Costumi

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La casa di Triell rieccheggia di fragorose risate. Entro dalla porta principale e subito vengo assalita da tutti tranne che Triell, che è la prima persona da cui  mi sarei aspettata un assalto del genere. Mi guardo intorno cercandolo con lo sguardo, ma comunque con difficoltà: "l'assalto" non mi permette di guardare oltre le scale e ben presto mi trovo avvolta dalle loro emozioni, pensieri e domande assillanti. Lo stupore e il nervosismo vengono schiacciate la senso di felicità ed eccitazione irradiato da loro, così mi ritrovo a sorridere a quelli che, in quel momento, sembrano dei cuccioli all'ora di pranzo.

"Secondo me staresti bene vestita da poliziotta, il colore dei tuoi capelli richiama quello della divisa e..."

Comincia a dire Xena, ma poi viene interrotta da Igor e dai suoi commenti su come sia meglio il costume da diavolessa, di come lei non sappia scegliere e dei suoi gusti insensati. Nel frattempo si aggiunge la voce di Zuma, di solito calma e pacata, ma che stavolta persino la sua sembra più spensierata:

"Secondo me ti starebbe bene quello da gatta, ache se non ti rispecchia per niente, quindi prenderei in considerazione..."

All'inizio non capisco di cosa parlano e il perchè di tanta euforia, ma poi ricordo della famosa festa di cui mi aveva parlato Triell. Non finisce la frase che viene interrotta da Peppe che s'infila tra me e lei dicendo:

"Secondo me dovrebbe decidere lei... Anche se mi piaceresti come dama dell'800."

Prima che possa reagire, vengo issata per le gambe e messa a sedere sulla spalla da un tipo dai capelli bianchi, occhi ambrati e un sorriso a trentadue denti: Triell.

Dovresti sceglierti il costume senza essere condizionata. Sono tutti nel salotto.

Dov'eri?

A sistemare la mia stanza.

Senza ulteriori indugi scendo dalla sua spalla e, sgattaiolando nel salone, mi lascio alle spalle quel pseudo-agguato all'ingresso. Sul divano sono stesi molti costumi, ma la maggior parte lui questi è ancora chiusa negli scatoloni polverosi sparpagliati sul pavimento. Di certo i costumi non mancano: c'è solo l'imbarazzo della scelta. Ci sono costumi sulle civiltà antiche come egizi, romani, indiani, cowboy fino ad arrivare alle dame del 700 e 800. Creature fantastiche come vampiri, fantasmi, angeli, streghe, lupi mannari... Anche se l'ultimo non lo considererei come frutto dell'immagine umana. Con un ghigno divertito passo avanti. Arrivo ai costumi dei personaggi di storie anch'esse frutto dell'immagine umana come fate, puffi, principi e principesse. Do una veloce occhiata ai costumi rimanenti: solo semplici e ridicoli oggetti come posate, zucche, mele e altri tipi di cibo come uova e bacon. Oltre a questi, rimangono quelli da ballerina (classica, moderna, brasiliana...) e animali come il gatto, il cane, il cervo, il lupo e molti altri che risparmio di deridere. Tra tutti questi, che forse saranno più vestiti di quanto un negozio riuscirebbe mai a contenere, uno in particolare mi colpisce: quello da cappuccetto rosso. Ironia o meno, è l'unico che è un misto tra fantasia e realtà, inoltre è appariscente al punto giusto. Esco con aria trionfante dal salotto, felice ed orgogliosa di me per aver trovato un costume che mi rispecchi in così poco tempo. Dopo aver spalancato le porte della stanza vengo interrogata all'unisono da tutti i presenti sul perché avessi scelto un vestito tanto banale. Me la cavo con un semplice:

"A dopo!"

Poi salgo le scale e in tutta fretta mi precipito nel bagno per farmi una bella doccia gelata. Finito di lavarmi, cerco di immaginarmi come potrebbero essere i capelli di una bambina che attraversa il bosco per andare dalla nonna. Decido di lasciarmi i capelli e legarmeli in una treccia morbida sul lato, lasciando qualche ciocca qua e là. Il trucco non so proprio come maneggiarlo così, con ancora l'asciugamano avvolto intorno a me, esco dal bagno rivolgendo le mie suppliche al corridoi e a chiunque fosse stato in grado  di aiutarmi. Sento dei gridolini di esultanza dalle camere di sotto e subito dopo un:

Due anime e un demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora