𝗇𝗈𝗏𝖾.

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Ringo Starr - Pinguini Tattici Nucleari
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Si sentiva bene e non sapeva neanche lui il perché. Era forse a causa della domanda di Tanaka, che pur sembrando banale era stata inaspettata, genere di cose da lui amate; o forse l'allenamento era andato così bene che quasi non avvertiva tutta la stanchezza che quelle ore gli avevano procurato. Era riuscito a dimenticare l'insuccesso con il suo vicino momentaneamente, ma questo raffioró la sua mente quando metabolizzó che l'unica volta in cui aveva trovato il coraggio di fare qualcosa che riteneva giusta per sé tutte le sue aspettative erano crollate. Sapeva che la colpa non era sua, non era di nessuno, ma sentiva di aver fallito.

Cercó di sorridere nonostante tutto, ripetendo a sé stesso che non doveva dispiacersi e che, ritrovato il coraggio, ci avrebbe riprovato.
Ma se avesse fatto diversamente?
Una lampadina si accese, o forse era il suo istinto che intendeva guidarlo, tant'é che andó nella direzione opposta rispetto alla strada che avrebbe dovuto intraprendere e non sapeva dire se era solo il suo corpo a muoversi o se anche lui stesse dando il suo contributo.

«Mi scusi, signora!» richiamó una donna sulla trentina, la quale si volto nella direzione da cui proveniva la voce di Izuku. «Saprebbe dirmi dove si trova la palestra?» Ella sorrise. «Se ti riferisci a quella di pallavolo puoi venire con me, sto andando giusto lì. Alleno una squadra, tu sei nuovo?» rispose e domandó tutto d'un fiato. Midoriya si sentì in imbarazzo. Non sapeva se le sue guance stessero andando a fuoco, né era a conoscenza del perché di quella sensazione, ma la affiancó e cominció a camminare alla sua sinistra. «No, sto solo cercando una persona» rispose prontamente, e la donna stette un attimo in silenzio prima di proferir parola. «Se gioca a pallavolo, spero per te sia il posto giusto» affermó svoltando a destra. «O se vuoi potresti provare a dirmi chi è, potrei aiutarti» propose, ma il verde rifiutó gentilmente. Non sapeva perché fosse giunto lì, quindi non gli sembrava il caso di disturbare ancora quella donna che era già stata tanto gentile con lui pur non conoscendolo.

«Siamo arrivati, comunque» commentó fermandosi di fronte un edificio dalle grandi dimensioni, al che il verde si concesse qualche secondo per osservarlo. «La ringrazio» si limitó a dire, ricevendo in cambio un sorriso; infine questa si allontanó, dirigendosi all'interno della palestra.

«Ok, io non dovrei essere qui» commentava ad alta voce, mentre sguardi confusi di ragazzi mai visti prima che si dirigevano nell'immensa costruzione si posavano su di lui. «Va bene, Izuku, calmati, non è nulla» continuó non curante di coloro che ancora lo osservavano straniti. «Ritrova quel coraggio» si disse per ultima cosa, tirando poi un respiro profondo e muovendo i primi passi verso l'ingresso. Giunse in una stanza immensa, nella quale una donna era seduta dietro un bancone: probabilmente chi si iscriveva o aveva bisogno di informazioni si rivolgeva a lei.

«Uhm, signorina..?» richiamó la sua attenzione. «Per la palestra?» domandó facendola ridacchiare. «Ci sei dentro, ma penso di aver capito. Gli allenamenti si svolgono in quella stanza» affermó facendo riferimento alla porta situata dall'altro lato dell'ingresso. «Non ti ho mai visto qui, sei nuovo?» domandó anch'ella come la donna di poco prima, posando lo sguardo sul suo pc. «E-ehm, no. Sono venuto p-per una p-persona e-» «Allora per accedere agli spalti vai pure di là» lo interruppé indicando un'altra porta per poi rivolgergli un lieve sorriso. Izuku la ringrazió e andó verso l'ultima direzione stata datagli, ritrovandosi in seguito in una stanza molto spaziosa. Prese posto nel bel mezzo degli spalti e, guardandosi attorno, poté ben notare di non essere l'unico ad aver avuto l'idea di assistere agli allenamenti, il che contribuì ad alleviare quel senso di imbarazzo e disagio che stava provando.

𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora