Cap. 1

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- Ho appena visto Manuel uscire di soppiatto come un ladro. Che succede Jennifer? –

Mika era stato il primo ad accorgersi del mio stato d'insofferenza. Mi aveva circuita e scortata lontana da orecchie indiscrete, cullandomi in un abbraccio rassicurante. Proprio come aveva fatto appena un paio di anni prima, raccogliendomi dal pavimento che mi vedeva sciolta in un turbinio di singhiozzi. Ma quella volta ero stanca di piangere.

Con le mani sulle sue braccia lo avevo allontanato con delicatezza – nulla, davvero. Sto bene – avevo farfugliato e, allungato il gomito verso il tavolo, avevo afferrato un bicchiere colmo di spumante – ho solo bisogno di bollicine e tanto, tanto cioccolato –

Lui aveva inarcato un sopracciglio e confuso si era passato le dita sulla fronte, poi sul mento – e questo perché? –

- Oh – avevo scosso la testa – li vedi? Mio fratello e sua moglie laggiù? – puntai il dito in direzione della coppia. Mio fratello era di solo un paio d'anni più piccolo di me, sorrideva spensierato e accarezzava il ventre gonfio della consorte. Presto sarei diventata zia e in quel momento la gelosia mi colorava di una tinta che mai avrei pensato d'indossare. Mi ritrovai a fissarli immobile, priva di qualsiasi reazione o di uno stimolo cognitivo che mi permettesse di proferire parola.

- Jenny...- mormorò il mio amico, scuotendomi la spalla.

- Non avrò mai quello che hanno loro – borbottai – sospetto che qualcuno dall'alto ce l'abbia con me. Insomma, è il mio trentesimo compleanno e l'amore della mia vita se l'è appena data a gambe. Penso che sia finta sai? Decisamente –

Mika mi ascoltò attentamente. Incamerò la mia confessione e la processò, umettandosi le labbra di tanto in tanto – io non credo. Vi conosco, tra di voi non finisce mai – decretò solenne.

- Non penso proprio – ammisi. Abbandonai il bicchiere sul tavolo, macchiando la tovaglia dorata di gocce trasparenti – ma è il mio compleanno e mi rifiuto di pensarci adesso. Discuteremo domani della mia patetica vita – esclamai.

- Oh God – si pizzicò il labbro inferiore tra le dita – questa è la prima fase. Denial

Scossi la testa, scompigliandomi i capelli. Per quanto strano potesse sembrare, mi ero davvero resa immune a qualsiasi emozione, premurandomi di relegare qualsivoglia pulsione in un angolo remoto della mia amigdala cerebrale. – Non sto negando nulla – risi – non fare lo spiritoso –

Mika sbuffò – e come vorresti che la prendessi? – domandò, scrutandomi dubbioso.

- Non prenderla affatto, fai come me – scrollai le spalle e recuperai il mio bicchiere, riempiendolo fino all'orlo.

Ancheggiando, mi trascinai fino al tavolo dove mia madre si scostò leggermente, lasciandomi spazio per sedermi di fianco a lei – tesoro – fece, poi si guardò attorno – dov'è Manuel? –

Alzai le spalle – ha avuto un'emergenza, credo – mi portai il bicchiere alla bocca e trangugiai un lungo sorso che mi bruciò un retrogusto dolciastro in gola. Non sopportavo lo spumante.

Mamma mi guardò interrogativa – ma è il tuo compleanno! – esclamò, attirando l'attenzione degli altri commensali.

In un istante mi sentii tremendamente accaldata. La lana del vestito che indossavo mi pungeva la pelle che mi sarei volentieri strappata di dosso, tanto aveva iniziato a starmi stretta. Il mio stesso corpo era diventato un peso inscindibile. – Ci sono cose più importanti mamma, che non possono aspettare – farfugliai – ma adesso sono qui con voi no? Godiamoci questo bellissimo momento assieme, prima che riparta per Milano –

Backstage|| Hell Raton.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora