capitolo 1 (anthea)

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Sto camminando nei corridoi lunghi, intricati e inquietanti dell' accademia, dirigendomi verso la biblioteca per controllare che tutti i libri fossero in ordine . Le piccole luci sui muri borgogna emanano una luce soffusa e si intravedono, da una parte, le decorazioni bianche sottostanti le lampadine, e dalla parte opposta del corridoio gli scaffali, con al loro interno dei libri antichi. Mi soffermo un secondo sul libro posto al centro dello scaffale, quello che guardo ogni volta che passo di li. Ha una copertina nera, di un materiale simile al velluto, ma considerando il fatto che, nonostante abbia le chiavi della vetrina, non mi ero mai nemmeno lontanamente sognata di sfiorare questo libro, non sapevo con certezza se fosse di quel materiale o di un altro. Le pagine sono lesionate dal tempo, sembrano quasi bruchiacchiate, ma i testi e le immagini che pargono illustrare il giudizio universale erano ancora integre e ben tenute. Ad un tratto, una voce calma e profonda, che arriva dalla parte buia del corridoio, mi fa sussultare.
"Signorina, che ci fa ancora qui a quest'ora della sera?"
Rimango girata verso la vetrina, cercando di far finta di niente, e sento i passi lenti verso di me. Passo lo sguardo sul libro accanto, che mi sembra di non aver mai notato prima di adesso, per poi alzare lo sguardo su quella che, a prima vista, mi sembra un' apparizione. Un ragazzo, abbastanza piu alto di me, si trova vicino ad una delle luci, e quelle dietro di noi si sono spente. Lo guardo stranita. Ha i capelli abbastanza corti sui lati, sfumati in lunghezza verso l'alto; una cosa che si distingue persino con questa fioca luminositá sono i suoi occhi, che nemmeno i pesci nel profondo del mare o gli angeli in paradiso hanno mai visto un colore cosi bello. L' esplosione del mare e la caduta del cielo, che creano la perfezione dell' orizzonte. Assumo un atteggiamento distaccato e rispondo con fare teatrale "Ma tu chi sei, che avanzando nel buio della notte,inciampi nei miei piu segreti pensieri?"
Il ragazzo sorride "Sono vincent il nuovo supplente di filosofia"
Scoppio in una risata incredula "Stiamo scherzando vero?tu?un professore?"
Lui torna serio"Si, lei chi sarebbe signorina?"
Il mio sguardo si sposta sul suo corpo. Lo osservo. Quanti anni ha? Pochi piu di me.
"Mi chiamo Anthea" rispondo divertita ma con una punta di freddezza nella voce "e ora dovrei andare"
"A quest'ora? da sola?"
Sorrido e gli volto le spalle, nonostante sappia sia un gesto poco educato; faccio per andarmene quando sento una stretta sul polso cosi mi giro e rispondo:
"La solitudine è il destino di tutte le grandi menti"
Ma non faccio in tempo a finire la frase perchè ci pensa lui per me.
"Un destino a volte deplorato, ma sempre scelto come il minore di due mali."
Un secondo di silenzio.
"Shopenhauer, giusto?"
Annuisco di nuovo, sorridendo calorosamente, ma tornando seria qualche secondo dopo.
"Il mio appartamento è qui vicino e la mia coinquilina mi sta aspettando. Dovrei aiutarla a studiare per il compito di domani."
Lui mi interrompe quasi, dicendo:
"Non abbiamo tanto bisogno dell'auito degli amici quanto della certezza del loro aiuto. Vuole che la accompagni?"
Alzo il sopracciglio, divertita.
"Epicureo. Ad ogni modo no, grazie per la proposta."
Vincent scoppia in una risata e continua:
"Non parlare con gli sconosciuti"
Io sorrido, imbarazzata e arrossisco appena
"Questa si, è una citazione di mia madre"
Lui mi sorride e ripete:
"Sicura che non vuoi un passaggio?"
Da quando siamo passati a darci del tu?
"Sicura, grazie comunque."
Dopp qualche secondo mi lascia il braccio, e riprendo:
"Arrivederci, buona serata e a domani."
Mi affretto a dire, e in un millisecondo sono dietro di lui, e mi dirigo verso le scale. Le percorro quasi correndo, poggiandomi al corrimano, e in un lampo sono alla porta. La spingo piano, sperando che non faccia rumore (speranza piuttosto vana considerando lo scricchiolio da film horror) ed esco dall'edificio sentendo di colpo una folata di freddo investirmi completamente. Per un secondo mi fermo e mi rendo conto del forte battito del mio cuore. Prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca e accendo una marlboro gold, quando la porta si apre rischiando di farmela cadere. Vince mi si piazza davanti
"Ti sembra il modo? Ho preso un colpo. Non hai una frase filosofica su questo??"
Lui risponde ridendo "Domani vedremo quanto scherzerá signorina"
Mi metto gli auricolari e finalmente torno all'appartamento immersa nei pensieri, nella musica, nei suoi occhi e ... no. Cosa?

P.s.= leggete almeno due capitoli per decidere se vi piace la storia perche le ragazze che scrivono sono due

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