"Lara sbrigati con quei piatti" la voce della madre le arrivò, squillante, dal salotto dove era intenta a spolverare i mobili e sovrastò anche il rumore dell'acqua che sgorgava sulle stoviglie.
"Sì mamma ho quasi finito" rispose lei a voce alta, per poi ruotare gli occhi al cielo scocciata dal dover restare lì in casa, mentre fuori il sole stava già sciogliendo tutta la neve che aveva riempito le strade fino al giorno precedente.
Lagos era l'isola più candida tra tutte quelle del Mare Stretto, poichè il clima rigido e nevoso dominava gran parte dell'anno e poche erano le giornate di tregua. Durante queste molti ne approfittavano per uscire e le famiglie più ricche del villaggio, preparavano le loro carrozze e con le rispettive famiglie, si avventuravano verso la costa per vedere il mare.
A Lara, però, così come a tante ragazze della sua età o più grandi di lei, non era consentito stare fuori casa da sole e senza un'accompagnatore.
A risvegliarla dai suoi pensieri ci pensarono i passi svelti della madre ed il suo impadronirsi, pragmaticamente, della situazione della cucina.
"Ci penso io qui, ci stai mettendo troppo tempo, dobbiamo finire prima che Anthony e tuo padre ritornino a casa" disse prendendo il posto della figlia e continuando a pulire le ultime stoviglie rimaste.
Lara sbuffò e si accasciò su una delle sei sedie intorno al tavolo in legno che dominava il centro della cucina:
"C'è altro da fare, mamma?" domandò infine, arrendendosi all'idea di dover trascorrere la bella giornata dietro alle faccende.
"No ho già fatto tutto" le rispose lei, spegnendo l'acqua e asciugandosi le mani bagnate con uno strofinaccio.
Lara balzò in piedi e guardò l'orologio appeso alla parete di fronte, mancavano ancora due ore prima del ritorno di suo fratello dalla scuola e ancora più tempo prima del ritorno del padre.
"Posso uscire mamma?" chiese infine, con tono supplicante e ricevette subito un secco "No" di rimando.
"Ti prego, domani tornerà il freddo e non ci metterò molto" continuò ad insistere, letteralmente pregando la madre.
La donna alla fine si arrese, concedendo solo un'ora alla figlia per godersi il sole:"Stai attenta, diritta a casa della tua amica Joanna e solo un'ora... Capito?"
"Sì mamma, tranquilla" disse Lara mentre si abbottonava in fretta il cappotto, si sistemava la gonna lunga del vestito e si richiudeva la porta di casa alle spalle.Il calore improvvisamente le investì il viso e le mani, mentre camminava a passo svelto lungo le stradine del villaggio superando: case,negozi,carrozze in viaggio e tante altre persone che passeggiavano come lei.
Di tanto in tanto, Lara aveva attirato gli sguardi di alcuni passanti, sia uomini che donne poichè camminava spedita e totalmente da sola; ma non se ne curò e non si fermò a parlare con nessuno; ascoltando in parte le raccomandazioni della mamma.
Però, sicuramente non sarebbe andata a fare visita alla sua amica, anzi si stava dirigendo verso la casa della sua insegnante, anche se non c'erano lezioni quella mattina; da lì sarebbe stato più veloce imboccare il sentiero che portava al suo posto speciale.
Proseguì spedita, ma la stradina per la grotta era tutta in salita e inevitabilmente la rallentò; infatti quando arrivò a destinazione e controllò l'orologio, notò di aver già sprecato metà della sua ora di libertà.
Sbuffò e si sedette, come sempre, sul freddo pavimento roccioso dell'antro, tirando fuori dalla borsa una candela e dei fiammiferi per farsi luce ed il suo blocco da disegno, per terminare un lavoro che non aveva concluso a lezione.
Cora lasciava sempre a tutte loro carta bianca durante l'ora di arte e Lara aveva scelto di disegnare l'isola, ovvero come immaginava il regno di Lagos visto dall'alto.
Tracciò con la matita lo schizzo del castello e della montagna che lo ospitava, colorò il mare che circondava tutto il regno con un colore blu intenso, ma proprio mentre era concentrata sul suo lavoro, un rumore di passi la costrinse ad alzare lo sguardo in fretta.
Afferrò la candela e la puntò verso la zona buia, da dove proveniva quel suono; il fuoco subito illuminò l'ombra rivelando un volto che si faceva strada, anche lui, fino alla fine della grotta."Chi siete?" domandò subito Lara, mettendosi in ginocchio e abbandonando il suo disegno.
Il ragazzo fece lo stesso, per non picchiare la testa contro il soffitto troppo basso:"Potrei farvi la stessa domanda" fece una breve pausa, in cui Lara si sentì i suoi occhi chiari puntati addosso, anche troppo per i suoi gusti, poi riprese a parlare:"Conoscete anche voi questo posto?"
"Sì, ci vengo da molto tempo" rispose lei prontamente e con un po' di impazienza, non aveva molta voglia di condividere il suo posto con qualcun'altro.
Lui non rispose, ma la oltrepassò e si diresse verso il mucchio di giocattoli poco dietro di lei, iniziò a prenderli uno ad uno e li ispezionava con sguardo curioso.
"Non ti hanno insegnato che dovresti chiedere il permesso, prima di prendere le cose altrui?" le disse lei sarcastica e con le braccia incrociate al petto.
Il ragazzo si voltò verso di lei, spalancando gli occhi stupito, probabilmente nessuna ragazza si era mai rivolta a lui con quel tono, pensò Lara, ma c'era una prima volta per tutto.
"Avete ragione" rispose lui, ricomponendosi "Io sono Alex comunque e ti sorprenderà sapere che abbiamo condiviso questo posto per molti anni, vedi..." le indicò alcuni peluche e una torre costruita con dei mattoncini colorati "Questi sono miei, le bambole sicuramente sono tue."
Ora era il turno di Lara di spalancare gli occhi stupita, certo ormai non credeva più alla storia della grotta che regalava giochi, ma aveva smesso da tempo di cercare una spiegazione per quel curioso evento.
"Le bambole sono mie, sì" annuì "Mi chiamo Lara Morales, comunque e vengo dalla contea est del villaggio, tu?".
Alla fine decise di presentarsi e accettare di condividere il suo rifugio, non era più una bambina ormai e di certo sapeva come comportarsi da adulta.
Alex si sedette di fronte a lei e per un secondo abbassò lo sguardo verso la fiammella della candela, come se non sapesse cosa dire.
"Anche io abito al villaggio, mio padre ha una falegnameria e gli do una mano." disse infine, ma il suo tono era troppo esitante.
C'era dell'altro che nascondeva? Stava mentendo su tutto? O forse era soltanto il cervello di Lara che viaggiava troppo ed Alex era soltanto, una persona molto riservata?
Quelle domande continuarono a ronzarle in testa, come un chiodo ben fissato ad una parete, anche quando lo salutò ed imboccò la strada per fare ritorno a casa."Devo vedere mio padre" affermò con tono serio e le guardie che presidiavano gli alloggi del re di Lagos, si fecero da parte per farlo passare.
Non appena la ragazza era andata via, anche lui l'aveva seguita ed era ritornato al castello, poichè dopo quell'incontro doveva assolutamente parlare con il padre.
Aveva superato in fretta tutto il trambusto dei corridoi ed il via vai delle guardie e delle famiglie dei consiglieri che allogiavano lì, fino a raggiungere le stanze reali.
Il re Stephàn II di Lagos era lì, seduto dietro la sua scrivania scura ed intento a firmare documenti ed esaminare la fitta corrispondenza.
Quando le porte si erano aperte, aveva dedicato tutta la sua attenzione al figlio appena giunto e che aveva preso posto, di fronte a lui.
"Figliolo, mi ha detto una delle tue guardie che sei stato via, almeno uno di noi si è goduto il primo sole dell'anno" esordì calmo il re, ma il figlio era tutt'altro che sereno.
"Papà, non sanno neanche il mio nome, sarò re un giorno e a Lagos non mi riconoscono neanche" sbottò Alex, senza però ricevere nessun accenno di stupore da parte del padre.
Con l'espressione imperturbabile rispose:"Il protocollo prevede questo Alexander, hai raggiunto i ventitrè anni come previsto, tra qualche mese potrai vedere il popolo e tutti sapranno chi sei"
Quando il re lo guardava fisso negli occhi e parlava con quel tono fermo e severo, sapeva di non avere margine di replica.
Le leggi erano quelle, stabilite molto prima che lui nascesse e, come gli era sempre stato insegnato, anche se non le gradiva doveva sempre attenervisi.
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I fiori mai spezzati
General Fiction"We are the blood of the witches you thought were dead... Dopo una lunga storia di regine, il regno di Lagos viene conquistato e plasmato sul volere del primo re Malcom I. Adesso erano i sovrani ad avere la corona e pieni poteri, tutte le nuove leg...