Disclosure (Part I)

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Quando l'ancella entrò nella stanza di Temari, la trovò che vagava con in mano una pergamena: nei suoi occhi galleggiava un sogno non avverato.

Quasi compatì quello sguardo perso nel vuoto, quell'aria triste e sconsolata: in poco tempo si era affezionata all'ospite straniera, sempre molto gentile nei suoi confronti; ma le cose erano cambiate quando, quasi una settimana prima, l'aveva vista piangere alla notizia della partenza di chi l'aveva accompagnata in quel luogo tanto lontano da casa sua.

Quasi la sentisse sua amica, Sarifa, così si chiamava l'ancella, le aveva consigliato di alleggerire il peso che aveva nel cuore con una passeggiata per il palazzo; avevano percorso gran parte dei corridoi in silenzio, finché la guerriera sembrò finalmente rilassarsi, iniziando a tempestarla di domande sulle loro storie e le loro tradizioni, desiderosa di assorbire la loro cultura: a suo dire, ogni cosa era diversa da ciò a cui era abituata.

Vedendola così entusiasta, l'ancella aveva deciso di accompagnarla nel luogo del Palazzo dove avrebbe sicuramente trovato le sue risposte: appena arrivate nell'immensa biblioteca privata del suo signore, l'ancella aveva visto passare sul volto di Temari molte emozioni: stupore, meraviglia e... non sapeva bene come definire l'ultima emozione, sta di fatto che la sua signora aveva iniziato a guardarsi intorno senza toccare nemmeno un libro.

Nei giorni seguenti, Temari era apparsa più allegra. La si vedeva gironzolare per il palazzo alla ricerca di Shin, che ogni volta la riempiva di dolci effusioni: le altre ancelle, chiacchierone e pettegole, non facevano che criticarla e sminuirla, sicuramente per invidia o per gelosia. Ma ciò non intaccava quella donna dall'aria forte, ormai padrona del cuore del suo Signore, e di questo era davvero molto felice.

«Scusa, non ti ho sentita entrare» mormorò Temari, destandola dal ricordo. Sarifa si vestì di un enorme sorriso, consapevole della sua importanza in quel giorno. «Come vi sentite?» le domandò squittendo. Temari abbozzò un sorriso:

«Come ogni donna il giorno prima delle sue nozze.»



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Guardandosi allo specchio, Temari cercò di mantenere la calma, ma l'enormità di ciò che stava per affrontare le faceva contorcere lo stomaco: stava per sposarsi. Con un uomo che conosceva a malapena.

«Va bene così, mia signora?» le chiese l'ancella, stringendole la fascia del suo sontuoso abito nuziale. Temari fece un cenno con la testa, tornando poi alle sue congetture: nonostante la sua schiettezza e il suo ottimismo, aveva una gran paura... non si fidava.

Non riusciva proprio a lasciar andare quella pulce nell'orecchio, quella strana sensazione che l'accompagnava da quando aveva conosciuto Shin: per quanto lo avesse trovato attraente sin da subito, c'era qualcosa in lui che le dava da pensare. Ed era per questo motivo che, una volta letta la risposta di Shikamaru, non aveva esitato nel dirgli che, sì, lei sarebbe diventata sua moglie.

Non poteva esserci nessuna magia in un matrimonio d'interesse. E infatti furono proprio gli splendidi occhi intelligenti di Shin a darle conferma di quanto Shikamaru fosse andato vicino ai suoi sospetti:

«Che felicità!» le aveva detto balzandole al collo, senza che lei provasse alcunché. «Mio padre sarà felice di saperlo. Inizieremo i preparativi in modo da sposarci quanto prima. Sono così emozionato! Oh Temari, sono l'uomo più felice del pianeta!»

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