Capitolo: 6

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Biiip.. Biiip... Biiip...
Che cos'è questo suono, che fastidioso. Cerco di muovermi ma sono come bloccata da qualcosa, cerco di aprire gli occhi anche se li sento pesanti, tengo gli occhi semi -aperti...la luce mi porta a chiuderli di scatto per il fastidio, ma provo a riaprirli ed a focalizzare dove mi trovo. Sono in una stanza bianca con una finestra alla mia sinistra, ci sono lettini vuoti al mio fianco con tanto di tendine verdi, cerco di mettermi seduta ma il forte dolore alla testa e qualcos'altro mi bloccano. Noto che ho fili attaccati quasi dappertutto, ed un tubbicino sul naso, capisco adesso dove mi trovo, sono in un ospedale.
Uno dei miei incubi più grandi. Li odio.
Noto che sono sola, come sempre nessuno si preoccupa per me a nessuno gli frega di quella ragazza con tutti i problemi del mondo. All'improvviso sento una porta sbattere che distrae i miei pensieri ed un dottore si mostra davanti al mio lettino, lo guardo corrucciata mentre lui non cerca nemmeno un mio sguardo, troppo impegnato a scrivere sulla sua cartellina. Poi d'un tratto alza lo sguardo, sembra che provi pena... Non voglio che le persone mi guardino così, non voglio che provino pena per me.
- La smetta. - gli dico girando lo sguardo e puntandolo verso la finestra. Il dottore sembra essersi ripreso dal suo trance e sussulta alle mie parole.
- Come scusa? -
- La smetta di guardarmi così, non voglio fare pena a nessuno -
- Oh, scusami se in qualche modo ti ho infastidito mi dispiace. Comunque fossi in lei sarei un po' più cortese con chi l'ha aiutata a riprendersi, sa dovrebbe anche ringraziare quel ragazzo che l'ha portata qui, se non fosse per lui già lei non sarebbe più qui fra noi. -
A quelle parole giro di scatto la testa e lo guardo preoccupata e curiosa allo stesso tempo. Chi mi aveva vista in quello stato? Chi mi aveva aiutata? E che fine aveva fatto quel bastardo che mi aveva ridotta così? Troppe domanda a cui volevo dare risposta mi si affollarono in testa. Il dottore vedendo che non rispondevo prese lui la parola.
- Comunque.... Hai avuto un brutto incidente, quel signore è scappato ma abbiamo avvisato la polizia, lo ritroveranno presto. Hai subito un trauma visto che al cervello non è più arrivato ossigeno, ma per fortuna non ci sono stati gravi problemi e quindi già da domani potrai tornare a casa, anche se non abbiamo potuto rintracciare i tuoi genitori. Sai per caso come possiamo contattarli? Dovrebbero firmare alcune schede.-
A quelle parole sussulto. I miei genitori? Io non avevo nessuno.
- io.. Non ho nessuno. - gli dissi voltandomi di nuovo verso quella finestra bianco cancellino.
- Umh... Vedremo allora cosa possiamo fare. Ma quindi, scusa la domanda... ma come vivi? Cioè vivi da sola? E come fai a vivere? -
- non credo siano cose che le riguardino. -
- era solo...-
- devo chiedergli di farmi uscire prima, anzi adesso. Ho una sorellina piccola che mi starà aspettando, non posso farla preoccupare. - gli dissi puntando i miei occhi nei suoi.
- Mi dispiace ma non posso farlo, se vuole può chiamare qualcuno che conosce. Oppure chiamerò direttamente io qualcuno, credo che quel ragazzo sia un suo amico visto che mi ha lasciato il suo numero per avere novità sul suo conto. -
- No! Non lascerò mia sorella in mani estranee! Questo ragazzo poi chi sarebbe?! Anzi no guardi non mi interessa nemmeno voglio solo uscire da qui, quindi mi aiuti a togliermi tutti questi fili.-
BIIIP BIIP BIIIP BIIIP ...
D'un tratto mi blocca i polsi che cercavano di togliere quei fili del cazzo senza riuscirci.
- stia ferma! Si calmi, se si agita sverrà di nuovo! -
- Cazzo mi tolga le mani di dosso! Mi lasci andare! -
- INFERMIERAA IL TRANQUILLANTE! -
- che cosa?! Ma la vuole smettere!? Sto benissimo!!! -
All'improvviso una donna paffuta ed in uniforme entra con una siringa in mano posizionandomela sul braccio.
- NON OSI FARLO!! -
BIIIP BIIIP BIIIP BIIIP BIIIP BIIIP
- stia ferma!! Rischierà un infarto se si agita così! Soffre di cuore ragazzina!! -
- CHE CAZZO STA SUCCEDENDO QUI?! -
Una voce ci distrae tutti, portandoci a voltare verso la porta dove vi era.. Occhi ghiaccio, scuro in volto mi fissava in attesa di qualcosa.
Mi ero incantata vedendolo, mi ero totalmente persa in quel suo sguardo così profonda che adesso non accettava repliche.. Che ci faceva lui qui? Ero totalmente presa da lui che non mi accorsi nemmeno che quella troia dell'infermiera mi aveva bucato la pelle con l'ago ed aveva premuto la siringa. Mi sentì attraversare da un liquido che pizzicava ma era piacevole così piacevole che mi venne sonno.
Mi lasciai scivolare nel lettino, ma sempre guardando lui è i suoi occhi, mi davano sicurezza, non capivo perché si trovasse lì ma in quel momento ne ero felice, perché almeno qualcuno ci sarebbe stato al mio risveglio. Perché ci sarebbe stato no? Anche se non volevo che qualcuno mi vedesse così ridotta, specialmente se quel qualcuno era lui. Odiavo questa situazione, e vedendo il suo passo lento ma spedito verso di me chiusi gli occhi.
*FlashBack*
{ -MA CHE CAZZO?!- Quella voce.... Mi ricorda qualcuno...
- LASCIALA STARE BRUTTO STRONZO! ORA VEDI CHE TI FACCIO!- no! Scappa, corri via da questo schifo.
- TU CHI CAZZO SEI?! FATTI I CAZZI TUOI! - urla quella bestia. Bastardo! Bastardo!! Vorrei gridare.
Semi apro gli occhi, come se qualcosa mi volesse far vedere per l'ultima volta cosa sta accadendo.
Un ragazzo è sopra quella merda, lo sta pestando per bene, riesce a schivare ogni pugno, ogni calcio. Sangue... Vedo sangue che schizza da tutte le parti. Le mani del ragazzo sono tutte sporche, rosse. Una furia è, mi fa quasi paura, sembra che ci provi perfino divertimento, vedendo un ghigno sul suo volto. Poi d'un tratto si blocca, come se si fosse ricordato di qualcosa o meglio qualcuno e voltandosi nella mia direzione noto che ha due guance arrossate, un ciuffo ormai sfatto biondo, e degli occhi cielo. Quegli occhi cielo.
-Niall..- sussurrò a voce bassissima credo che nemmeno mi abbia sentito talmente era corto il fiato. }
*fine FlashBack*
Mi giro e mi rigiro sul letto, è morbido in confronto al mio, non che il mio potesse essere definito o chiamato "letto". Mi sveglio finalmente, sembra che quel l'incubo non finisse più. Poi mi ricordo che era niall... Niall mi aveva salvato. Anche se quel ghigno su quel suo volto angelico non me l'aspettavo proprio. Perché lui? Perché fra tutti i ragazzi proprio lui doveva aiutarmi?
Mi guardo intorno e non vedo traccia di dottori, quindi mi stacco tutto ed esco dal letto, prima però mi svesto da quell'abito di cotone che danno negli ospedali. Noto che i miei vestiti sono sopra la poltroncina accanto, mi metto lentamente i jeans lasciandoli com'è il mio solito fare alle ginocchia, per poi prendere la t-shirt ed infilarla e quando sto per abbassarla dal volto sento un colpo di tosse.
Mi volto spaventata ed ancora con le braccia in alto con la maglietta bloccata sopra la testa, noto due occhi divertiti che mi scrutano ed un sorriso che non avevo mai visto sul suo volto, divertito, divertito da me. Ma allo stesso tempo affascinante e sexy, il sorriso strappa mutandine di Zayn non era nulla in confronto.
- Sai non dovresti andartene, devono farti ancora alcuni accertamenti. E poi che metodo strano ed esilarante il tuo per indossare dei vestiti, comunque molto carino il tuo intimo, però dovresti usare colori più accesi di un bianco ormai consumato. - mi disse il suo sguardo era rivolto su tutto il mio corpo lo guardava intensamente, quasi come se volesse ricordare ogni particolare. Poi d'un tratto si fermano sul mio collo che sicuramente sarà contornato da qualche livido. Per non parlare della cicatrice che speravo con tutto il cuore il reggiseno mi coprisse per bene. Ma visto che adesso il suo sguardo insisteva sul collo credo che non l'abbia notata. Quindi alla svelta mi ricompongo e torno in me voltandomi dall'altra parte e continuando a vestirmi molto più velocemente possibile.
Sento una risatina strozzata dietro. Lo faccio ridere, mi sta deridendo. Ovvio non ho le forme che sicuramente sarà abituato a vedere, sono magra. Troppo. Ma non per scelta mia. Non volevo che nessuno mi vedesse più del dovuto, sembro malata fisicamente. Non posso attrarlo, può solo ridere di me. Stringo i pugni appena finisco di vestirmi e mi volto di nuovo verso di lui.
- che ci fai tu qui? E perché cavolo non mi hai avvisata prima che io ki spogliassi?! Lo trovi esilarante? Trovi esilarante questa situazione?! O solamente ti diverte prendermi in giro?! Sai che c'è... FOTTITI! - dissi con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Cercai di reggere ancora per un po' il suo sguardo per sembrare più credibile ma non ci riuscì, appena i suoi occhi avevano incontrato i miei ed aveva ascoltato le mie parole, dal divertiti passarono al serio, il ghiaccio prese di nuovo posto. Sembrava che quei suoi occhi cambiassero colore in base al suo stato d'animo. Stavo per girare i tacchi ed andarmene ma una mano, fredda come i suoi occhi mi bloccarono il polso.
- Sai non credo che tu sia molto intelligente, non ero divertito da te ma dal tuo modo di fare. ..- mi disse guardandomi negli occhi con sguardo glaciale, poi si avvicina al mio viso, troppo vicino... I nostri nasi si sfioravano, poi i suoi occhi si posarono sulle mie labbra e lui istintivamente bagno le sue e continuo a parlare.- non credo tu abbia capito cosa mi ha provocato anche solo guardare il tuo corpo. -
Rimasi zittita dalle sue parole, come in trance. Aveva davvero detto quello che ho sentito? La mia gola era diventata all'improvviso secca.
- Non farlo..- all'improvviso mi disse
Non capendo cosa volesse dire corrucciai le sopracciglia.
- C-Come..? -
- Non morderti il labbro.-
Non sapevo nemmeno che lo stessi facendo... Le mie guance si tinsero di rosso.
Poi mi ricordai di mia sorella e mi ripresi dal mio trance, liberai il mio polso dalla sua presa ferrea e voltandomi mi allontanai.
- dove vai? -
- devo andare da mia sorella ho già perso troppo tempo, si sarà preoccupata. Comunque non credo che siano affari tuoi.-
- ti accompagno. - mi disse prendendo il suo giacchino ed avvicinandosi a me.
- cosa?! No grazie. Non c'è ne bisogno. - mi voltai e senza farmi scoprire cercando di passare innosservata mi diressi a passo svelto verso l'uscita.
Sentivo i suoi passi dietro di me, quando arrivai fuori mi voltai e ormai spazientita gli urlai contro.
- oh dio.... Mi vorresti lasciare in pace?! Non ho bisogno della pena di nessuno. So cavarmela da sola come ho sempre fatto!-
- l'ho notato come te la cavavi bene con quell'uomo. Sai dovresti solo ringraziare e non essere scontrosa. Per caso è la tua settimana del ciclo? -
Mi disse dirigendosi verso un'auto, e che auto.
A quelle parole ebbi la certezza che fu lui a portarmi in ospedale, era stato lui a salvarmi. Mi sentì improvvisamente in colpa ed esposta. Nessuno conosceva la mia vita e sapere che lui conobbe una parte diciamo che non mi piaceva affatto.
- G-Grazie... Ma davvero non ho bisogno del tuo aiuto. Non ho bisogno della carità della gente. - gli dissi abbassando lo sguardo, non si sentì nulla,nell'aria c'era solo silenzio.
- Sta zitta e sali in macchina, sono stanco, e credo anche tu.-
Detto ciò sentì il rumore di uno sportello che si apriva e si chiudeva, segno che era salito in auto.
Pensai di far finta di nulla e proseguire per la mia strada ma sapevo che sicuramente mi sarebbe venuto dietro e quindi sarebbe stato inutile. Sbuffai sconfitta e salì in auto, facendo attenzione quando chiusi lo sportello.
- Vai pure.-
Vedendo che non ricevevo risposta mi voltai e notai che stava sogghignando guardandomi.
- che c'è adesso?-
- nulla, credevo solo che non avresti ceduto così facilmente. - detto ciò si mise gli occhiali da sole presi sul cruscotto per l'esattezza dei raiban neri, e continuando a sogghignare partì.
Si stava aprendo un nuovo capitolo firmato. Niall Horan.

Gioventù bruciata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora