Unum Vult Amor

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14 ottobre 2020

<<Jacob? Jacob? Jacob...>>

La voce di Arsalan cercava inutilmente di portare il ragazzo via dal mondo dei sogni. O chiamarlo era completamente inutile, o era lui ad essere incapace di chiamarlo con la forza necessaria.

In ogni caso, risolse il problema quando schioccò le dita con la forza (fisica) di un Angelo accanto al suo orecchio destro.

Non ci fu alcun boom supersonico, stavolta. Solo un grido da parte del Giudice quando si svegliò.

<<Cominciavo a pensare fossi in coma.>> scherzò Arsalan, andando ad aprire la finestra. <<Abbiamo detto che oggi Risa e Simona non ci staranno tra i piedi, vero? Goditelo finché dura.>>

<<Hmm...>> mormorò lui, mezzo sveglio <<Sai, possiamo semplicemente chiedere loro di non starci tra i piedi altri giorni...>>

<<L'uomo si preoccupi del presente, a domani penserà Dio! Muoviti o applaudirò per tutto il vicinato!>>

<<Arrivo, arrivo...>>

Jacob finalmente scese dal letto. Poggiò un piede a terra... poi l'altro... si mise in piedi... e subito scivolò sul pavimento.

Se Arsalan non l'avesse afferrato al volo, sarebbe caduto a terra. <<Tutto bene?>>

<<S- sì, sì, credo di sì.>> Gli fece segno di lasciarlo andare. Non sembrò avere alcun problema a reggersi in piedi. <<Cose che capitano. Dimmi che hai preparato del caffè.>>

<<...huh.>> L'Angelo scomparve per un paio di secondi, prima di tornare nella stanza. <<È sul fuoco. Forse però se mi muovessi molto veloce mentre lo tengo in mano potrebbe bollire prima...>>

<<Sicuro. E poi dovresti spiegare la causa dell'improvviso terremoto.>> rispose, senza commentare sulla sua dimenticanza. Si diresse verso il bagno.

La prima cosa che fece fu lavarsi la faccia. Era ancora assonnato... no, assonnato era il termine sbagliato. Era esausto, come se avesse fatto ore di sport, anche se si era appena svegliato.

Rivoltosi allo specchio sopra il lavandino, notò che i suoi occhi decisamente tradivano la sua stanchezza, e qualcosa di più. Non riusciva a capire esattamente il perché... ma erano diversi dal solito.

...qualunque cosa fosse, decise di ignorarla. Tornò nella stanza da letto per vestirsi, mentre sentiva Arsalan finire di versare il caffè.

L'orologio sul muro indicava le dieci di mattina, minuto più, minuto meno. Aveva dormito pure più del solito.

Gli altri lo avevano convinto a prendersi una pausa dall'università - sempre ammesso che l'università si ricordasse ancora della sua esistenza - ma continuava a svegliarsi la mattina presto. Di solito dopo un incubo. Stavolta non c'era stato nulla del genere.

...o sì? Aveva la vaga impressione di aver visto qualcosa nei propri sogni... a parte Salomone, ricordava perfettamente la conversazione con lui. Finita quella, aveva dormito come un sasso. Forse una breve discussione con quel vecchio lo aveva sfiancato.

The Guardian Angel - Ars IudicumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora