"Scusa Kim ma chi era quello?" chiese la voce davanti a lei. Kim si voltò verso StramberryEye, sorrise mentre aspirava con fare elegante la sigaretta e scosse una mano. "Nessuno. Non preoccuparti. Che prendi?" chiese. Aveva da poco appreso che a quel ragazzo, il cui nome d'arte riprendeva il suo amore incondizionato per l'omonimo frutto, era il cibo. Ogni genere di cibo esistente sulla faccia della terra: dal cibo spazzatura, da quello normale fino ad arrivare al cibo elegante.
Come se Kim avesse appena detto di aver vinto mille dollari alla lotteria, lo sguardo di Pablo (vero nome di StrambeerryEye) si illuminò di colpo. "Ho deciso di prendere un pancake con sciroppo e un aranciata. Avrei voluto prendere qualcos'altro, tipo quel muffin con ripieno di marmellata di more, ma supera decisamente il mio budget della colazione" affermò sorridendo.
Kim ricambio il sorriso, lanciò un'occhiata veloce al menù optando per un caffè lungo e un pezzo di torta al cioccolato, poi si concentrò di nuovo su Pablo. "Perché, hai un budget della colazione?" chiese. "Si, sennò i miei genitori me lo tagliano del tutto. Lo so che è strano ma adoro così tanto in cibo che non riuscirei a farne a meno" rispose Pablo.
Kim fissò il corpo allenato del ragazzo alzando il sopracciglio destro. Ma la stava prendendo in giro? "Non sembra che adori il cibo" disse. Pablo non sembrò captare quella nota di ironia nella voce della ragazza, infatti sorrise ancora di più. "È perché faccio tre lezioni di nuoto a settimana. Serve un sacco alla respirazione e a tenerti in fisico. Tu fai qualche sport?" chiese.
A togliere Kim da quella domanda imbarazzante fu il cameriere a chiedere le ordinazioni. Mentre la ragazza ordinava il caffè e la torta, pensò che l'unico sport che aveva fatto in tutta la sua risposta era quello fatto con il padre nel giardino di casa sua, a Last Cost.
Last Cost, fu tra i primi insediamento di creature magiche a nascere in California, diventando una città mista solo negli anni sessanta. Anche Orchidea della Luna era una città "nuova", visto che la sua data di nascita era nel 1865, ma sicuro quest'ultima era più elegante e più densamente popolata al contrario della città di Kim. Era come mettere in confronto Los Angeles con qualunque paesino americano situato in campagna. Ma a Kim Last Cost piaceva, ed era questo l'importante.
Solo in quel momento notò che palesemente Pablo stava cercando di attirare la sua attenzione, quindi tornò a sorridere e fumare la sigaretta. "Scusa, hai detto qualcosa?" chiese. Pablo sembrava imbarazzato, e il sorriso di Kim iniziò lentamente a vacillare. Cosa aveva combinato senza saperlo?
"Ti stavo chiedendo di questo fantomatico sport, ma ti eri completamente imbambolata. E avevi uno sguardo completamente perso nel vuoto, che ansia.... Tutto bene?" chiese Pablo. Dallo sguardo sembrava seriamente preoccupato, ma Kim agitò la mano infastidita. "Sì, sì, tutto a posto. Stavo pensando un'attimo alla mia città dove sono nata, niente di che. Comunque ho fatto un corso di judo e boxe in questi anni. Ti piace come risposta?" disse con tono secco.
"Al mio braccio no" affermò una voce alle sue spalle. Kim e Pablo si voltarono e si trovarono davanti quattro ragazzi. Avevano molti punti in comune, come le tazze di caffè davanti a loro, le magliette a maniche corte molto colorate e la faccia sgarbata. Tranne uno, che aveva la parte superiore del viso molto rigida ma che cercava di coprire in qualche modo con le lunghe ciocche di capelli rossi.
Gli altri tre furono facili da riconoscere: erano i tre ragazzi che Kim aveva menato la sera del suo primo appuntamento con Byorn. Soffocando la punta d'orgoglio per la facile vittoria, Kim chiese cosa diavolo ci facessero lì a quell'ora del mattino. "Che fate, mi seguite? Si chiama stolking, potete finire in gattabuia per non so quanto tempo" affermò aspramente. "In realtà questo è il mio bar preferito. E poi ci svegliamo presto la maggior parte delle volte" affermò il capo del trio.
"Cavolo, alla luce del sole sembri pure una persona normale. Vero Mark?" esclamò uno dei ragazzi del trio. Kim lo guardò perplessa, sia nello constatare che il capo si chiamasse Mark sia per il no-sense dell'affermazione. Il ragazzo, dalla canottiera verde oliva e dai capelli e occhi neri, rise imbarazzato.
"Scusa, ma l'ultima volta sembravi potentissima tipo Goku super sayan 3. Ma ora sembri una ragazza normalissima. C'è, sei solo un'umana normalissima, neanche una creatura magica" disse. "Ehm... ok? Comunque, non voglio guai. Sono nel mezzo di un appuntamento, quindi se volete dirmi qualcosa ditemelo ora così ci togliamo direttamente il dente" disse Kim.
Mark agitò la mano destra, l'altra conteneva una ciambella coperta da cioccolato e pezzi di zucchero, e sorrise. "Non ci ho voglia sinceramente: punto primo, non ho voglia di rovinarmi la colazione e la mattinata per niente; punto secondo, tu e Lord Byorn ci avete fatto capire la lezione ".
Kim inarcò entrambe le sopracciglia confusa. Byorn non le aveva mai detto nulla di eclatante su quella sera, anzi, Kim non ci era più tornata sull'argomento. Così come Byorn. Ma che diavolo? "Scusa, in che senso Byorn ti ha una lezione? Che ti ha fatto?" chiese. Mark rise. "Perché? Non ti ha detto niente il tuo lord?" ribattè sprezzante.
Kim notò con la coda dell'occhio il cameriere avvicinarsi al suo tavolo con la sua ordinazione e quella di Pablo, ringraziò e bevve il suo caffè in un colpo secco. Sbattè la tazzina sul tavolino, afferrò la forchetta e la affondò nella torta, per poi portarsi un pezzo in bocca. Pablo la fissava un po' imbarazzato, ma Kim lo ignorò. La sua maschera altezzosa era un po' caduta, ma dopo quel discorso l'avrebbe rimessa e sarebbe tornata come all'inizio dell'appuntamento.
"Gustoso il cioccolato" pensò mentre finiva il pezzo di torta, poi si voltò verso Mark con sguardo assassino. "Allora, 'sto incidente?" chiese con tono superficiale.
Mark sorrise, finì il suo dolce e si mise comodo. "Allora: poco dopo la tua menata a danno nelle nostre persone..." iniziò. "E anche per un bel motivo" ribattè Kim. "A parte quello, Lord Byorn si avvicinò a noi senza la maschera: fummo pietrificati immediatamente sul momento, una sensazione orribile te lo garantisco, e ci risvegliamo ore dopo, a casa sua, con le sue ragazze che ci trattavano gentilmente come se non fosse successo nulla" disse Mark.
"Poi abbiamo incontrato lui durante un giro in un negozio di abbigliamento: lo conoscevamo per via delle notizie sui giornali, e siamo diventati subito amici" continuò l'ultimo componente del trio, un ragazzo dalle treccine bionde e dalla vistosa giacca di pelle. Kim fissò il ragazzo dai capelli rossi, che cercò di sorridere senza però incontrare il suo sguardo, poi la sua attenzione tornò su Mark.
"Quindi avete formato un gruppo che sparla di Byorn ventiquattr'ore su ventiquattro? Per caso vi siete arrenati sugli argomenti di cui parlare?" ribattè Kim. "In realtà ci abbiamo fatto una maglietta apposita per supportare questa tesi. Noah si è fatto pure un tatuaggio sul braccio" affermò Mark. Noah, il ragazzo dalle battute no-sense, mostrò il braccio destro dove a caratteri cubitali c'era scritto: #NoByorn.
"Dovrei preoccuparmi ma sinceramente non mi interessa. Fate come volete, almeno vi divertite a fare gli amici. Posso solo il tuo numero di telefono Mark?" chiese Kim. Il ragazzo sembrava perplesso. "Perché lo vuoi? Vuoi fare amicizia con me per poi uccidermi?" chiese.
"In realtà no. Volevo sapere in quale negozio avevate fatto le magliette #NoByorn. Vorrei farmi delle magliette personalizzate" rispose Kim con calma. A Mark la risposta sembrò accettabile, e con un movimento veloce scrisse su un tovagliolo il proprio numero di telefono, usando una penna che qualche cameriere sbadato aveva lasciato sul tavolino di fianco.
Lo consegnò con piacere a Kim, che lo prese senza tante cerimonie. "Ok grazie, gruppo heaters: potremo fare una qualche uscita in futuro, magari al sushi, e sparlare del mondo in generale. Pablo, andiamo" disse Kim al ragazzo.
Pablo si alzò dal tavolo, poi la strana coppia entrò nel bar per pagare il conto per poi uscirne un minuto dopo, avviandosi verso una delle numerose vie di Orchidea della Luna.
Il gruppo #NoByorn non ricevette nessun saluto dalla ragazza, e tirarono un sospiro di sollievo per questo.
STAI LEGGENDO
Sogno demoniaco
FantasyDa due secoli e mezzo le creature magiche che hanno popolato da sempre miti e leggende ora vivono insieme agli umani, convivendo con loro in pace e armonia. Nel 2018 la diciannovenne Kim Evans, insieme ai due gemelli Nathan e Oliver, dovranno passar...