[Bucky's P.O.V.]
Dei rumori confusi mi fecero aprire gli occhi.
Li aprii lentamente, deboli e stanchi. Mi ero addormentato sulla sedia, con la testa appoggiata vicino alla coscia di Elèna e la mia mano che teneva la sua. La calma e la regolarità del suo respiro mi fecero in qualche modo tranquillizzare.
Alzai la testa e vidi davanti alla porta Tony e Banner, che entrarono lasciando spazio a Steve.
<<hey Buck... vuoi venire un po' giù con noi a fare colazione? Hai bisogno di mangiare, amico.>>
Effettivamente avevo fame, ma con l'Hydra mangiare era un lusso e alla fine avevo imparato a non farci tanto caso.
Uscii dal laboratorio e scesi le scale insieme al mio amico. Al piano di sotto trovai Natasha e Sam che ci aspettavano. Mi sedetti con loro e cercarono di farmi un po' distrarre, con scarsi risultati, ma ero comunque felice che avessero fatto questo per me.
Dopo la colazione mi allenai un po' con Steve, ma durante un corpo a corpo sbagliò la mira e mi spaccò un labbro.
<<cazzo->> dissi quasi sottovoce per il colpo inaspettato.
<<cavolo Buck mi dispiace, io->>
<<non fa niente amico, tutto bene>> dissi abbozzando un sorriso cercando di rassicurarlo.
Intanto riuscivo a percepire il sapore metallico del sangue, così andai in bagno a sistemarmi.
Mi mancava come Elèna si prendeva cura di me quando mi facevo male. Mi mancavano le sue soffici labbra sulle mie, le braccia che mi stringevano a se. È stata una delle poche cose belle capitare dopo la caduta ed era l'ultima che volevo perdere. Era tutto per me. La sua assenza era deleteria.[...]
Ormai era notte e io me ne stavo in camera mia circondato dal silenzio più totale. Andai in cucina e presi una bottiglia di whisky, poi un tremendo pensiero mi attraversò la mente: non potevo ubriacarmi. Nonostante questa certezza, ci provai ugualmente, finendo l'intera bottiglia di liquore. Alla fine provai un vago senso di stordimento e un forte mal di testa che decisi di ignorare. Tra la confusione data dal dolore e dall'alcol, decisi di andare fino in città. Presi una macchina che trovai e partii. Una volta arrivato notai la città movimentata, soprattutto in una via piena di locali. Parcheggiai e vagai in giro per quelle strade, osservando i volti di tante persone sconosciute. Girai l'angolo di una strada e mi ritrovai in un vicolo sperduto; mi appoggiai al muro, fissando il vuoto.
<<ehi tesoro...>>
Sentii una calda voce femminile vicino a me, decisi semplicemente di ignorarla.
<<cosa è successo, perché stai male? >>
La squadrai da capo a piedi. Era una ragazza molto bella, i capelli corti non le toccavano nemmeno le spalle, gli occhi grandi e scuri luccicavano sotto la poca luce che ci illuminava. Aveva un corpo che poteva fare invidia a chiunque, definito dal semplice tubino nero corto che la copriva lasciando le gambe mezze nude, slanciate dal tacco alto lucido.
<<senti, non so chi tu sia e non voglio saperlo, lasciami in pace.>>
<<eh si, stai proprio male... io posso farti sentire meglio se vuoi...>>
La distanza tra noi era quasi nulla, ma restai comunque saldo. Mi stava per baciare il collo quando la fermai prendendola per il polso, facendole uscire un lamento di dolore.
<<ho detto di lasciarmi in pace.>>
<<senti amico, io voglio solo guadagnarmi da vivere>> disse quasi scocciata cambiando del tutto atteggiamento.
<<quindi fai la prostituta... secondo me sei sprecata. Cosa vorresti fare per davvero?>>
Sospirò, pensando se darmi confidenza.
<<mi piacerebbe fare la modella.>>
<<secondo me se ci provi finisci per diventarlo davvero, in caso contrario saprai di averci provato.>>
Si appoggiò al muro parallelo al mio, accendendosi una sigaretta. Aveva l'aria di una che ne sapeva della vita, che ne aveva vissute molte, una bambina lasciata da sola troppo presto.
<<senti, anche io ho passato un periodo brutto, credimi, però alla fine qualcosa di bello la vita te lo dà.>>
Continuò a fumare la sua sigaretta e nel frattempo ripensai alle parole che avevo detto poco prima. Ero aggrappato anche alla più piccola briciola di speranza.
<<spero realizzerai il tuo sogno.>> le dissi quando notai che se ne stava andando.
<<e io spero troverai un po' di gioia.>>
Dopodiché la vidi sparire tra la folla. La mia mente, purtroppo, ritornò al pensiero che l'alcol non era riuscito ad eliminare: Elèna.
No, lei si sarebbe svegliata.
Doveva svegliarsi.
Alzai la testa al cielo poggiandola sul muro, mentre la luna illuminava la città.<<ti prego, torna da me.>>
[747 parole]
CRISTO SANTO SONO VIVA
Sono piena di interrogazioni, verifiche e voglia di non fare un tubo 😩✨Non so cosa dirvi quindi ditemi voi se vi è piaciuto il capitolo e se avete delle critiche costruttive / consigli, non esitare a dire<3
Bene troiette, ci vediamo l'anno prossimo
See ya in the next chapter✨
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I love you anyway - Bucky Barnes
FanfictionElena è una bellissima e giovane donna con un passato traumatico per colpa dell'Hydra che l'ha usata come arma contro la sua volontà. Una volta riuscita a scappare viene trovata da Nick Fury che la affida ad un gruppo di supereroi conosciuti come Av...