80.2 ☀️ ʙᴏᴋᴜᴀᴋᴀ sᴘᴇᴄɪᴀʟ

361 11 7
                                    

A Jas

Grazie per esserci sempre e per sopportare i miei scleri

.。゚+..。 ☀️ ゚+..。*゚+

ᴘᴀʀɪɴɢ: ʙᴏᴋᴜᴀᴋᴀ [ʙᴏᴋᴜᴛᴏ x ᴀᴋᴀᴀsʜɪ]
ʀᴀᴛɪɴɢ: ᴠᴇʀᴅᴇ
ᴛᴀɢs: sᴜᴍᴍᴇʀ!ᴀᴜ
ᴡᴏʀᴅ ᴄᴏᴜɴᴛ: 6554

'Cause I remember every sunset
I remember every word you said
And we were never gonna say goodbye
Singing la-da-da-da-da

Tell me how to get back to
Back to summer paradise with you
And I'll be there in a heartbeat, oh-oh
I'll be there in a heartbeat, oh-oh

Summer Paradise • Simple Plan

❝Bokuto amava principalmente due cose: la pallavolo e l'estate, e non perché in estate cadeva il compleanno del suo discepolo preferito (okay, sì, anche per quello) ma fondamentalmente perché ogni estate — quando Foster, l'allenatore degli MSBY, concedeva loro un po' di svago e di tranquillità da quel trambusto che erano gli allenamenti — lui e i suoi migliori amici solevano passare le vacanze proprio in Brasile da Shōyō, e che capitasse proprio nel pieno mese del suo compleanno, beh, era solo una fortuita coincidenza e non Bokuto che, in ginocchio e con le mani unite in una preghiera, chiedeva all'allenatore di spostare il mese di pausa da luglio a giugno.

Dopotutto, lui doveva assolutamente andare dal suo piccolo gufetto brasiliano per accettarsi che mangiasse e bevesse e andasse regolarmente in bagno, e conoscesse ancora la lingua giapponese perché metti caso che andava a trovarlo e sapesse parlare solo portoghese?, poi come avrebbe fatto a comunicare con lui?

E così, da due anni a quella parte, ogni mese di giugno preparava il suo trolley grigio — quello con i gufetti e le apette che le aveva disegnato sua nipote perché <<così è più colorato, zio Kōtarō>> — prenotava un biglietto aereo di prima classe perché, cazzo!, lui era un giocatore professionista di prima lega e quindi poteva permetterselo, e portava con sé, non solo Kuroo — il suo inseparabile migliore amico — ma anche Kenma, il ragazzo del suo inseparabile migliore amico, e Lev, un lampione della luce alto due metri che utilizzava principalmente per ripararsi dal sole bollente del Brasile.

E la cosa che Bokuto amava più del Brasile, oltre al mare cristallino e alla sabbia dorata, era l'aria che respirava (non che in Giappone si respirasse principalmente aria contaminata dallo smog e dall'inquinamento cittadino, assolutamente no) ma l'aria brasiliana era così profumata — e non intendeva profumata da ogni ben di dio che i venditori ambulanti preparavano per sfamare i turisti o altri concittadini —, così febbricitante di festeggiamenti, di risate, di allegria, di urla e di musica, di canzoni intonate per strada per mero divertito, e che fosse per se stessi o per altri poco importava perché l'importante era divertirsi.
Si voltò indietro deciso a convincere i suoi tre amici a prenotare un taxi per andare a casa di Shōyō e fargli una sorpresa stupenda (a detta dello stesso giocatore di pallavolo) ma non fece neppure in tempo a voltarsi e richiamare l'attenzione dei tre che una voce, squillante e allegra, gli arrivò alle orecchie facendolo fermare di colpo.

<<BOKUTO-SAN>>

Bokuto si voltò verso l'origine della voce.
A pochi metri da lui il suo piccolo discepolo lo salutava, in punta di piedi, e con un braccio alzato in un chiaro tentativo di attirare la sua attenzione; la t-shirt verde chiaro e quel paio di pantaloncini bianchi stonavano incredibilmente con il paio di Nike sportive rosse fuoco e il cappello da pescatore — quello che andava di moda per merito degli idol coreani — giallo chiaro, e per quanto orribili fossero nell'insieme quei colori, beh, si trattava comunque di Hinata Shōyō, quell'enorme tavolozza di colori sgargianti che riusciva a colorare persino lo scenario più cupo e nefasto.

ᴛᴜᴛᴛᴀ ᴄᴏʟᴘᴀ ᴅɪ ɪɴsᴛᴀɢʀᴀᴍ || ʜᴀɪᴋʏᴜᴜ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora