"Che grandissimo stronzo!" urlai, sbattendo la porta dietro le mie spalle.
"E io sono proprio una grandissima stupida."Mi ero lasciata andare completamente. L'avevo baciato e stavo anche per andare oltre, se solo mia madre non ci avesse interrotti. Soprattutto, stavo per tradire Marco.
Dio, cosa diamine mi era saltato in mente?
E la cosa peggiore era che tutto questo per lui non aveva contato nulla, aveva solo bisogno di sfogarsi per togliersi di dosso il peso della sua relazione ormai giunta ad un punto morto.
Che cogliona... come avevo anche solo potuto pensare che uno come lui potesse minimamente interessarsi ad una come me.
Lui aveva il suo mondo, era famoso e conosciuto in tutta Europa.
Io ero semplicemente una studentessa fuorisede che ancora non sapeva che cosa voleva dalla vita.
Oltretutto, eravamo entrambi impegnati in storie con altre persone, seppur disfunzionali a modo loro, e sapevo benissimo che, almeno per quanto mi riguardava, Marco non meritava una cosa simile.Marco, già...
Automaticamente il mio sguardo si posò sulla scatolina in velluto poggiata sul mobile in camera da letto. Era rimasta lì, la sera della proposta, e da allora non avevo neanche avuto il coraggio di aprirla per guardare ciò che conteneva al suo interno. In realtà, tra le mille cose che avevo avuto da fare, non avevo proprio avuto modo di pensare anche a quello.
"La verità è che non ci vuoi pensare, perchè in fondo sei consapevole del fatto che non vuoi sposarlo e non sai come dirgli di no" pensai immediatamente.
Forse era vero, forse Marco non era il ragazzo giusto per me, l'uomo con cui trascorrere il resto della mia vita e il suo non essere mai presente di certo non era un punto a suo favore. Mi aveva lasciata da sola in uno dei giorni più importanti della mia vita, pur avendomi promesso che avrebbe fatto di tutto per esserci, e questo ormai capitava sempre più spesso. Avrei potuto sopportare un futuro così?
"Invece Matteo era lì" sussurrai in modo quasi impercettibile.
Ripercorsi tutto ciò che era accaduto nelle ore precedenti. L'attacco di panico, l'ultimo esame, la sorpresa, la consapevolezza di avercela fatta, il bacio, le urla... la sensazione delle sue labbra sulle mie, delle sue mani sul mio corpo. Non mi sentivo così viva da tempo e tutto ciò mi spaventava, così come il fatto che la sua immagine ormai aveva affittato un posto fisso nella mia mente e sembrava non volerne uscire più. Tormentata da tutti questi pensieri, mi infilai sotto le coperte.
Ero distrutta, ma sebbene la giornata fosse stata più pesante del previsto, quella notte riuscii a dormire poco e niente."Amore sono a casa" improvvisamenre venni svegliata dalla voce di Marco che apparve sulla porta della nostra camera.
"Ma che ore sono?" Risposi stizzita.
Ero incazzata, molto incazzata. Odiavo essere svegliata dalle urla, odiavo le chiacchiere di prima mattina e soprattutto odiavo il fatto che lui fosse lì in quel momento."Ci siamo svegliate con la luna storta eh?" Mi chiese ironico.
"Dici sul serio? Marco forse non ti rendi conto..."
Assurdo. Semplicemente assurdo. Mi sembrava paradossale il fatto che non riuscisse a capire quanto io potessi esserci rimasta male, non per la sua assenza in sè, ma perchè mi aveva promesso che ci sarebbe stato e lui ormai da troppo tempo non riusciva a mantenere la parola data."Dai, ho fatto di tutto per essere qui con te ora, non apprezzi nulla..." sembrava anche scocciato.
"Esatto, ora... io ti volevo qui con me ieri. Dov'eri mentre combattevo contro me stessa per convincermi ad entrare in quell'aula? Dov'eri mentre stavo avendo un attacco di panico? Dov'eri mentre morivo di ansia in attesa dei risultati? Dov'eri, Marco? Dove cazzo eri?" Urlai esausta.
"Io... lo sai... il lavoro..." non sapeva come ribattere. Tipico.
"Il lavoro qua, il lavoro là... sempre questo maledetto lavoro. Io non ce la faccio più" stavo per crollare e non potevo permetterlo. Tutta la tensione accumulata negli ultimi giorni stava per uscire fuori nel peggiore dei modi, mi sentivo come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro.
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Irresistible - Matteo Pessina
Fanfiction"Piacere, Viola" Mi tese la mano e io la strinsi prontamente. Sicuramente non aveva idea di chi fossi. Probabilmente non era neanche una tifosa accanita o una donna che accompagnava il fidanzato alle partite durante il campionato. "Matteo. Piacere...