𝖽𝗈𝖽𝗂𝖼𝗂.

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Mai Dire Mai (La Locura) - Willie Peyote
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«Permesso, permesso! - correva Midoriya facendosi spazio tra la gente che, proprio quella mattina, sembrava non ascoltarlo e non si spostava. - Dannazione, sono in ritardo»
Mancavano appena due minuti al suono della campanella di inizio lezioni, e se non si fosse sbrigato si sarebbe beccato una bella strigliata da parte del professor Aizawa. Non che ne sapesse molto, ma gli avevano parlato di lui definendolo alquanto severo, particolarmente in specifici contesti, quali la precisione e l'impegno nelle cose che si fanno, che facciano parte della scuola o meno.
Uraraka gli aveva scritto dei messaggi chiedendogli dove fosse, stupita del suo insolito ritardo, ma era stata ignorata; non poteva di certo scriverle di aver fatto tardi giocando a Just Dance la sera precedente con Todoroki.
Rise al sol pensiero e sicuramente avrebbero avuto il tempo necessario per parlarne, ma in quel momento dovette mettere da parte ogni cosa.

Riuscì a giungere nell'edificio ma il cortile era ormai vuoto, popolato da quei pochi ragazzi che si intrattenevano a fumare, ma pur sempre vuoto. I ciliegi erano ancora in fiore, ma era consapevole che, di lì a breve, quella bellezza sarebbe scomparsa per poi tornare nuovamente a distanza di tempo.
In fondo, come affermava Eraclito, tutto è soggetto allo scorrere del tempo, per cui, presa in considerazione l'acqua di un fiume, non potremmo mai bagnarci dello stesso liquido due volte.
Quella materia, ormai, era la sua preferita nonostante avrebbe dovuto aspettare il terzo anno per studiarla, tant'é che a volte associava momenti o cose che viveva ai filosofi da lui conosciuti. Quel giorno era toccato ad Eraclito, il filosofo del panta rei, “tutto scorre”, ma a causa delle lezioni di Aizawa, forse sarebbe stato il momento di Pitagora.

«Ehi, moccioso!»
«Sono in ritardo, ci vediamo dopo» li superó sfrecciando tra i corridoi pregando che nessun collaboratore scolastico lo notasse per poterlo riprendere.
Todoroki e Bakugo, sull'uscio della porta in attesa che il professore arrivasse, alla vista di quella scena, si lasciarono scappare una sonora risata.
«Un tipo alquanto strano, il tuo vicino» istigó il primo guardando il secondo con la coda dell'occhio.
«Mi piace» rispose prontamente l'altro, con un'espressione apparentemente priva di emozioni dipinta in volto.
E Bakugo sorrise.

«Tanta fatica per niente» sospiró Izuku una volta giunto in aula appena irato poiché il docente ancora non c'era.
«Non importa, come mai così tardi?» domandó la castana facendolo arrossire per l'imbarazzo. «Tu e Todoroki vi siete già sposati?»
«URARAKA!» gesticoló nervosamente guardandola sorridergli, ma basto un attimo e i suoi muscoli tornarono a rilassarsi.
«Abbiamo giocando a Just Dance fino a tardi, ok?»
Pronunció quelle parole in maniera così veloce che, quando la sua amica le udì, utilizzó il tutto come scusa per farglielo ripetere una seconda volta. Non sapeva se ridere, urlare o fare entrambe le cose contemporaneamente, ma l'entrata in scena del bidello le impedì ogni cosa.
«Il professore farà ritardo. Non fate chiasso, non voglio farvi da badante»
«Antipatico. - commentó guardandolo per poi spostare nuovamente la sua attenzione sul verde - Stavamo dicendo?» sorrise.

[...] «È stata la cosa più bella che abbia visto in tutta la mattinata»
Bakugo lo stava prendendo in giro, di nuovo, come la sera precedente dopo essere arrivato ultimo.
«Correvi così velocemente che ho pensato saresti caduto»
«Simpatico» affermó sarcastico il più piccolo. «Todoroki?»
«Qui»
«TODOROKI, CHE PAURA!» esclamó voltandosi nella direzione da cui proveniva quella voce ormai quasi totalmente nota alle sue orecchie.
«Che salto! Potresti andare alle Olimpiadi, sai?»
«Porcospino, finisce male» sorrise beffardo al biondo, sul volto del quale si dipinse la medesima espressione.
«Porcospino?»
«Si, è uguale»

«Per oggi possiamo concludere qui la lezione»
Perché erano tutti così strani?
Il docente delle prime ore non si era presentato, mentre gli altri avevano mostrato una certa fretta nel voler concludere le lezioni. In quel momento, ad esempio, era importante capire cosa fare in quei quindici minuti in attesa dell'ultima campanella.

𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora