto questo potesse concludersi così, in un'amicizia di cui non doveva più soffrire. E gli sarebbe andato bene.«Ci vediamo venerdì, Yamada.»
Già, un'innocua amicizia, come quella che aveva con tutti i ragazzi del gruppo.
E aveva cinque giorni per convincersene.Eccolooo!
Scusate l'attesa, finalmente ce l'ho fatta.
Ora più che mai, se trovate errori o incongruenze fatemelo sapere, sto cambiando alcune cose e (come ogni persona seria) sto scrivendo altre storie, quindi gli errori di distrazione sono dietro l'angolo, sigh.Svarioni a parte, grazie a tutti per il supporto 💛 spero la storia stia continuando a piacervi 🖤
Ci sentiamo (spero) presto con il prossimo cap!
Un abbraccio a tutt* ✨
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Loving You is a Losing Game [EraserMic AU]
ФанфикA dieci anni dalla sua dichiarazione, un sentimento immutato guida Hizashi attraverso una serie di scelte e imprevisti, che metteranno alla prova l'amore incondizionato che prova per il suo ex-compagno di scuola, Shota. * Allora, il titolo fa schif...