Non fui mai sicura di aver fatto la cosa giusta chiedendo a Manuel di restare. Al contrario, il pensiero che stessi di nuovo cercando di forzarlo in qualcosa di più grande di lui mi attanagliò le viscere per tutto il resto del viaggio.
Quando giungemmo davanti alle grandi porte a specchio dell'ospedale però non ci fu più spazio per i ripensamenti.
Manuel mi fece scendere e si rimise alla guida – vado a cercare parcheggio – spiegò accorgendosi della mia titubanza, così annuii e in un sospiro lo supplicai – io ti aspetto qui, non entro senza di te-.
La sua assenza momentanea mi fu utile a realizzare un paio di cose.
Il sole non era ancora alto nel cielo e il contorno alto dell'edificio difronte a me si stagliava lungo la volta grigiastra, svettando tra le nuvole di nebbia bassa e umida.
Alcune gocce mi si vaporizzarono sul viso e strinsi le spalle nella giacca pesante, sperando che questa potesse ripararmi dal freddo rigido di quel mattino cinereo.
C'era così tanto silenzio intorno, come se il resto del mondo si spegnesse per lasciare campo al rumore della sofferenza o della quieta speranza di trovare sollievo per i propri dolori. Gli infermieri, dottori mi passavano di fianco e si scambiavano occhiate allusive, alcune costernate e altre dubbiose forse interrogandosi sul perché mi trovassi lì o compatendomi, immaginandosi qualche risvolto drammatico per una ragazza così giovane.
Gli ospedali, chiaramente, non mi erano mai piaciuti. E' vero che, paradossalmente, possono rappresentare una specie di ciclo della vita dove, man mano che qualcosa si distrugge e perisce, qualcos'altro apre gli occhi sulla vita, ma nei miei ricordi non c'era stato troppo spazio per tali lieti eventi in una simile location.
Mi mossi sui talloni e sobbalzai quando sentii una mano sulla spalla, poi tirai un respiro di sollievo: Manuel aveva fatto ritorno proprio quando avevo iniziato a guardarmi attorno per cercarlo.
Egli prese i lembi della mia sciarpa e la allacciò ben bene intorno al mio collo per assicurarsi che non prendessi altro freddo, dopodiché mi fissò e si lasciò scappare un piccolo sorriso – hai le guance completamente rosse – disse, mentre le sue dita calde lambivano il tratto di pelle appena sotto al mio occhio – faremmo meglio ad entrare. Te la senti? –
Un lieve tepore m'irrorò lo stomaco e sospirai per trattenerlo quanto più fosse possibile, ma il pensiero costante della mia famiglia in attesa del mio arrivo mi riportò alla realtà in un attimo – no – ammisi – ma non posso voltare le spalle a mio fratello –
Così, con un movimento fluido, presi coraggio e spinsi le porte con l'intento di dirigermi alla reception e, auspicabilmente, di raggiungere il reparto neonatale prima possibile.
Tuttavia, una volta individuata la scrivania in bella vista all'imbocco dell'androne principale, mi acciglia subito nel trovarla vuota.
- Merda – mormorai – di questo passo riuscirò ad arrivare da mia nipote quando compirà diciott'anni! – esclamai e con gli occhi rossi dal freddo e spalancati per la foga, sondai tutta la stanza finché il mio sguardo non cadde sulla mappa appesa al muro. Vi erano rappresentate, in un groviglio piuttosto intrecciato, tutte le strade e i passaggi per muoversi dentro quella specie di prigione dal sapore acido di disinfettante e candeggina; con il dito seguii una linea rosa sbiadita che, ripercorrendo con il polpastrello, mi condusse ad una scritta maiuscola e slavata che indicava il piano del reparto e l'ascensore che vi mi avrebbe accompagnata nel minor tempo possibile.
Sentii il cuore pompare il sangue lungo tutto il corpo, eliminando la turgidità nei miei arti e il freddo che li cristallizzava rendendo ogni movimento impacciato e macchinoso e, in un impeto di adrenalina, corsi per le scale dimenticandomi del mezzo di trasporto decisamente più comodo.
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Backstage|| Hell Raton.
FanfictionNon tutte le storie sono destinate a durare in eterno, ma qualcuna forse sì. Jenny è tornata da Los Angeles, ha rivoluzionato la sua vita e le sue priorità. Cosa accadrà tra lei e Manuel? Riusciranno a tornare ad essere quelli di prima? Dalla storia...