•Capitolo 2•

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La classe inizia a riempirsi.
Tutti i banchi si riempiono, formati da due alunni, ma il mio è formato solo da me stessa.
Sospiro, rassegnata, ricordando il discorso che ho fatto ieri sera alle ragazze.
Dopo cinque minuti entra il professore, seguito da un ragazzo, che si siede accanto a me, sorprendendomi.
«E la prossima volta entra in classe invece di litigare per i corridoi, ci siamo capiti, Styles?»dice il professore con autorità.
«Sì.»risponde il ragazzo, alzando gli occhi al cielo.
Dopodiché, si gira verso di me, fissandomi come se fossi una creatura aliena. Beh, potrei dire lo stesso di lui, dato che è pieno di tatuaggi sulle braccia e piercing sul labbro e sul sopracciglio.
«Da domani sto io al tuo posto e tu al mio.»dice.
Annuisco.
«Cos'è, non sai parlare?»mi prende in giro.
Sarà uno dei bulli. Visto che il professore ha detto che stava litigando per i corridoi, è molto probabile.
Dopo che il professore fa l'appello e si presenta e inizia a parlare del nostro programma scolastico, il mio compagno di banco parla.
«Dai, dimmi come ti chiami.»
Appoggia il braccio sullo schienale della mia sedia ed io arrossisco.
Ma non l'ha sentito quando il professore ha fatto l'appello?
«Isabelle.»acconsento.
«Un bel nome per una bella ragazza.»ammicca verso di me.
Mio Dio. Nessuno l'ha mai detto.
Arrossisco ancora e abbasso la testa.
«Sei bellissima, sai? Non ho mai visto una ragazza così bella. E ti assicuro che sono stato con molteplici ragazze, tutte molto attraenti. Ma nessuna come te. La tua è una bellezza semplice, naturale, innocente, che...»
«Styles!»lo richiama il professore, interrompendo le farfalle nel mio stomaco e i miei brividi.«Hai finito di disturbare la tua compagna?»
«Non la sto disturbando.»
«Ne dubito.»risponde il professore severamente.
«Ti sto disturbando?»mi chiede, guardandomi interrogativo.
Scuoto la testa, guardandolo timida.
«D'accordo, ma non parli durante la lezione.»
«D'accordo, ma non parli e bla bla bla...»lo prende in giro sussurrando, guardandomi.
Sorrido timidamente.
«Sei diversa. Mi piace.»sorride, stringendomi la guancia.
Sorrido.

Mi avvio verso la mensa con Harry, che si è presentato prima di chiedermi di pranzare con lui. Ci sediamo ad un tavolo messo all'angolo vicino al muro.
«Allora... che mi dici di te?»chiede.
«Non c'è... non c'è niente da sapere su di me.»mi stringo nelle spalle.
«Dai, non essere timida.»dice prima di mordere la sua mela rossa.
«Beh... sono cresciuta con mio padre, mio fratello e mia sorella. Mio padre ha davvero fatto di tutto pur di farmi riuscire a frequentare il college. Ha lavorato parecchio e anch'io ho lavorato, ma lui c'ha messo più fatica in quello che ha fatto. Non lo ringrazierò mai abbastanza.»
«Wow. E tua madre?»
Mi irrigidisco.
«Lei è una brutta persona. Ci ha abbandonati quando io avevo quattordici anni. Non era in grado di avere una famiglia. Lei mi...»non riesco a continuare, perché la campanella suona.
«Ne riparliamo se vuoi.»dice rassicurante«Adesso che lezione hai?»
«Matematica.»
«Anch'io.»sorride.
«Bello.»sorrido anch'io.
«Già.»
Ci alziamo e andiamo in classe, sedendoci al solito posto vicino alla finestra.

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Beautiful girls! Ho aggiornato! Spero vi sia piaciuto.
A 5 voti aggiorno.

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