Capitolo VIII

204 14 4
                                    

Guardavo fuori dalla finestra, mano a mano che le stagioni si susseguivano, il freddo cominciava a fare capolino, insieme al cattivo tempo. Le giornate erano diventate ancora più pesanti, per non parlare dello studio. Anche se l'esame di maturità lo avremo svolto a Giugno, i professori erano convinti lo facessimo tutti i giorni, decisamente imcoraggiante da parte loro.
Per fortuna eravamo a fine Novembre, ciò significava che Natale era vicino, e con lui un po' di meritato riposo. Quel giorno il tempo rispecchiava decisamente il suo umore, Chiara passava sempre più tempo con Gabriele, e la cosa la faceva non poco ingelosire.
« Martina. »
Una flebile voce mi distrasse dai miei pensieri, mi girai in direzione del mio interlocutore, e mi ritrovai un Elisa non poco stizzita, che - stranamente - cercava di ascoltare la lezione. Tra le mani aveva un bigliettino, capì al volo chi me lo avesse inviato. Lo aprí velocemente, leggendo cosa c'era scritto al suo interno.
" Oggi pomeriggio ti va di andare al cinema? "
Sorrisi, e presi una penna rispondendo.
" È un appuntamento Muzzi? Non pensavo che facessi colpo sulle ragazze come un bambino di quarta elementare. Comunque ci sto, a che ora ci vediamo? "
Ripiegai il bigliettino, e mentre la professoressa era girata per scrivere alla lavagna, lanciai la pallina di carta dall'altra parte della classe. Lo vidi raccoglierla velocemente e leggere il contenuto, mi sorrise e mi mimò un " quattro " con le mani.
Quel giorno stranamente stava procedendo bene.

[ Gabriele. ]
Il suo sorriso mi incanta tutte le volte, e non posso farci niente.
« Amico, perché hai quel sorriso da ebete sul volto? È per la Fiorini? »
Alessandro mi guardò in modo malizioso, mentre lo fulminai con lo sguardo. Ero letteralmente euforico, finalmente dopo tante pene aveva acconsentito a darmi una possibilità. Quel pomeriggio avrei fatto la mia mossa, e finalmente Martina sarebbe stata mia, o almeno speravo. La campanella suonò, mentre la classe si scagliava fuori dalla classe. Dopo che la folla fu fuori dall'aula, mi avvicinai a Martina, mettendo sulle spalle lo zaino.
« Allora, prima di andare al cinema ti va di andare da qualche parte a mangiare? Penso che questo non sia da bambino di nove anni. »
Mi fece un piccolo sorriso e annuì, mentre uscivamo dall'edificio.
«Allora dove andiamo? »
Chiesi mentre, salivo sulla moto nuova di zecca, che i miei genitori mi avevano regalato per Natale. Anche se lo avrei dovuto usare tra un mese, non avevo resistito, e loro hanno ceduto nel darmelo.
« Che ne dici di comprare un po' di affettati, dei panini, e fare un picnic qui? »
La osservai un secondo di troppo, era bellissima in quel momento, euforica e felice.
« Va bene. »
Le sorrisi, e lei contenta mi saltò praticamente in braccio, stringendomi. Un emozione fantastica, anzi più che fantastica.
« Okay, dopo questo sfogo di euforia, torno ad essere la Martina di sempre. »
Ci dirigemmo verso il supermercato più vicino, e ci dividemmo i compiti. Io andai a comprare il pane, mentre lei gli affettati, poi insieme avremmo preso le bevande. Mi avvicinai al banco del pane, quando un paio di braccia mi strinsero da dietro. Mi girai di scatto, e mi ritrovai Chiara davanti agli occhi, anche al supermercato!
« Cosa ci fai tu qui?»
Chiesi abbastanza stizzito.
« Quello che fai te, faccio la spesa. »
Non feci in tempo a replicare, che mi saltò addosso a come un koala. Appena riuscì a staccarmela di dosso, gli occhi di Martina mi colpirono in pieno petto. L'avevo ferita, di nuovo.

[ Martina. ]
Avevo appena finito di prendere il cibo, quando lo vidi, anzi li vidi. Lei era appiccicata a lui come quando eravamo andati a studiare da Elisa, e lui non opponeva resistenza. Il cuore mi si spezzò praticamente a metà, ma non potevo e né volevo piangere. Mi feci forza e mi avvicinai ai due " piccioncini ", la scena che si prestava di fronte a me era alquanto disgustosa, ma a mali estremi estremi rimedi. Senza pensarci due volte, saltai in braccio a Gabriele dandogli un piccolo bacio sulla guancia, sentivo lo sguardo di Chiara penetrarmi la schiena.
« Oh ciao Chiara, come va la vita? Non vedi quanto è bello oggi il mio Gabri? È un vero tesoro, ha deciso di portarmi a fare un picnic romantico. »
1 a 0 per Martina. Chiara girò i tacchi e se ne tornò da dove era venuta, mentre uno schiaffo arrivò in meno due secondi sulla guancia di Gabriele.
« Sei un vero stronzo. »
Uscí dal supermercato arrabbiata come non mai, dirigendomi il più lontano possibile da quel ragazzo.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Avevo vagato tutto il pomeriggio, cercando di non pensare alla scena alla quale avevo assistito - ovviamente - senza successo.
Ero sinceramente patetica in quel momento, seduta su un'altalena per bambini, mentre bevevo the al limone. Mi sembrava di essere tornata alle elementari, fino a tardi al parco con una bottiglia di the ed un panino con il prosciutto, quanto mi sarebbe piaciuto tornare a quei tempi.
« Ehy. »
Quella voce mi travolse come un secchio di acqua gelida, era lui, di nuovo.
« Cosa vuoi? Non ti è bastato lo schiaffo di oggi? »
Lui si avvicinò, fino ad essermi di fronte.
« Senti, non voglio saperne più niente di te. Tu e Chiara formate una bellissima coppia, perché non vai da lei? Sarebbe preferibile, grazie. »
Lui mo squadrò perplesso non feci in tempo a ribattere che le sue labbra erano sulle mie. Okay, la cosa era decisamente strana. Un attimo prima ero arrabbiata con lui, un attimo dopo non riuscivo a staccarmi dalla sua bocca.
Questa volta il bacio fu molto diverso da quello che mi aveva dato quel giorno a casa mia, era più dolce, più casto, anche se ancora per poco.
« Sei la persona più irritante e fastidiosa che io conosca, con la tua aria da " so tutto io ". Sei incredibilmente intelligente, per niente timida, ma soprattutto bella. E credimi se ti dico che Chiara non conta nulla, assolutamente, è lei che mi si avvinghia come una cozza. Anche se credo che dopo oggi non lo farà più. »
Riprese un attimo fiato e continuò a parlare.
« Ho aspettato troppo senza di te, ho bisogno di Martina Fiorini, e che stia con me. »
Lo guardai negli occhi, era sincero, lo sapevo sin dall'inizio. Senza pensarci due volte lo baciai di nuovo, quelle parole mi avevano fatto sentire speciale, ed era solo quello che aspettavo.
« Quindi, stiamo insieme? »
Mi chiese Gabriele speranzoso. Feci una piccola risata e risposi con un flebile "Sí".

Chocolate Kiss.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora