𝗍𝗋𝖾.

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Stressed out - Twenty One Pilots
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Il suono della campanella che poneva fine a quella prima giornata scolastica non tardó a farsi sentire, e non ci volle molto prima che i corridoi si riempissero di gente. I suoi compagni, Izuku, li aveva già persi di vista: ormai erano tutt'uno con le grandi masse di alunni, tra cui era diventato impossibile riconoscere chi frequentasse il primo anno, chi il secondo, chi il terzo, chi il quarto e chi il quinto. C'erano circa duemila studenti frequentanti quella scuola ma, in quel momento, al verde parvero almeno il doppio.

Se c'era un'altra cosa che difficilmente riusciva a sopportare, quella era certamente la confusione, il caos. Non gli piaceva stare in mezzo a tanta gente, era una persona che preferiva i piccoli gruppi ai grandi, composti da persone con le quali era a suo agio, che lo facevano star bene, sentire libero e spensierato. Tuttavia, però, aveva pochi amici, ma nessuno gli aveva mai fatto provare quel tipo di sensazioni, tanto che egli stesso non era totalmente sicuro dell'appellativo che ad essi attribuiva.

Ci vollero diversi minuti prima di superare la calca di studenti ma, quando intraprese la strada di casa, le urla di questi ultimi si fecero sempre più lontane, fino a scomparire del tutto quando infiló le sue cuffiette nelle orecchie. Bastó della buona musica per rilassarlo dopo quello che non aveva definito un buon inizio, ma nonostante ciò continuava a ripetersi che il giorno seguente le cose sarebbero certamente state migliori. Ci sperava davvero, malgrado fosse consapevole degli ostacoli personali che da sempre, ormai, lo fermavano.

La melodia di Stressed Out risuonava dolce e lenta nelle sue orecchie e, spesso inconsapevolmente, lo faceva sorridere, mentre i suoi passi si muovevano ancora verso la sua dimora. Non percepiva il rumore dei sassolini che senza accorgersene calciava, ma riusciva a vederli nel momento in cui questi rotolavano sul cemento e lo superavano. I passanti avevano allegre espressioni dipinte in volto, e i bambini si rincorrevano nei cortili, facendo riecheggiare tra le strade le proprie risate, segno che il divertimento tra loro non mancava.

Izuku volse gli occhi al cielo, azzurro e limpido come in un caldo giorno d'estate, e sorrise ancora una volta, senza un vero e proprio motivo. Probabilmente, il firmamento lo aveva reso calmo più di quanto già fosse, cosa non strana per lui, che a volte si fermava ad ammirarlo con particolare interesse. Cosa ci trovasse di così ammirevole nessuno lo sapeva, neanche lui, ma gli andava bene cosi; odiava dare spiegazioni quando assumeva "strani" atteggiamenti, con sé stesso ma anche con gli altri.

I minuti scorrevano lenti, e con essi anche la dolce e soave melodia di quella canzone giunse al termine, lasciando spazio alla seguente, che era per egli nuova, mai udita prima di allora, ma che apprezzó immediatamente. A volte gli sembrava di toccare il cielo con un dito, altre, invece, le lacrime volevano fuoriuscire dai suoi occhi per poi non fermarsi, altre ancora si sentiva così felice che anche solo provare a spiegarlo in qualche modo diventava impossibile.

Ora, però, quella magia stava per essere interrotta: la sua meta si trovava a meno di dieci metri da lui, e la quarta canzone stava ormai terminando. Prima di mettere da parte cellulare e cuffiette, però, non dimenticó di salvarla e, successivamente, l'ultimo tratto di strada lo percorse senza alcun suono melodioso, se non si considerano il cinguettio degli uccelli e il fruscio del vento.

Man mano che la sua abitazione si faceva più vicina, però, altri rumori, forse più fastidiosi e comprensibili, si facevano strada tra le sue orecchie. Intanto, cercava di mettere a fuoco quanto aveva davanti, ma era ancora troppo lontano per poter dire con esattezza ciò che stesse cercando di scorgere. Tuttavia, quanto udiva, era certamente il motore di un camion, che ora sostava davanti alla sua destinazione. Interrogativo si avvicinava sempre più, accelerando addirittura il ritmo dei suoi passi.

𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora