Capitolo: 4

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Quella casa era proprio rimasta come un tempo, come me la ricordavo. La cosa che attirò maggiormente il mio sguardo fu' una piccola scatoletta blu posta a lato di una bottiglia mezza piena. Non capì cosa potesse contenere ma non me ne importò in questo momento avevo altri pensieri a cui dare risposta. E lui... Forse poteva aiutarmi. Anche se non mi andava tanto a genio il suo aiuto ne tanto meno dover respirare la stessa aria.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai di fronte due grandi pozzi color caramello, che un tempo erano così belli ed affascinanti per me mentre adesso vedevo solo vuoto, disperazione e paura.
-Bambolina che sei venuta a fare qui? Non che mi dispiaccia, anzi, ma pensavo che volessi stare lontana da me, che c'è ti mancavo forse? - mi disse con voce sommessa e puntigliosa. Un ghigno spuntò sul suo volto.
- mi dispiace deluderti Zayn, ma non sono venuta qui perché mi mancavi anzi vorrei non poterti più vedere per il resto della mia vita ma adesso ho bisogno del tuo aiuto, diciamo che me lo devi dopo quello che mi hai fatto.- gli dissi guardandolo negli occhi e cercando di sembrare forte e sicura di me.
Quando parlai il suo volto cambiò espressione, il ghigno scomparì ed al suo posto subentrò la rabbia.
- innanzitutto ti vorrei ricordare con chi stai parlando, non azzardarti più a rivolgerti a me con quel tono o anche solo sfidarmi, o ancora peggio farmi sentire in colpa! Perché quello che ho fatto avevo il diritto di farlo! Se non vuoi che mi rivolga a te in altri modi e credimi non userei la bocca per spiegarti chi comanda qui. O meglio la userei solo per aprirarla e mostrare i denti per poi usarli. - esclamò con rabbia poi mi guardò con sguardo che non tollerava repliche e si volto per poi dirigersi nel piccolo divano in pelle nera che c'era nel piccolo salotto, e si sedette. Tornò a guardarmi dall'alto verso il basso per poi tornare a reggere il mio sguardo. Si batté le mani sulle ginocchia. - Vieni Rachel siediti sulle mie gambe così mi potrai dire di cosa hai bisogno. Di quale aiuto ti riferisci.- mi disse facendo rispuntare quel suo ghigno che non prometteva nulla di buono.
Quelle parole mi entrarono fin sotto la pelle e per un attimo mi dimenticai di come si faceva a respirare. Impallata come se fossi incollata al pavimento non mi mossi nemmeno di una virgola. I suoi occhi ancora mi fissavano ed io non potendo reggere ancora quel suo sguardo così... Non so nemmeno come descriverlo. Non resistetti e abbassai lo sguardo trovando più interessanti le mie scarpe super usate, avrei dovuto comprarne un paio nuovo, queste erano fin troppo usate. Mi torturai le dita per il nervoso e feci una specie di smorfia ed uno sbuffo mi uscì fuori.
- possiamo anche parlarne da qui Zayn, non c'è bisogno che mi sieda. - gli dissi con un filo di voce.
Non sentì Zayn replicare ma all'improvviso sentì qualcosa sfiorarmi il viso e spostarmi di poco i capelli, chiusi di scatto gli occhi quando sentì rompersi qualcosa, vetro, si era rotto qualcosa di vetro. Mi voltai e mi accorsi che era la bottiglia mezza vuota che prima conteneva un liquore, "dal l'odore che emanava sembrava liquore". I cocci erano sparsi insieme al liquido, mi aveva lanciato una bottiglia contro. Mi aveva sfiorata per fortuna. Mi voltai con estrema lentezza temendo che me ne potesse lanciare un'altra all'improvviso e quando il mio sguardo raggiunse il suo il mio cuore sembro fermarsi dalla paura, aveva la mandibola serrata e le mani che teneva sulle sue ginocchia non erano più aperte ma bensì chiuse, serrate a pugno, le nocche bianche che si intravedevano perfino da qui.
- RACHEL HO DETTO VIENI QUI E SIEDITI! Non te lo ripeterò una terza volta. - mi disse più furioso che mai, i suoi occhi erano diventati improvvisamente più scuri, quasi neri. Ebbi paura.
Mi avvicinai a passo tremante verso di lui e quando gli fui di fronte mi tiro per i fianchi facendomi voltare per poi farmi sedere sulle sue gambe. La sua mano sinistra non aveva lasciato il mio fianco, e prese a disegnare cerchi immaginari sopra la mia felpa. La mia pelle bruciava sotto il tocco, volevo sottrarmi da lui, dal suo tocco, dai suoi occhi e da tutto quello che lo circondava o anche solo centrava con lui. Ma avevo bisogno del suo aiuto purtroppo, solo lui poteva scoprire chi era il mio vero padre e Zayn so che mi avrebbe aiutata, lui è rispettato dalla mafia, gli avevano anche proposto di diventare il figlio acquisito di un capo boss ormai morto, se lui lo voleva poteva prendere il suo posto, e so che presto lo avrebbe fatto. Troppe tenebre lo circondavano.
- Z..Zayn io...-
- Si? Rachele?-
- Ho scoperto che mio padre Tom non è il mio vero padre... Io.. Sono devastata, distrutta e anche disgustata. Sono come un bastardo un incrocio di uno sconosciuto ed una puttana...- mi fermai un attimo sentendo che il suo tocco si era fermato ed il suo fiato sul mio collo era come sparito. Mi bloccai un attimo non capendo per quale motivo era sussultato.
- Che... Che cazzo stai dicendo? Dici sul serio?! Quello stronzo!! Giuro che lo ammazzo, cazzo Rachel non si è preso cura di te nemmeno quando eri una bambina, ha dovuto prendersi cura di te mia madre prima che morisse uccidendosi perché non sopportava la mancanza di mia sorella! Lei non ha nemmeno pensato a me.....o a te. Non ci ha nemmeno pensato e l'ho odiata per questo non sai per quanto tempo l'ho odiata Rachel. Mi aveva lasciato solo quando ne avevo più bisogno! Quando con me c'eri ancora tu, più piccola che mai! Ho dovuto prendermi cura io di te. Cazzo, e quello stronzo si è comportato come mia madre. Non me ne frega un cazzo di me Rachel potevo marcire o anche morire per strada non me ne fregava nulla, volevo solo che tu fossi al sicuro, che stessi bene, che qualcuno potesse darti quello che non hai avuto per tutti questi anni, amore. E poi ci sono arrivato, solo io posso amarti. Solo io posso darti quello di cui hai bisogno perché io per te ci sono sempre stato ed anche tu. Non abbiamo bisogno di nient'altro se siamo solo noi due. Poi però tu... tu sei sparita dalla mia vita, volevi lasciarmi solo, volevi scappare da me..- si interruppe un attimo per fare una risata amata quasi dolorosa per poi continuare.
- Ed io.. Io ti volevo così disperatamente mia, che quando notavo che più crescevi e più ti facevi bella, tutti volevano quello che era mio, ed io non potevo permettergli di averti e quindi ho fatto quello che ho fatto per far capire a tutti di chi appartieni. Rachel tu sei mia e di nessun altro. Ucciderei per te, ucciderei chiunque ti guardasse. E sappi che quella sera, ho ucciso quell'uomo non perché aveva rubato un po' di eroina, no non l'ho fatto per questo, l'ho fatto perché ti guardava come se potesse permettersi di averti, e poi quando fece un commento che nessuno sentì... Bhe io lo sentì. Ed è allora che gli ho sparato. - finì di parlare per poi appoggiare il suo mento sulla mia spalla e lasciandomi un bacio poco sotto l'orecchio. Tremai a sentire tutte quelle parole, a sentire tutte quelle stronzate, non potevo crederci, no non volevo, perché uno non farebbe mai del male alla ragazza di cui è follemente innamorato. Cazzo no! Non lo fa! Il suo non era amore, il suo era ossessione, possessività, lui voleva solo possedermi come se fossi un comune oggetto. A lui non importava nulla dei miei sentimenti, a lui importava solo dei suoi o meglio di lui.
Misi sù una smorfia. Provai ad alzarmi ma la sua mano sul fianco mi bloccava, so per certo che di come mi teneva stretta l'indomani mi sarei svegliata con dei lividi sulla pelle del fianco sinistro. Sospirai e mi voltai per poterlo guardare negli occhi.
- Mi hai interrotta, non volevo parlare di questo, sto cercando di dirti che voglio trovare il mio vero padre, non perché lo voglio conoscere e da domani fare la famigliola felice no, assolutamente.- Zayn a quelle parole si corrucciò e mi guardo fisso in attesa di sapere di cosa intendevo.
- Allora dopo che lo troverai, che intendi fare? Non capisco. -
- Tu hai detto che uccideresti per me giusto? Bhe non ti chiedo di ucciderlo ma di trovarlo, so che sei in grado di farlo ed io vorrei poterlo guardare negli occhi per potergli sputare in un occhio e fargli delle domande dove mi dovrà dare risposta, solo lui può darmele ed è il minimo che può fare. Come padre ha fallito, quindi come uomo ha fallito. Credo che tutte le mie colpe siano iniziate da quell'uomo, perché se lui ci fosse stato forse tutta questa merda non mi avrebbe travolta.- la voce mi usciva tremante fremevo dalla rabbia, dal dolore, perché nessuno mi aveva mai voluta amare. Nessuno. E credo che non ci sarà mai nessuno in grado di farlo sono solo un errore.
Lui trattenne il fiato per un secondo non smettendo mai di guardarmi.
- Lo farò..- fui sollevata da quella risposta e stavo per alzarmi e andarmene quando il suo braccio mi circondò la vita e mi bloccò nel suo petto, la sua bocca raggiunse il mio orecchio me ne accorsi dal suo fiato sul mio collo.
Mi irrigidì di colpo.
- Non ho finito, lo farò, ma solo se tu dopo diventerai la mia ragazza... Sai devo ancora conoscere la mia piccola cognatina...- mi disse con voce roca, bassa.
A quelle parole trasalì e il respiro mi morì in gola, serrai la mascella e chiusi le mani a pugno serrandoli. Non doveva menzionare Meredith.
- Smettila! Non azzardarti a metterla in mezzo lei non c'entra niente con te, con me, con tutto questo!! Cazzo non la conoscerai mai! - quando mi voltai per dirgli tutto quello furiosa come non mai notai che la vena sul suo collo inizio a pulsare e la sua mandibola di serrò. Mi tirò uno schiaffo in pieno viso, il mio labbro tremava e la mia pelle bruciava, il mio viso era rivolto verso destra, guardavo la porta. Cazzo si era infuriato. Presi un grande respiro e lo spintonai facendolo appoggiare completamente allo schienale del divano, l'adrenalina mi assalì ed invase tutto il mio corpo. Mi alzai svelta dalle sue gambe e corsi verso la porta che era socchiusa, non arrivai nemmeno a toccare il pannello della porta che mi ritrovai stretta in una morsa, il suo braccio circondava il mio collo e l'altro il mio bacino stringendomi a se. Ringhiò accanto al mio viso e i miei occhi si chiusero e le mie braccia cercarono di scrollarmelo di dosso, mi stava soffocando, mi dimenavo, l'aria mi mancava. Senti il battito del mio cuore andare sempre più veloce per poi rallentare.
- Stavi ancora scappando via da me?! Cazzo Rachel sei così stupida! - mi ringhiò contro con rabbia e mi spintonò facendomi cadere a terra, mi tenevo il collo con le mani cercando di far tornar il respiro regolare e poter prendere più aria mi fosse possibile, la mia gola bruciava.
Lui si avvicinò e mi fu di fronte.
- CAZZO RACHEL PERCHÉ NON MI VUOI!? IO TI VOGLIO COSÌ TANTO!! Ma se tu non mi vuoi con le buone lo accetterai pian piano con le cattive.- mi ringhiò, a quelle parole tremai, mi fu sopra e subito inizia a dargli pugni o schiaffi sul petto, sul viso, non volevo finisse di nuovo come un tempo non di nuovo, stavolta nessuno poteva salvarmi. Nessuno l'avrebbe fermato. Mi bloccò le mani sopra la testa e si posizionò tra le mie gambe bloccandomele con le sue. Tremavo il mio corpo si scuoteva.
Mi morsi il labbro quando senti la presa dei miei polsi farsi più stretta, mi stava stritolando i polsi, avevo paura che potessi sentire l'osso rompersi da un momento all'altro. Me li tenne con una mano e l'altra raggiunse la mia canottiera bianca, la sua mano passò sopra i miei seni per poi scendere e fermarsi un po' sotto l'ombellico, serrai gli occhi e mi morsi l'interno guancia, stava ri succedendo ed io ero ancora debole da non poter fare nulla per impedirlo. Mentre mi alzava la canottiera fin sopra il reggiseno si fermò per potersi mettere più comodo e poi con l'indice si insinuò sotto il ferretto del reggiseno bianco che avevo, lo spostò raggiungendo quasi il capezzolo e i suoi occhi si concentrarono su una parte della mia pelle. Sapevo cosa stava guardando e un brivido mi attraversò, la rabbia ammontò, stava guardando il suo marchio, la sua firma. Sorrise passando il dito sulla ormai cicatrice, e poi mi guardò non fermando il dito.
- È venuta proprio bene, è bellissima, sei bellissima. - mi disse con sguardo quasi da pazzo, si chinò e gli posò un bacio sopra le poi tracciare ogni lettera con la lingua. Strinsi gli occhi e mugolai di disprezzo, non di piacere.
Quanto l'odiavo in quel momento.
- Ti.. Ti prego, fermati...- gli dissi con voce tremante e tremendamente bassa. Vedendo che non mi dava retta continuai.
- BASTA.. BASTA!! CAZZO TI PREGO! TOGLITI, TI PREGO FERMATI... FERMATII!!- iniziai a muovermi ancora più riscossa dai tremolii. Faticavo per fino a respirare, un attacco di panico. Mi stava venendo un attacco. Mi succedeva raramente ma quando mi veniva non potevo fermarmi. Non riuscivo a controllarmi.
Zayn non si mosse di una virgola anzi mi strinse ancora di più a se. Gridai ancora e ancora a perdifiato ma non si fermava. Allora dovetti cedere.
- VA BENE! D'accordo... Sarò la tua ragazza. Ma solo ti prego non mettere in mezzo Meredith... Ti prego.- gli dissi col fiatone neanche avessi corso per non so quanto.
Lui di scatto si fermò e mi rivolse uno sguardo che mi agghiaccio, poi mi rivolse un sorriso, mi sistemò il reggiseno e poi abbassò la canottiera e la stretta sui miei polsi si fecd più debole, sentì che il sangue riprese a circolare. Presi un lungo respiro.
Si chinò su di me ad un centimetro dal viso, per poi guardare prima le mie labbra e poi i miei occhi.
- Se mi penserai anche solo una volta di prenderti gioco di me, farai un grandissimo errore, non ci pensare nemmeno o ti ucciderei.- mi sussurrò facendomi gelare il sangue nelle vene.
Mi guardò ancora per un attimo in attesa che dica qualcosa.
- Va...Va bene. - gli dissi arrendendomi.
- Brava ragazza- mi disse sorridendomi e mi posò un leggero bacio sulle labbra. Mi facevo schifo.
Si risollevò di poco e mi guardò lasciò andare i polsi, si alzò e aspetto che facessi lo stesso. Mi alzai sentendo la testa girare, mi facevano male i polsi, il fianco, la testa, mentre la mie pelle bruciava. Ci misi un po' ma alla fine gli ero di fronte. Ancora ansimante dai forti dolori, dal l'attacco e da tutto.
- Per il fatto della tua sorellina bhe, possiamo parlarne un altro giorno, sarai stanca adesso, ti accompagno a casa. - mi superò non lasciandomi nemmeno replicare anche se non avevo ne le forze ne il coraggio.
Lo seguì silenziosa verso la sua moto e quando lui ci salì sopra e mi rivolse un segno col capo, salì anche io.
Guidava come un pazzo, e noi non avevamo neanche il casco. Questo era l'amore che provava per me, certo, non poteva fregargliene se andassimo a sbattere contro qualcosa. Non gli fregava ne della mia vita e ne della sua. Se moriva lui dovevo morire io, è così che la pensava.
Quando finalmente arrivammo scesi subito con un salto dalla moto ma non mi mossi sapendo che se fossi scappata mi avrebbe raggiunta e poi dio solo sa che mi avrebbe fatto. Mi voltai nella sua direzione e aspettai che se ne andasse ma quando scesa anche lui dalla moto e si avvicinò a me parandosi di fronte, ebbi un sussulto.
Alzai lo sguardo sui suoi occhi e per un attimo mi persi in tutte quelle tenebre ma la sua voce mi portò alla realtà.
- Adesso Meredith non mi puoi più scappare. Sei mia. - mi disse per poi chinarsi e lasciarmi un lungo bacio sulle labbra, non approfondì il bacio e di questo ne fui grata, quando si staccò mi fece segno di entrare in casa e solo quando fui entrata sentì la moto partire. Mi adagiai alla porta con le spalle schiacciate al freddo legno e la testa rivolta al tetto, sospirai e ripensai a tutto quello che era appena successo, dio mi verrebbe di prendermi a schiaffi, non dovevo coinvolgerlo ma le mie domande devono ricevere risposta o uscirò pazza. Mi lascio scivolare piano fino al pavimento freddo con ancora le spalle e la testa appoggiate alla porta, mi rannicchiai abbracciandomi le ginocchia al petto e gli appoggiai il viso. Questa merda sembrava non volesse finire mai, ed io non so per quanto ancora avrei resistito. Mi addormentai lì, in quel modo, mi sentivo abbandonata dal mondo. Mi sentivo sola.

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