Cap. 13

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Il chiacchiericcio che avevo origliato pochi attimi prima si acquietò, così pensai che la discussione si fosse conclusa. Mio malgrado, mi ritrovai con la consapevolezza di aver ragione quando sentii il rumore di passi lungo il corridoio; alzai gli occhi al cielo: pensavo che il mio invito ad essere lasciata sola fosse stato reso abbastanza chiaro dal modo in cui mi ero scusata per poi sparire in cucina e prendermi tutto il tempo che mi servisse tra pentole e stoviglie varie ed eventuali, ma evidentemente il mio messaggio implicito non era stato recepito e c'erano solamente due persone là dentro che potessero voler interrompere il mio gioco del silenzio. Una delle quali non avevo affatto intenzione di vedere.

Quando lo scalpiccio si fece più costante e vicino, mi appiattii contro la parete e poi, issatami sulla punta dei piedi, camminai di soppiatto fino alla zona del lavabo. Presi in mano un'ampia scodella e la immersi nell'acqua carica di schiuma, dopodiché afferrai una spugna umida e la strofinai contro la superficie, così che quando chiunque fosse alle mie spalle mi si fermò di lato potesse trovarmi occupata nell'arduo compito di rendere l'ammennicolo sorprendentemente lucido.

Una mano grande e calda si infilò sotto al mio braccio ed io voltai il capo di scatto, ritrovando il volto di Manuel a pochi centimetri dal mio. Subito volli allontanarmi, così feci un passo in dietro, trattenendomi alla grande lastra di granito del bancone della cucina per fermare le mie dita tremolanti.

Egli abbozzò un sorriso e mollò la presa sul mio maglione, poi afferrò la scodella che avevo precedentemente ripulito e si munì di uno straccio piuttosto largo.

- Tu lavi e io asciugo? – domandò, accarezzando i bordi in ceramica con la punta delle dita coperte di stoffa.

Io annuii e abbassai lo sguardo, concentrandomi sul mio compito.

La sua presenza al mio fianco mi faceva sentire impacciata, soprattutto dopo la rivelazione di cui mi aveva omaggiata poco prima in camera da letto. Non potevo credere che mi pensasse così povera di valori, che avesse immaginato che ciò che era successo tra me e Thomas fosse stato un passo facile da compiere per me.

Le sue parole mi avevano dato il tormento per tutta la sera e non volevano saperne di scemare, neanche difronte al suo tentativo di fare ammenda.

Ad un tratto Manuel si schiarì la voce e affondò le dita nell'acqua, sperando forse di incontrare le mie, ma fui veloce a ritrarle; mi pentii di non averglielo permesso quando notai un'ombra scura attraversare il suo viso, come se in qualche modo la privazione di quel contatto gli avesse bruciato la pelle, ma fu veloce a rimpiazzarla con un'espressione neutra.

- Sai – fece – mi dispiace davvero per quello che ti ho detto prima. Sono stato fuori luogo – bisbigliò ed io lo guardai di sbieco. Non ritenevo ci fosse bisogno di parole per esprimere il mio disappunto, dunque rimasi in silenzio e completai la mia mansione per poi porgergli il piatto così che lo asciugasse.

Lui esitò e studiò il mio viso, inarcando le sopracciglia come a suggerire che stesse ancora aspettando una mia reazione, ma si accorse ben presto che non gli avrei accordato tale soddisfazione.

Il silenzio si fece fitto in cucina e riportò a galla, almeno per me, il ricordo del motivo per cui ero stata così scettica ad accettare quell'invito sin da subito. Sapevo che nessuno di noi ne avrebbe fruito e che non avremmo costruito nulla di positivo dalla convivenza forzata di quei giorni. Mi lasciai scappare un sospiro quando, inesorabilmente, i miei pensieri si affollarono sulla mamma di Manuel: non si meritava un simile trattamento da parte mia, lei che era vittima ignara della scena ben orchestrata che suo figlio aveva deciso di recitare, trascinandomi contro il mio stesso buon giudizio.

Passarono molti minuti prima che qualcuno si decidesse ad aprir bocca di nuovo; quella volta fui io che, fatta defluire l'acqua dal lavandino, passai lo sguardo sopra il ripiano in cerca del sapone, posto dal lato di Manuel, vicino al suo braccio sinistro. Per poterlo afferrare avrei dovuto spormi pericolosamente vicina al suo corpo, ma ero totalmente contraria a muovermi in quel senso.

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