Mentre cercavo qualcosa da mettere sotto i denti,riflettevo su ciò che avevo imparato:il mio nome, le creature più pericolose,cosa fare quando viene la pioggia... Dopo poco tempo trovai delle bacche di Belladonna,buone per alcuni ma letali per me. Continuai a camminare,osservare e fiutare finchè non sentì un buon odore;seguendolo giunsi ad una carcassa di cervo mezza divorata. Il mio naso però,mi diceva che oltre alla carcassa c'era anche qualcun'altro prima del suo arrivo; qualcosa di grosso, molto grosso: un orso. Ma non era solo, dovevano esserci anche altri animali( per gli evidenti segni di lotta)che probabilmente volevano quel bottino che io in quel momento, mi stavo gustando come se fosse niente.Quindi l'orso non doveva essere molto lontano. Così mi affrettai a mangiare. La carne era deliziosa, tanto che ne mangiai avidamente in grande quantità.un odore forte aleggia nell'aria. Un fortissimo ruggito alle mie spalle, mi giro di scatto e trovo a non più di 5 balsi di distanza , l'orso in tutta la sua potenza. Mi fissava . Aveva ancora il muso sporco di sangue. Rivoleva la carcassa; però io non ero disposta a condividerla tanto meno a cederla. Mi alzai in tutta la mia statura, anchr se era insignificante rispetto a quella dell'orso. Ruggī di nuovo; stavolta caricò. Senti:un brivido corrermi lungo la schiena, la terra abbassarsi sotto i miei piedi e un ringhio spaventoso risuonarmi nelle orecchie. L'orso si arrestò di colpo, sembrava spaventato e sorpreso allo stesso tempo. Non sapeva cosa fare.
Intanto mi accorsi che le mie mani erano più pelose di quanto me le ricordassi; anzi non erano più le stesse, bensì zampe enormi.Inoltre avevo la coda. Mi sentivo forte, potente, tanto da sfidare l'orso. Stavolta fui io ad avanzare con uno sguardo minaccioso . Lui indietreggiò, intimorito dalle mie dimensioni e dalla mia evidente voglia di combattere. Infine capī che non ce l'avrebbe fatta contro di me; voltò rinunciando a quella deliziosa carcassa. Con sorpresa mi accorsi dei miei muscoli tesi rilassarsi e dei miei peli irti sulla schiena:ero una molla pronta a scattare. Ritornai a mangiare, orgogliosa e fiera dime. Mangiai in sembianze di lupo, dopotutto anche la mia dea interiore doveva mangiare...
