"Quindi si può sapere cosa ci facevi a Monza?" Marco incalzò mentre ripercorreva la strada verso Bergamo, verso casa nostra.
"Ti ho già detto che mi sono fermata da un'amica, ripetevamo il discorso per venerdì o ti sei già dimenticato che tra quattro giorni mi laureo?"
Ero nervosa, tanto nervosa, questo lui lo sapeva bene e, ovviamente, attribuendo questo mio atteggiamento proprio al periodo che stavo passando, decise che era meglio scegliere la strada del silenzio.
Scelta totalmente approvata da me che, nel frattempo, avevo ben impressa in testa l'immagine di Matteo in lacrime aggrappato a me.
Vederlo in quelle condizioni mi aveva straziata e riuscire a rimanere ferma nella mia decisione senza saltargli addosso era stato ancora più difficile.
Solo che lui di certo non pensava alla mia sofferenza mentre ostentava davanti a milioni di persone l'amore per la sua meravigliosa fidanzata.Ma come eravamo arrivati a quel punto?
Ero ben consapevole fin dall'inizio di quello in cui mi stavo cacciando, sapevo che era sbagliato, sapevo che non avrei dovuto in alcun modo perdere il controllo, eppure il solo pensiero di poter trascorrere anche solo un minuto tra le sue braccia, aveva fatto vacillare tutte le mie certezze.
Ciononostante, come avevo anche solo potuto immaginare che Matteo Pessina, calciatore di Serie A, campione d'Europa, con una fidanzata storica a casa e migliaia di ragazze al suo seguito, potesse aver notato, anzi ancora peggio, avesse potuto innamorarsi di una come me.
Una pazza che non sa nemmeno distinguere i bagni di un ristorante.
Ecco quello che ero.
Diamine, se ripenso a quel momento e a quante cose sono successe da allora, da quella proposta.
Quasi dimenticavo, la proposta di matrimonio.
Per un attimo sobbalzai sul sedile dell'auto di Marco."Che succede, amore?"
"Tranquillo, niente di che. Ho appena ricordato di non aver chiamato in pasticceria per definire gli ultimi dettagli della torta" cercai di rassicurarlo.
Niente di che un cazzo.
L'indomani sarebbero arrivati i miei genitori e io non avevo aperto bocca riguardo all'argomento nè con Marco, nè tantomeno con loro o con i miei parenti.
Nessuno, a parte noi due e Matteo, sapeva di quella proposta e il mio ragazzo era sempre più impaziente di ricevere una risposta, una risposta sicuramente diversa rispetto a quella che avevo ormai ben chiara nella mia testa.
Proprio per questo motivo e conoscendo la sua indole esibizionista, iniziò a farsi spazio nella mia mente il sospetto che potesse decidere di fare una delle sue uscite plateali davanti a tutta la mia famiglia e il terrore si impossessò nuovamente di me, non potevo permettere che facesse una cosa del genere, nè tantomeno che potesse farlo prima che io ne avessi parlato almeno con i miei genitori.
Tuttavia, in quel momento dovevo concentrarmi sulla discussione della mia tesi e tutto il resto avrebbe dovuto aspettare.L'indomani, così come previsto dalla mia tabella di marcia, andai in aeroporto a prendere i miei genitori.
Avevamo concordato che sarebbero arrivati prima di tutti gli altri parenti, sia per darmi una mano con gli ultimi preparativi, sia perchè sentivo che sarei potuta crollare da un momento all'altro e le uniche persone di cui avevo bisogno al momento erano proprio loro due.
Marco era fuori per lavoro, che novità... ma almeno avrei avuto modo di parlare con loro senza la sua ingombrante presenza.Poco più tardi, mio padre era già ai fornelli per preparare il pranzo, mentre io stavo finendo di sistemare la stanza degli ospiti che per quei giorni avrebbe ospitato i miei.
"Viola, vieni immediatamente qui" sentii urlare mia madre dall'altra stanza.
Mi catapultai immediatamente nella stanza che condividevo con Marco e la trovai lì, con quella maledettissima scatolina di velluto in mano.
"E questo cosa significa? Non dirmi che è quello che penso."
Immediatamente sbiancai.
Avevo avuto talmente tanti pensieri, da dimenticarmi completamente di dover nascondere l'anello dall'indole curiosa di mia mamma.
Avevo sì intenzione di parlare loro della proposta, ma non volevo che venissero a saperlo così.
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Irresistible - Matteo Pessina
Fanfiction"Piacere, Viola" Mi tese la mano e io la strinsi prontamente. Sicuramente non aveva idea di chi fossi. Probabilmente non era neanche una tifosa accanita o una donna che accompagnava il fidanzato alle partite durante il campionato. "Matteo. Piacere...