Lycoris

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Intanto, in una zona poco lontana del Palazzo, qualcuno stava sfogando la propria collera attraverso secche folate di vento: Temari brandiva il suo enorme ventaglio contro dei manichini di ferro, riempiendo la sala da combattimento di quei fischi acuti e striduli tipici di una tempesta. Anche le guardie messe a sua difesa avevano timore di lei: Temari era conosciuta come la donna che lotta da pari a pari con gli uomini della Legione Ninja. Una donna fredda e cinica, che non si riduce a piangere per futili sciocchezze.

Eppure, nel suo cuore si stava consumando un'aspra lotta contro una di queste.

Un'ultima sferzata e la testa del manichino venne sbalzata in aria. Le guardie deglutirono.

«Meraviglioso.»

Il tono accondiscendente di Shin serpeggiò nella palestra assieme al suo applauso. Temari si asciugò la fronte imperlata di sudore senza degnarlo di uno sguardo: era in collera anche con lui.

«Cosa vuoi?» ringhiò, preparandosi a lanciare un'altra lama di vento.

«Disturbo il tuo allenamento?» chiese Shin, sentendosi a disagio. Temari si voltò a guardarlo con aria arcigna, dopodiché mosse i suoi avambracci che si contrassero per il peso dell'enorme ventaglio: un rombo, e un'altra testa decapitata.

«Volevo passare del tempo con te.»

Temari non rispose.

«Beh... ti lascio al tuo allenamento.»

Il principe fece un inchino cortese e si avviò verso l'uscita, ma la giovane lo fermò:

«Lo sai che sono passati tre giorni dal nostro arrivo?»

Shin si bloccò.

«E con ciò?»

«Non ti sembra un tempo considerevolmente lungo per firmare un trattato?» gli fece notare in tono arcigno. L'uomo sorrise, facendo un passo verso di lei:

«Credevo che la presenza del tuo amico potesse renderti felice. Sei in una terra straniera: avere l'appoggio di chi conosci dovrebbe essere un balsamo alla nostalgia di casa.»

«Oh, piantala!» ringhiò sprezzante. «Questo tuo modo di trattarmi come una bambina mi dà sui nervi! Sono-»

«La sorella del Kazekage, lo so.»

Il tono serafico addolcì il suo bellissimo viso regale. Ora che lo osservava meglio, Temari si accorse del colore stranamente cupo delle vesti che indossava Shin: nere con intarsi d'oro.

«Voglio solo che tieni a mente che questa non è una gita» commentò meno dura. «Il viaggio è lungo e pericoloso, e i nostri Villaggi non possono stare troppo tempo senza difese, tantomeno senza i propri consiglieri. Questo tuo comportamento potrebbe risultare sospetto agli occhi degli altri...»

«Vuoi dire, agli occhi di Shikamaru?»

La giovane si morse le labbra.

«Ho come l'impressione che tu sia arrabbiata con lui.»

«Assolutamente no!» urlò in preda all'imbarazzo. Shin le sorrise.

«A pensarci bene, trovo irritante il fatto che tu dia più attenzioni allo stratega della Foglia che non a me. Farò in modo che ci lasci il prima possibile.»

La gelosia del principe non spense il suo sguardo serafico. La donna arrossì, incapace di contraddire la volontà di Shin: era chiaro che, per il bene del suo cuore, Shikamaru doveva tornarsene a Konoha. Vedendola ammusonita, Shin le accarezzò una guancia:

Il Suono della tua OmbraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora