Change

304 16 1
                                    


Temari aizzò la sua cavalla, perché aveva fretta d'arrivare. Benché le stagioni non differissero troppo nel deserto, era anche vero che non bisognava mai abbassare la guardia, dato che non era difficile imbattersi in burrascose tempeste di sabbia. E forse non era solo questo a preoccuparla...



«Mancano poche miglia!» disse al gruppo che la seguiva, spronando ancora una volta il povero animale in una corsa contro il tempo.

«Temari, i cavalli sono stremati! Non ce la fanno a seguire questo ritmo!»



La giovane faticò a sentire la voce di Kankuro, tanto era il vento che sferzava le sue orecchie. Stizzita dall'impedimento ma anche timorosa di far del male alla sua adorata Akhal, Temari si affrettò a tirare le redini della sua cavalla, lasciandole così un po' di respiro:

"Perdonami", le sussurrò. La cavalla rispose con un leggero nitrito e Temari si rasserenò. Chiuse gli occhi per respirare a fondo il profumo del deserto, sentendosi accarezzare le palpebre dai raggi del sole: era coperta da capo a piedi da vari lembi di tessuto, rimedio contro le insolazioni, ma se c'era una cosa che amava dei suoi viaggi era l'essenza di libertà che le dava cavalcare oltre le dune dorate.


Dopo qualche tempo, la piccola legione si accorse di essere sulla buona strada: le alture, con le loro brusche rotture di pendio, le pareti a picco e le superfici ricoperte da ciottoli e sabbia lasciarono il posto ai pendii ondulati delle regioni più umide. Temari stava contemplando il panorama di quella terra a lei straniera quando si accorse di tre figure ferme nel punto in cui la strada si diramava. Si sporse da Akhal per guardare suo fratello Kankuro e questi le fece un cenno d'assenso.


«Siete le sentinelle di Konoha?» chiese, una volta raggiunti: davanti a lei, tre uomini l'aspettavano accanto al cartello che segnava il percorso per il Villaggio dell'Erba, immobili come tronchi d'albero. Il più giovane si avvicinò e le fece un cenno di saluto:


«Signorsì! Shikamaru Nara ci ha selezionati per accompagnarvi sana e salva al punto prestabilito, signorina


Il giovane sentì un brivido scendergli lungo la schiena. Gli occhi belli della sua interlocutrice furono attraversati da un barlume gelido, trasformandoli in schegge di vetro pronte a trafiggerlo. Arretrò di qualche passo, restando comunque sull'attenti.

«Siamo ai vostri ordini,» proseguì il secondo shinobi, più cauto. Il viso di Temari si ammorbidì per qualche istante, tornando subito dopo inquieto...

Lui non c'era.

«Faremo meglio ad andare,» incalzò Kankuro, risvegliando la sorella dal suo strano comportamento. Lentamente, la ragazza lasciò andare tutta la rabbia che provava: l'aspettativa d'incontrarlo, che l'aveva accompagnata lungo tutto il tragitto si era sgretolata di colpo, facendole ribollire il sangue. Ma non era quello il momento di perdere la ragione, quindi con uno sforzò cercò di dominare l'istinto.


«Fateci strada.»


I tre shinobi rimasero di sasso davanti al sorriso fioritole sulle labbra. Arrossirono lievemente, trovandola a dir poco carina, per poi ripiombare nel terrore dei suoi occhi gelidi: cosa si celava dietro quell'inaspettato precipizio emotivo?



                                                                                   

                                                                                         ---

Il Suono della tua OmbraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora