Capitolo II.

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La lezione di Storia era terminata senza molti preamboli, di certo la classe non era stata molto contenta di fare lezione per due ore consecutive, il primo giorno di scuola, ma gli studenti non ci avevano potuto fare niente.
Erano le dieci in punto quando la campanella era suonata, facendo uscire la professoressa dall'aula. Aveva dato da studiare per il secondo giorno di scuola, cosa mai vista ed audita in quattro anni, ma a quanto pareva in quarta si cambiano le regole.
« Era ora che quella vecchia strega se ne andasse, ci ha dato da studiare cinque pagine per domani, come se non avessimo niente di meglio, fuori da questo manicomio. »
Esordí stizzita Alessandra, detta Sam, mentre spalancava le finestre per far entrare un po' d'aria. Era impossibile restare in quell'aula, quando faceva quaranta gradi all'ombra, senza un condizionatore. Ma ciò non aveva impedito agli insegnati di assegnare compiti ed avvertirli che avrebbero interrogato, di bene in meglio.
« Dai Sam tanto lo si sa chi interroga, chiamerà Gabriele, Alessandro, Francesca e Michela. I primi due faranno scena muta, e le ultime due prenderanno un bell'otto, tanto per cambiare. »
Disse Alice, mentre apriva il libro di Chimica. Prima lezione di Chimica del quarto anno, probabilmente era la materia che odiava di più.

[ Gabriele.]

Non li sopporto più questi due, stanno ogni due minuti a litigare, ora sbotto.
« Cari ragazzi io conosco un modo per chiarire le vostre divergenze, e dato che non vi sopporto più, vi consiglio di andare al letto insieme, così i miei nervi resteranno intatti. »
Gli occhi di Simona sputano fuoco e la cosa mi inquieta, perché lei come le sue amichette, possono fare molto male. Non che l'avessi provato sulla mia pelle, ma meglio non correre il rischio.
« Muzzi, te l'hanno mai detto che sei un coglione? »
Mi ringhia Simona contro, oh eccome se me lo hanno detto tesoro! Ma non mi interessa granchè. Sto per rispondere quando entra la prof di Chimica nell'aula, la mia materia preferita, quella in cui vado meglio - stranamente.
Noto con piacere che la Fiorino e le sue amiche mi osservano, quella ragazza ha il suo fascino, devo ammetterlo. Però non mi sarei aspettato che si mettesse con quel mezzo frocio di Fiocchi; erano quattro anni oramai che la portavo all'esasperazione, e ciò mi rendeva particolarmente felice, mi rallegrava la giornata farla impazzire.
« Fiorino, so di avere un'incredibile bellezza, ma non c'è bisogno di fissarmi costantemente. »
Dissi divertito, mentre Martina mi lanciava una di quelle occhiate da "Se non ti tappi la bocca, ti sgozzo" lasciandomi, in balia del mio divertimento, e del calcio che mi ha gentilmente offerto Simona.
« Piantala di fare il cretino, è fidanzata. »
Mi ringhia contro Simona, mentre Alessandro mi offre uno sguardo complice. Oh, ci sarà da divertirsi questo anno.
La lezione fu abbastanza calma, apparte qualche acuto di troppo del professore. Martina e le sue amichette erano immerse nella loro conversazione quotidiana, mentre dal banco di Simona ed Alessandro, si udivano delle mini urla, o meglio una litigata fatta sottovoce, per non farla sentire al sottoscritto, e ti pareva, come togliermi tutto il divertimento.
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La giornata scolastica era finalmente terminata, si poteva dire che fosse stata abbastanza tranquilla, apparte le continue occhiatacce che mi avevano riservato le amiche di quella psicopatica della Fiorini. Quel pomeriggio sarei andato in centro con Alessandro e Jacopo, che aveva deciso di portarsi dietro quel coglione di Mattia. Sempre precisino, leggermente insopportabile devo ammettere. Quel ragazzo era privo di carattere, non capivo come si fosse potuto mettere con Martina, che non stava ferma e zitta un attimo; probabilmente è vero che gli opposti si attraggono.
« Amico ci sei? »
Mi riscossi dai miei pensieri, rivolgendo la mia attenzione a Jacopo, che mi osservava di sottecchi.
« No, che stavi dicendo? »
Chiesi, mentre mi osservava attentamente. Ero un bel ragazzo ed intelligente, anche se non sembrava. Vado bene in tutte le materie, ma non passo per sfigato, come qualcun altro di mia conoscenza.
« Stavo dicendo che oggi la Fiorino, mi ha fatto conoscere una delle sue tante amichette. Che ne dici se la invito ad uscire? »
Mi fece un sorriso malizioso. Sapevo quali erano le sue intenzioni, non era di certo il ragazzo che tutte le madri vorrebbero per le proprie figlie.
« Mai mettersi con il nemico Jacopo, mai. »
E la cosa valeva anche per me.

[ Alice. ]
La mattinata era scorsa senza troppe catastrofi. Martina mi aveva invitata a casa sua quel pomeriggio, avremo studiato per il giorno dopo e dopo maratona Harry Potter.
« Liz, mi dispiace avvertirti solo adesso, ma mio fratello oggi torna prima da scuola, quindi dovremo accoglierlo a braccia aperte, e poi possiamo anche ignorarlo. »
Esclama la mia migliore amica, con un sorriso divertito sul volto.
Non ho mai visto Federico, certo Martina me ne ha parlato molte volte, praticamente è il suo Dio. Neanche se lo vedessi con i miei occhi, riuscirei a credere che lei riesca ad ignorarlo.
« Ah si? Non penso proprio che tu riesca ad ignorare il tuo idolo! »
Esclamo con un sorriso malizioso sul volto, so come è fatta Martina ed il nostro pomeriggio tra amiche, avrà un nuovo partecipante.
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Avevamo appena finito di fare i compiti, quando si sentí la porta di casa aprirsi, rivelando la figura di un ragazzo con gli occhi celesti ed i capelli castani, identici a quelli della sorella.
Dimostrava all'incirca venti anni, non feci in tempo a finire la mia analisi, che Martina corse ad abbracciarlo, attaccandosi a lui, come una sanguisuga.
« Fede! Ti presento la mia migliore amica Alice, Liz lui è Federico. »
Il ragazzo mi osservò un attimino, e poi fece un sorriso salutandomi imbarazzato.
Cazzo, quella imbarazzata dovrei essere io, il fratello della mia migliore amica è praticamente un Dio greco!
Ricambiai il saluto, e mi sedetti sul divano, seguita a ruota dai due fratelli Fiorini. Sarebbe stato un pomeriggio alquanto divertente.

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