La Ferrablet

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Appena arrivata alla villa di Byorn, e già Kim si trovava davanti una macchina Ferrablet di ultimo modello. Quel modello di macchina l'aveva visto solo una volta, esposta in un negozio di macchine. Probabilmente una persona ignorante in fatto di macchine avrebbe pensato che una Ferrablet fosse una Ferrari dal lucente blu cobalto, ma al suo interno nascondeva uno spazio di una limousine. Una borsa alla Mary Poppins adeguata a macchina in modo da limitare convenientemente lo spazio.

Il problema era che quelle macchine costavano un rene e un pezzo dello stomaco, e Kim si chiese quanti soldi avesse Byorn. "Che poi, quando cavolo l'ha comprata? Queste macchine sono sul mercato solo dal 2010" pensò. Guardandosi attorno per convenienza, vide il proprietario della villa di fronte a quella di Byorn guardare la macchina con shock mista ad ammirazione. Sorridendo con fare fetente, si avvicinò alla Ferrablet e iniziò a guardare la carrozzeria e i dettagli. "Spettacolo" pensò mentre guardava le rifiniture delle ruote. Con coraggio aprì la portiera, ci entrò e respirò il profumo di macchina nuova. Il sedile di pelle nera era morbido ma non troppo, e il porta tazze e la radio erano decorate con sottili linee blu ciano. Il vano posteriore dell'auto invece era allungata e con dei divani identici a quelli che le limousine possedevano, anche se Kim non vide il mini bar . Rimase un po' delusa, visto che nei film c'era sempre.

Sentì qualcuno bussare al finestrino, e alzò il viso per ritrovarsi Byron davanti. Il demone sorrideva, e Kim restituì il sorriso. Aprì la portiera e con un balzo scese dall'auto. "È bellissima! Non sapevo che avessi comprato un auto nuova!" esclamò. "Infatti l'ho comprata la scorsa settimana: ho passato gli ultimi tempi a usare una vecchia auto che possedevo, in modo da potermi riabituare. Quindi, se durante il viaggio mi aiuteresti con i cartelli stradali, mi faresti un favore" disse il demone. Kim corrugò la fronte. "Aspe, sai guidare ma non conosci i cartelli? E poi hai la patente?" chiese improvvisamente preoccupata.

Byorn sorrise. Da una tasca del giubbotto tirò fuori una tessera e la mostrò a Kim. "Non preoccuparti , l'ho fatta apposta. Non volevo farmi arrestare. E per i cartelli stradali non è colpa mia: è passato troppo tempo da quando guidavo, mi serve una mente giovane come la tua per questo" spiegò. Kim, che era ancora concentrata a leggere la patente di Byorn, alzò il pollice anche se non aveva ascoltato mezza parola.

Per qualche motivo adorava leggere i documenti altrui, e con sua sorpresa scoprì che la data di nascita di Byorn era l'uno dicembre 1898. Si segnò la data mentalmente , poi consegnò la patente al proprietario. "Possiamo partire ora? Voglio mostrarti casa mia, e voglio provare anche quella macchina. Ci divertiremo un sacco, te lo assicuro" esclamò Kim.

Byorn sorrise. "Certamente" disse. Da gentiluomo aprì la portiera a Kim, che ringraziando sali di nuovo sulla Ferrablet, e fece il giro dell'auto per raggiungere il posto da guidatore. Con un movimento veloce entrò e tirò fuori dalla tasca del giubbotto una chiave dalle decorazioni dorate, e mise in moto l'auto.

Il viso di Kim si illuminò intensamente appena sentì il motore dell'auto, e lanciò un grido di gioia appena partirono. "Non sapevo che ti piacessero le auto" disse Byorn, guardando la ragazza con confusione. "Lo so che può sembrare strano, ma sono molto maschiaccio anche io. Adoro un sacco la meccanica, infatti un giorno vorrei vedere dal vivo un modello che ho disegnato io: bulloni e metallo, sarebbe uno spettacolo per la vista" disse con gioia. "E scusa, perché non fai ingegneria o qualcosa che centri con la metallurgia, se ti piace così tanto?" chiese il demone. "Perché possiedo solo le conoscenze necessarie per riparare un motore ma per breve tempo, capisci? Insomma, se ti ritrovi in una strada isolata all'una di notte e con l'auto in panne che fai? Aspetti che il carro attrezzi venga a salvarti?" ribatte Kim. "Ehm, si?" chiese Byorn. Evitò di dire che non era mai rimasto con l'auto in panne in una strada isolata visto che era interessato come non mai alla spiegazione di Kim, quindi continuò a guidare tra le vie di Orchidea della Luna.

"Si vabbè, letteralmente fai prima a far ripartire la macchina in qualche modo e a dirigersi verso l'officina più vicina. Ti salvi la vita così. Ma questo non è il punto: una volta ho partecipato per prova ad una lezione di ingegneria ed era difficilissima. Ho capito così il mio limite e non ho partecipato più a quel tipo di lezioni. Ma in generale mi piacciono le macchine e i motori, anche se non farò mai un lavoro con l'informatica" disse Kim. Byorn sorrise. Le persone che capivano il loro limite li considerava molto coraggiose e degne di ammirazione, e con ammirazione guardò Kim che cercava una posizione comoda sul sedile.

La ragazza si accorse dell'attenzione su di lei, e fissò Byron. "Tutto bene? Ho detto qualcosa di male?" chiese. Byorn rise. "No no. Pensavo che sia molto difficile capire il proprio limite in qualcosa. Non tutti ne sarebbero capaci" spiegò. "Vero? Oltre ad essere fastidiose, fanno anche un sacco di danni. Per farti capire, al corso di teatro c'era questo che pensava di fare il fenomeno con le scenografie, ma faceva schifo nel disegno e i lavori gli venivano da schifo. E ogni volta che qualcuno provava a dirgli qualcosa, lui era sempre un «Non sono io ad essere nel torto, lo siete voi. Io sono bravissimo. Bla bla bla». Che nervi" sbottò Kim con odio.

"Ti deve piacere molto questo corso di teatro, vero?" chiese Byorn, riuscendo finalmente a raggiungere la strada principale. "Infatti, mi piace un sacco. Anche se all'inizio non era così. Lo odiavo perché lo consideravo finto: le scenografie erano orride, gli attori erano falsi ma tanto e i costumi non erano realistici. Per questo adoravo di più i film. Poi al primo anno di liceo, allo spettacolo di metà anno, ho visto cosa significasse il teatro negli occhi degli attori. E anche se le scenografie e i costumi non erano all'altezza delle ambizioni dei film, ho capito quanto importasse lo stesso a loro. E così l'anno dopo mi sono iscritta. Un'ottima scelta" terminò Kim.

Byorn sorrise. "Mi fa piacere che tu abbia questa passione. Purtroppo se sei nobile, non puoi fare l'attore. Puoi soltanto osservarli da lontano nel tuo palco privato" disse Byron. "Un palco privato? Tipo Fantasma dell'opera? Sarebbe una figata da vedere. Voglio andarci assolutamente" disse Kim. "Sarebbe bello, noi due insieme. Inusuale visto che sei unmans, ma non è strano invitare un ospite. Sarebbe un ottimo esperienza, non ti pare?" chiese Byorn. "Non sarebbe male. Tranne per una cosa: non voglio essere rapita da un fantasma, mi raccomando" disse Kim ridendo.

Byorn sorrise, anche se la sua espressione si incupì: sapeva bene che i fantasmi potevano inseguirti per molto tempo, così come faceva quello di Jaqueline dal 1945.

Sogno demoniacoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora