-No mamma, così non funziona! - borbottai stizzita. Mia madre si abbassò gli occhiali dalla forma longilinea sul naso (non ricordo quante volte le avessi già detto che una donna della sua età non poteva più permetterseli; lei mi aveva dato della cinica) e si portò le dita sulle tempie, massaggiandole in un vano tentativo di placare l'imminenza di una delle sue emicranie impietose. – Adesso non è proprio il momento – sibilò a denti stretti e poi puntò i suoi occhi azzurri sui miei – tesoro, la party planner ha fatto del suo meglio. È giunto il momento che ti rilassi e ti godi la festa, non è da tutti i giorni compiere trent'anni – abbozzò un sorriso e trascinò le dita affusolate lungo la mia spalla, per poi sparire oltre l'arco della cucina.Puntai lo sguardo sulle piastrelle immacolate del salotto, dove la luce si rifletteva oltrepassando il velo trasparente dell'ampia vetrata che dava sul giardino diligentemente curato. Il prato era coperto da un sottile strato di neve, solo qualche sprazzo di erba verde riusciva a fare capolino dimenando le estremità ingiallite.
Sbuffai e mi guardai attorno – tutto questo mi sembra decisamente troppo – commentai, osservando la composizione di palloncini dorati e gli striscioni appesi alle pareti sapientemente puntellate dalle mie "foto migliori" (così le aveva definite mamma, quando pochi giorni prima aveva insistito con il mio ufficio stampa perché le spedissero ciò che di più imponente avessero nel mio fascicolo) – è tutto così pacchiano –
Mi lasciai cadere sul divano con un tonfo e strattonai il collo alto del mio maglione così che celasse parte delle mie labbra screpolate.
Proprio in quel momento mio padre aprì il portone con una scatola tra le mani, mi rifilò un'occhiata e posò il pacco sulla soglia, strofinando le scarpe sporche di neve sullo zerbino – cos'è quel muso lungo? – domandò, affiancandomi sul divano.
Scossi la testa – non lo so, mi sento sopraffatta. Questa festa, mamma che non si dà pace e io non so nemmeno se...- chiusi gli occhi, esalando un grosso sospiro. Sapevo esattamente dove sarei andata a parare con quel flusso di coscienza.
Papà si morse il labbro inferiore e poi storse la bocca – non sai se Manuel verrà, non è così? –
Annuii, portandomi una mano sulla fronte – già e se dovesse venire beh...- strinsi gli occhi in un'espressione allusiva. Non sapevo se la sua presenza alla mia festa avrebbe giovato alla nostra relazione, ancora in fase di stallo dopo gli ultimi due anni burrascosi.
Non era stato affatto semplice dopo il mio ritorno.
Dapprima ci eravamo riabbracciati come se non ci fosse stato mai nulla da recuperare, come se le nottate trascorse al telefono attaccati ad una linea sottile quanto fragile che non ci permetteva di voltare pagina non fossero mai esistite. Ma l'idillio di quel momento si era spezzato quanto prima, ponendoci difronte ad una realtà differente e totalmente distopica.
Era passato troppo tempo perché la leggerezza con cui riuscivamo a stare insieme al tempo di X-Factor fosse ancora parte integrante delle nostre vite e ben presto ci eravamo accorti di avere a che fare con due persone differenti, vestite soltanto delle fattezze degli individui che ricordavamo.
Non avevo di certo nulla da rimproverargli, lui aveva aperto la mia mente e risanato il mio cuore debole e dipendente dai fantasmi del passato, ma il sentimento che non avevo mai avuto dubbi di provare per lui adesso era sepolto vivo sotto una spessa coltre di tempo e spazio che avevano dilatato la voragine della distanza tra di noi.
Manuel a parte, la mia vita in questo ultimo anno aveva preso una piega piuttosto interessante.
Sin da quando ero atterrata a Los Angeles ne avevo percepito il clima frizzante come un grande peso appiccicoso sulla pelle, così- portati a termine i miei impegni lavorativi e ineluttabili – avevo deciso di mettere in affitto la mia casa di Calabasas e acquistare un loft a Milano, lì dove il mio cuore era rimasto incastrato tra le guglie aguzze del duomo e vicina alla succursale della mia casa discografica.
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Backstage|| Hell Raton.
FanfictionNon tutte le storie sono destinate a durare in eterno, ma qualcuna forse sì. Jenny è tornata da Los Angeles, ha rivoluzionato la sua vita e le sue priorità. Cosa accadrà tra lei e Manuel? Riusciranno a tornare ad essere quelli di prima? Dalla storia...