Vuoi sapere cosa mi è successo eh? Chi sono, che cosa sono e perché lo sono? Io avevo un branco. Io ho un branco di cui ne sono fiero. Di cui ne sono il capo.
Il suo sgardo si addolcisce al solo pensiero.
Il mio piccolo branco. Ne siamo in cinque. Il pelo di Peppe è rossiccio; è cieco ad un occhio, non preoccuparti si sa difendere e come; non è molto adatto alla caccia, perciò ha il compito di badare ai cuccioli.
Cuccioli. Quella parola mi riecheggia nella testa. Una strana sensazione mi pervade il corpo. Mi sento agitata, come se dovessi fare qualcosa, come se mi dovessi preparare pre qualcosa. Ad ogni modo continuo ad ascoltare Triell; noto però che anche lui sembra essere agito e come me, sembra ignorare quella senzazione.
Xena, come dedurrai, è la "combattente" del gruppo. Molto forte certo, ma la sua mentalità non è... stabile; diciamo. Lei ha un bel pelo color nero.; ed è la più piccola come statura. Mai sottovalutarla o fidarsi ciecamente.
Igor è il più grosso e testardo degli altri è color grigio. Anche se è molto forte non è beta, cioè non è il mio vice. Lui ha il compito di rimettere al loro posto i lupi che non rispettano le regole.
Chi potrebbe essere il mio vice?
Il mio vice è Zuma, pelo color miele, anche lei forte. Si distingue dagli altri per la sua spiccata intelligenza e capacità di di farsi rispettare.Si vede che gli manca il branco. Glielo si legge negli occhi che sono preoccupati e nostalgici.
Il mio branco è scomparso quasi una luna fa senza lasciare traccia, tranne che per un proiettile conficcato nella zampa di Peppe.
Luridi bastardi
Lo interrompo bruscamente scattando in piedi. Lo immagino correre all'impazzata nei boschi, senza fermarsi, con una preoccupazione al limite della sopportazione. La sua famiglia scomparsa con un solo "superstite".
La sensazione, il richiamo al "dovere", si fa più forte facendomi diventare sempre più impaziente. Non so dire se è per la voglia di ucciderli o se è per qualcos'altro che mi sento così... Ansiosa.
Non vedo l'ora di prenderli per potergli mangiare l'anima e farli morire dissanguati e...
Non finisco la frase che la voce di Triell mi ammonisce di star calma. I peli rizzati sulla schiena e la lingua che si dimena frenetica tra i miei denti vogliosa di carne e sangue mi dicono che stavo per passare il limite.
Insomma per farla breve ho gli stessi motivi di quasi tutti gli abitanti per odiare gli "umani" .
Sento che non mi ha detto tutto ma è plausibile, ci conosciamo da poco e neanche io mi fido ciecamente. Ma Peppe che fine ha fatto? E come hanno fatto ad uccidere un alce se sono solo 4 (Sento il filo che lega me e Triell chiudersi, impedendo qualsiasi contatto mentale. Così apro la bocca per dirglielo.
Un tuono in lontananza mi ferma; guardo nella direzione da cui proviene e vedo delle nuvole nere. Sono enormi. Una folata di vento carica di freddo e ghiaccio mi sferza il muso. Mi alzo in piedi ed esco dalla boscaglia in cui stiamo per annusare l'aria. Non ci vuole molto per capire che sta per arrivare una tempesta.
Una bufera.
Mi corregge Triell ritornando bambino. Non riesco stare più al passa con i suoi cambiamenti di "personalità".
Allora muoviamoci a cercare un posto che tenga testa alla bufera, a meno che tu non voglia morire congelato.
Dico con una punta di sarcasmo voltandomi per entrare nel fitto del bosco per cercare un riparo; non sento però le zampe enormi di Triell affondare nella neve, così mi giro pensando di trovarlo a guardare le nubi che si stanno avvicinando... ma non c'è.
"ANDIAMO TRIELL, NON FARMI ARRABBIARE. ESCI FUORI... SUBITO!"
Grido spazientita. Non mi va di giocare con una bufera imminente, sopratutto con un lupacchiotto che non sa quando è il momento di scherzare e quando non lo è. Senza una risposta e con una rabbia crescente mi metto sulle sue tracce. Le trovo subito e le seguo, mi conducono dietro un grande spirito dove probabilmente mi stava guardando. Guardo il disegno delle sue impronte.E' strano. È confuso.... ma, le impronte non sono le sue. Non sono SOLO le sue. La pista si prolunga lungo un piccolo sentiero. Quelle di Triell si distinguono subito per via della sua andatura leggera e sicura. Le altre non so di chi sono, sempre di un lupo certo; è più piccolo e cammina insicuro come se non sapesse dove stesse andando. Inoltre quelle tracce hanno bene o male un giono. Ora che guardo meglio però,ha una zampa zoppa.
Peppe.
Triell all'inizio voleva farmi uno scherzo, come è suo solito fare, ma deve aver sentito e visto le tracce di quel lupo ormai zoppo; così deve averlo seguito anche se le tracce sono di un giorno fa.No andiamo non può essere così stupido, o forse si.
Un altro tuono mi dice che sto perdendo tempo e che la bufera si sta avvicinando. Mi metto a correre parallela alla pista di impronte. Sono vicini lo sento, anzi li sento. Sento il respiro affannoso del lupo cieco e zoppo. Ma dove sperava di arrivare senza vedere e camminare bene?!
"Triell"
Lo chiamo sentendo delle zampe affondare nella neve anche se però mi suonano strani; quindi rallento la corsa fino a camminare cautamente facendo attenzione a qualsiasi rumore o movimento. C'è un silenzio assordante: la calma prima della tempesta.
I primi fiocchi di neve cominciano a cadere dal cielo. Non c'è alcun suono. Neanche il fruscio del vendo osa romere quel silenzio. E per un momento dimentico quello che stavo facendo. Poi un orrendo grido di dolore squarcia quella calma che mi stavo godendo fini a pichi attimi fa. La rabbia nei confronti di Triell si trasforma in preoccupazione. Riprendo a correre freneticamente sperando che non sia successo qualcosa a Triell. Corro fino a quando non mi trovo alle spalle di un alce. Un bestione colossale grande due volte e mezzo un lupo e pesante dieci volte in più. Tra le sue lunghe gambe riesco a vedere Triell con uno sguardo infernale rivolto all'alce. Ha le labbra arricciate in un ringhio talmente potente che lo scuote da capo a piedi e tutto il pelo del suo corpo bianco come la neve è alzato, così come la sua coda. È incredibile come quel piccolo lupacchiotto giocoso sia capace di... far questo. Due cose tradiscono la sua figura imponente: le pupille tirate e la muscolatura troppo tesa. Ha paura.
Ma paura per cosa?
Qualsiasi cosa sia deve spostarsi da lì se non vuole ritrovarsi a terra per SEMPRE; ma non posso neanche catapultarmi in mezzo a loro senza provocare il caos generale, anche perché un alce è inaccettabile frontalmente. Devo prenderlo al fianco e devo farlo anche in fretta perché la situazione sta diventando pericolosa; non che non lo gosse già. Ci giro intorno fino ad arrivare ad avere il suo fianco di fronte a me. Enfasi della caccia mi prende la mano e sorpasso così il limite. Sento le zanne e le gambe allungarsi fino a raggiungere la stessa altezza della mia prossima vittima. La lingua appuntita si dimena impaziente, leccando tutto il muso.
Entrambi sono talmente tesi che non mi hanno sentita. Poco male. L'alce sta raspando e picchiando il terreno con la zampa per caricare.
Basta aspettare
Ormai impaziente spicco un balzo per addentare il fianco dell'alce. L'ultima cosa che sento è l'urlo di dolore da parte dell'alce, un ultimo ringhio da parte di Triell e il rimbombo di un tuono molto vicino.
Ehi raga Buon Natale!!!!
E x ki se lo stesse chiedendo forse lo faccio il capitolo sul natale o qualcosa del genere ;-)
Baci
