Capitolo 35

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Sumie's Pov

Caldo.

Cazzo, qua dentro davvero un caldo da morire.

Cerco di aprire gli occhi ma sento le palpebre pesanti come macigni, e tutto quello che riesco a vedere è il nero più scuro in assoluto.

Solo dopo cinque minuti, riesco ad aprire gli occhi. Ma anche ora, non mi sembra di riuscire a vedere un granché.

"Sumie? Sei sveglia?"

Una voce femminile mi fa svegliare del tutto, risvegliandomi dal mio torpore.

Davanti mi trovo Toga, a pochi metri di distanza. Lei mi guarda e mi sorride, passandomi una bottiglietta d'acqua. Io la prendo e ne bevo qualche sorso, ringraziandola con lo sguardo. Affianco a lei c'è anche Twice, che in questo momento sta dormendo sulla poltrona. Lanciandomi un'occhiata intorno, noto che ci troviamo nella fabbrica abbandonata, il punto di ritrovo dell'Unione dei Villain. Affianco a me c'è una piccola stufa accesa, la quale dev'essere la causa di tutto questo calore eccessivo.

Provo ad alzarmi in piedi, ma mi viene difficile.

Oh, cazzo. Come ho fatto a non accorgermi che stavo dormendo su una persona?

E quando mi accorgo che quella persona è Dabi, per poco non svengo di nuovo. Mi cinge la vita con un braccio e mi tiene la schiena contro il suo petto. Ha ancora gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, addormentato in un sonno apparentemente tranquillo.

Rimango qualche secondo a fissarlo con gli occhi spalancati. È davvero bellissimo. E soprattutto mi è vicinissimo.

Mentre lo guardo però, mi ricordo di tutto. La nostra litigata al centro commerciale. Le sue parole. La bomba che ha fatto esplodere.

Mi passo una mano tra i capelli e provo a distogliere lo sguardo, ma è difficile quando la sua mano è ancora sulla mia schiena. E per carità, perché siamo in questa posizione indecente davanti a Toga?

"Hai bisogno di qualcosa? Stai bene? Prima sei svenuta. Cioè, ormai sei svenuta almeno dodici ore fa. Hai dormito un bel po', diciamo."

Dodici ore?

Dio, che casino.

Scuoto la testa e passo una mano tra i capelli di Dabi. Lo faccio con delicatezza così da non svegliarlo, ma i suoi occhi si schiudono. Rimango paralizzata e subito me ne pento. La mia mano si è mossa da sola, senza quasi che me ne accorgessi.

Ci fissiamo per qualche secondo, io nell'imbarazzo più totale e lui nell'indifferenza più assoluta.

Faccio per spostarmi e alzarmi, ma la sua mano mi tiene salda a lui.

"Se hai bisogno di qualcosa dimmelo" dice Toga, alzandosi in piedi. Sveglia Twice dandogli un colpo sulla spalla e prima che possa dire qualsiasi cosa lo trascina via.

"Come stai?" mi domanda Dabi appena Toga e Twice sono fuori.

"Come se te ne importi" ribatto divincolandomi da lui. Dabi si mette seduto e mi tiene vicino a sé, impedendomi di allontanarmi anche solo di un centimetro.

"Sei ancora arrabbiata?"
"Sì. Mi hai lasciato da sola, del resto" rispondo amareggiata.

Ho cercato di far finta di nulla, ma è più forte di me. Dabi sospira e fa una smorfia.

"Sono venuto a riprenderti, però."
"Sì, grazie. Molto gentile da parte tua" dico ironica.

"Sapevo che te ne saresti andata da lì, angioletto. Non avevo dubbi che..."
"Cosa volevi dire? Ho solo ricordi che non riesco a perdonare, mi hai detto" lo interrompo.

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