Sumie's Pov
Chissà che ore sono adesso...
Allungo pigramente una mano verso il comodino, con gli occhi ancora semichiusi. Tasto la superficie in legno per qualche secondo e poi afferro il cellulare, portandomelo davanti agli occhi.
Le 19.35.
Sbuffo e mi passo una mano sulla faccia, spingendo il viso contro il cuscino. Mi viene voglia di strappare il lenzuolo del letto e di lanciare il cellulare dalla finestra per il grande senso di confusione che provo. È proprio per colpa di esso se non faccio altro che dormire da giorni.
Dal mio ultimo incontro con Rika sono passati quattro giorni, anche se a me sembrano quattromila. Da quel giorno, dopo essere tornata a casa, non ho più fatto nulla se non crogiolarmi nei miei pensieri. Ho soprattutto una domanda piantata nella testa, che non mi lascia stare neanche per mezzo secondo.
Che devo fare ora?
Poi subito mi rispondo con: "Andare dall'Unione dei Villain, ovviamente."
Eppure questo mi sembra un ostacolo insormontabile, un ostacolo così alto che non riesco nemmeno a vedere quello che viene dopo. Però in fondo, so di non avere molta altra scelta.
E poi, ora che non ho più nemmeno Rika, mi sento completamente sola...
Nella mia mente compare per appena un attimo l'immagine di un viso giovane e dai tratti delicati, contornato da una zazzera di capelli chiari e scompigliati. Subito capisco chi è, e il mio cuore salta un battito.
Poi però sprofondo di nuovo letto, ricordandomi che lui forse non si ricorderà nemmeno della mia esistenza. Quindi, sono davvero sola al mondo, adesso.
Mi alzo dal letto e cerco qualcosa da mettermi, camminando svogliatamente per la stanza. Apro l'armadio e tiro fuori la prima cosa che mi capita sotto mano, ovvero una felpa grigia e un cappotto nero, lo stesso che indossavo l'ultima volta che sono uscita. Li indosso entrambi tenendo gli stessi jeans scuri che ho indosso, e infine mi infilo anche gli stivali neri.
Esco di casa senza ombrello, anche se mi accorgo già prima che sta piovendo a dirotto. La pioggia mi è sempre piaciuta, quindi il tempo di oggi mi mette un po' più di buonumore.
Cammino per un bel po' di tempo senza meta, o forse una meta ce l'ho davvero, mi rendo conto quando arrivo davanti al grande palazzo. Alzo la testa in alto osservando il cielo scuro da cui cadono le fredde gocce di pioggia che mi bagnano il viso.
Entro dentro al palazzo per cercare riparo, ma ormai so che è inutile tornare indietro.
Adesso sono definitivamente sola.
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli, reprimendo un ghigno derisorio verso me stessa: probabilmente sono sempre stata sola, solo che oggi è uno di quei giorni in cui lo sono di più.
Salgo le scale con passo pesante e incerto, le mani bagnate affondate nelle tasche del giubbotto. Conto ogni passo che faccio, ogni respiro che emetto. Quando arrivo al terzo piano, mi ritrovo davanti ad una porta in ferro. Ci rimango qualche momento davanti, limitandomi ad osservarla.
"Non puoi più stare con lui, hai un quirk troppo pericoloso, potresti ferire gli altri."
"Ma lui è..."
"Non importa, Sumie. Ormai abbiamo già deciso."Spalanco la porta per mettere a tacere i miei pensieri, ritrovandomi così all'interno dell'appartamento. Dentro c'è un'aria così pesante da risultare quasi irrespirabile. Sollevo lo sguardo da terra, e mi ritrovo davanti un ragazzo dai capelli azzurri.
STAI LEGGENDO
Bugie di carta
FanfictionSuo malgrado, Sumie decide di unirsi all'Unione dei Villain, abbandonando la sua famiglia adottiva. È proprio nell'Unione che incontra Dabi. In teoria dovrebbero essere compagni, ma in realtà sono nemici e si odiano a morte. Come se non bastasse, c...