Hidden

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Succede, alle volte, che due persone si guardino per la prima volta e che in quel preciso istante qualcosa dentro di loro si trasformi in una sensazione difficile da comprendere. Un incontro, uno sguardo, e all'improvviso due perfetti sconosciuti si ritrovano attratti l'uno all'altra senza nemmeno essersi scambiati una parola.


Fu quello che successe anche a Temari e a Shin.

Shin era bello, di una bellezza fuori dal comune. Aveva un viso pulito e aggraziato, zigomi non troppo sporgenti, mascella squadrata e lunghi capelli castani. Gli occhi poi erano di un intenso verde rame, dai quali traspariva un'intelligenza emotiva da far accapponare la pelle. E fu per tale motivo che la ragazza si vide costretta a staccarsi da quello sguardo magnetico, volgendo il viso in un'altra direzione.

«Mio Signore, questi shinobi sono qui per porvi loro saluti.»

«Shinobi, eh?» mormorò senza staccare gli occhi da Temari, ora chinata in segno di reverenza insieme ai tre ninja della Foglia, al suo commilitone e a suo fratello Kankuro.

«E cosa vi porta qui?» chiese con voce melliflua, sedendosi sul trono posto tre gradini sopra di loro. Kankuro prese la parola, ma Shin gli fece cenno di far silenzio, volgendo i suoi occhi magnetici verso Temari:

«Mia signora, ho come l'impressione che voi non siate soltanto una semplice kunoichi.»

«Infatti. Sono la sorella del Quarto Kazekage, Gaara del Deserto. Mio fratello mi ha incaricato di venire in sua vece, per sincerarsi che non vi fosse qualche tipo di sommossa in atto.»

Shin scoppiò in una risata. «Voi dovete avere un bel caratterino, vero?»

Temari non abbassò lo sguardo, sebbene si sentisse schiacciata dalla forza che emanava il giovane. Shin tacque un'istante, scrutandola con curiosità, poi tornò a parlarle con tono mellifluo:


«Avevo sentito dire che le donne del deserto hanno un temperamento caldo, ma non mi aspettavo potesse essere così ardente. Eppure, i vostri occhi... Voi avete occhi freddi, occhi che possono ferire mortalmente.»


Kankuro aggrottò le sopracciglia, spaesato e al contempo imbarazzato dalla piega che aveva assunto la situazione. Sua sorella osservava il figlio del Daimyo come stregata, e altrettanto faceva Shin, che sembrava essersi dimenticato degli altri ospiti. Kankuro si schiarì la gola, dando dei colpetti di tosse che si dispersero nell'eco dell'enorme sala del palazzo, ritrovando così il contatto con i due:

«Come ha detto mia sorella, Gaara e l'Hokage di Konoha vogliono sincerarsi che non ci sia alcun tipo di sommossa nel vostro Paese.»

«E cosa fa pensare loro una cosa del genere?» pronunciò a voce piena Shin, voltandosi a guardare Kankuro con superiorità. «Il Villaggio è sotto il pieno controllo di mio padre, il Daimyo del Paese dell'Erba. Ha dimostrato il suo onore verso gli altri Daimyo durante la Quarta Guerra Ninja. Non solo, ha anche disposto che alcuni dei peggiori criminali provenienti dai vostri due Paesi venissero rinchiusi nella prigione di massima sicurezza di Hozukijou, di cui sono il diretto responsabile. E voi vi precipitate qui, nel mio Palazzo, accusando me e mio padre di presunto tradimento?»

«...»

«Potrei farvi arrestare, per questo.»

«Perdonateci,» si affrettarono a dire i tre ninja di Konoha, inchinandosi di nuovo al signore di quel paese straniero, ma Temari non si fece intimidire:


«Fallo.»


La compostezza di Shin svanì. La voce schietta e maleducata della donna trasformò il suo viso facendolo diventare aggressivo. La ragazza però non si lasciò intimidire e prese a parlare con fermezza:

Il Suono della tua OmbraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora