PARTIRE DA TE - Rkomi
↻ ⊲ Ⅱ ⊳ ↺Erano passati tre giorni da quello della gara, e i due non si erano sentiti neanche per sbaglio.
Per Midoriya furono giorni di paranoie e sensi di colpa che non si spiegava, e di ricerca su quello che sarebbe potuto essere il suo errore in quelle circostanze.
Dal canto suo, Todoroki, era perfettamente cosciente dello stato d'animo dell'altro, ma non aveva potuto far niente per lui.
Lo aveva baciato e poi lasciato lì come se nulla fosse, passando per qualcuno avente la sola intenzione di distruggere tutto ciò che riusciva a creare.
Si era maledetto mentalmente per chissà quante volte, pensando al contempo al tipo di spiegazione da potergli dare.
Ma non trovó risposta, poiché giunse a scuola e vi trovó Bakugo ad aspettarlo al solito posto. Seduto su una panchina, con le cuffiette nelle orecchie, il biondo era lì e ancora non lo aveva notato. Todoroki gli si avvicinó, afferró una cuffietta e la allontanó di qualche millimetro dall'orecchio del proprietario per farsi notare. Egli sorrise, e una volta in piedi si diressero insieme in cortile. Mancavano ancora dieci minuti, e non ne avrebbero sprecato neanche uno. Dovevano parlare.«Devi prendere la tua vita in mano, Shoto. Non puoi permettere ogni volta a tuo padre di mandare tutto all'aria»
«Se fosse così facile non penso sarei in questa situazione»
Bakugo sapeva tutto della famiglia del bicolore. Era a conoscenza della condizione di sua madre, del trattamento nei confronti del fratello, del rapporto tra il suo migliore amico e il padre. Lui sapeva tutto, e nonostante volesse dare una mano non poteva far nulla per il suo amico.
«Lo sai benissimo, per quanto ci provi non posso oppormi a lui», affermó stringendo i denti.
«Quindi con lui che intenzioni hai?», domandó il biondo guardando di fronte a sé.
Shoto lo seguì con lo sguardo, notando solo in quel momento la presenza del ragazzo che pian piano gli stava facendo perdere la testa. Quest'ultimo non si accorse di loro, ma ammise a sé stesso di sentirsi osservato.
«Non voglio allontanarmi da lui», rispose serrando i pugni. «Non lo farò soffrire»«Seguitemi»
Il bidello quella mattina era particolarmente seccato. Erano dieci minuti che girava per le classi del triennio, raccattando coloro che non avevano preso parte all'uscita didattica e accompagnandoli in un'aula in cui poter stare tutti insieme.
«La classe è quella in fondo», comunicó ai due per poi dirigersi verso la 1A, la classe del piccolo.
Entrati al suo interno poterono constatare quanto fosse piccola rispetto alla loro. C'erano appena quindici banchi, i muri erano tappezzati da cartelloni colorati e in fondo erano situati due armadietti colmi di oggetti inutili.
C'era solo un ragazzo, che in quel momento occupava un banco in terza fila. Era certamente alto, anche se in quel momento non potevano saperlo, i capelli rossi dalla pettinatura strana e un fisico fantastico, ma non potevano sapere neanche questo.
«Oh ciao, anche voi qui?», ruppe il ghiaccio vedendo i due entrare. «Kirishima Eijiro», affermó.
Bakugo fu il primo a presentarsi dopo di lui, e Todoroki lo seguì.«Il latino non fa per me, quindi ho preferito l'informatica», disse Kirishima.
Era da qualche minuto, ormai, che i tre avevano intrapreso una conversazione, ma dopo brevi istanti altri due ragazzi fecero il proprio ingresso nella stanza.
Todoroki li riconobbe entrambi e per poco non ebbe un mancamento. Vederli insieme gli fece perdere un battito, e una fitta allo stomaco si fece strada in lui.
«Todoroki! Bakugo!», esclamó visibilmente entusiasta nel vedere i due volti conosciuti.
«Broccoletto, non sapevo fossi qui»
«Beh, neanche io», replicó grattandosi la nuca.
E poi entró Shinso, alla cui vista Shoto non seppe spiegarsi le sensazioni provate.
Perché erano insieme?Dopo di loro, a distanza di minuti, altri tre studenti li raggiunsero, e successivamente non videro più nessuno entrare.
«Aspettate il supplente e non fate rumore», si raccomandó il collaboratore scolastico prima di abbandonare l'aula.
Tutti presero posto, e Izuku si accomodó accanto al bicolore che certamente non si aspettava tale gesto.
«Ciao», esordì dolcemente il verde sorridendogli, ma non ricevendo alcuna risposta. Non era cattiveria, Shoto si era semplicemente perso nei suoi smeraldi di una tonalità di verde più spenta rispetto alla solita. Non che egli si aspettasse una risposta, lo aveva salutato per educazione e perché gli era venuto spontaneo.
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𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎
Fanfiction- COMPLETA - Midoriya Izuku, un ragazzo di quindici anni frequentante la UA, scuola più prestigiosa del paese. Come ogni anno si ritroverà a passare gran parte dei dodici mesi in totale solitudine per via del lavoro dei suoi genitori, musicisti in...