VIII

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🕷 Mercatini di Natale

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🕷 Mercatini di Natale

"Non piegarla
e non farla annacquare,

non cercare di renderla logica:

non modificare la tua anima
secondo la moda.

Piuttosto,
segui le tue ossessioni
più intense senza pietà;

perché è il solo modo
per placarle."

F. KAFKA.

Erano già passate due ore da quando mi ero recata al mercato quella mattina. La Tettoia Liberty era piena di gente e dalle più svariate età, molte le bambine che si accalcavano e specialmente nell'area tessile dove mi intrattenevo io.
Rivedevo me quando ancora ingenua avevo tutta una vita davanti eppure già capivo tutto e soprattutto quelle cose.
L'arte è stata sempre una mia stretta passione e in particolare quella del cucito, avevo più o meno la loro età quando mamma Eloisa mi mise sotto ai ferri e già da prima la sorvegliavo meticolosamente. Avevo voglia d'imparare proprio come a tutte quelle donnine che mi circondavano con i loro visetti dolci esattamente come tutte quelle pupe che tanto desideravano. Aghi, forbici, spilli e ditali furono le prime cose e ovviamente non era solo del tessile di cui mi occupavo. Amavo altrettanto disegnare modelli che poi col passare dell'esperienza e dell'età intarsiavo con il telaio e tanti altri arnesi via via divenendo sempre più brava. Il punto croce e l'uncinetto erano solo due delle tante tecniche che una sarta utilizza nelle sue attività stilistiche, il ricamo era solo uno dei tanti aspetti di quel tanto prelibato lavoro. Ah, dimenticavo il metro, le grucce, le relle e i manichini, piegare, appendere e vestire gli abiti. Quello della stilista è stato il mio sogno di sempre, m'ispiravo persino ai più grandi brands oltre che alle case di moda locali: Gucci, Coco Chanel, Balenciaga, sorelle Fontana e Luisa Spagnoli ma solo per citarne alcune. Alla fine però facevo sempre di testa mia: è esattamente così che si faceva. Spunto e originalità, i due punti cardini di quel mondo e solo così si arrivava dove più si preferiva. Ci voleva anche quello per poter raggiungere ciò che più si sognava o se non pure oltre.
Il freddo era già improvvisamente arrivato, proprio quella mattina eppure niente tratteneva nessuno. Eravamo alle soglie del Natale e ciò spiegava le bolge che si formavano tra una colonna e l'altra del pergolato. Erano gli ultimi acquisti prima delle feste: chi pensava a fare regali, chi si aggirava solo per curiosare e chi magari lo faceva solo per buttarsi nella magia che le feste portavano oltre che per aggiungere l'ennesima cianfrusaglia all'intera collezione decorativa dell'anno precedente.
Un profumo di pittule* mi invase le narici, purceddhruzzi* e cartellate riscaldavano l'aria gelida novembrina e Babbo Natale era sceso dalla slitta. Andava girando seguito da un elfo con in mano un dagherrotipo (l'antenato della macchina fotografica) color Borgogna, chissà cosa nascondeva lì dentro. Poco dopo si mise ad accarezzare la sua renna, poi si aggiustò la lunga barba bianca e incominciò a distribuire dolciumi ai clienti più piccoli.

"Vittoria!" due voci all'unisono mi giunsero alle spalle, le conoscevo.

Erano Caterina Guido e Clementina De Simone, le mie altre due migliori amiche.

"Caterina! Clementina!" esultai con lo stesso tono.

Ci abbracciammo, era da un po' che non le vedevo. Purtroppo la vita coniugale molte volte m'impediva di farlo. Troppi gli impegni, a volte succedeva proprio così e ricordarlo straziava il cuore. Con loro e Clara ci conoscevamo da una vita, dai tempi della scuola. Tutte e quattro insieme frequentavamo la scuola dell'infanzia De Dominicis, alle spalle della mia nuova casa.
Era un'aula di solo femmine, allora le scuole usavano fare così. Era una classe di poche ragazzine, in quegli anni non assai diffusa era l'alfabetizzazione.
Dopo le elementari accedemmo subito al quarto ginnasio, correva l'anno 1914 e la cosiddetta scuola media ancora non esisteva. Sarà la Legge Gentile del 1923 poi ad istituirla arrivando così a un tipo di scuola molto più vicino al moderno rispetto a prima.
Ci soffermammo per un po' a chiederci come andasse e a parlare di come andava la vita di ognuna di noi tre. Loro ancora tardavano a trovare marito, era un dramma per il pensare dell'epoca ma per me personalmente no. Non c'era una data di scadenza. Piuttosto mi sentivo più io come colei che aveva bruciato le tappe senza aver aspettato il momento giusto, il tempo dell'amore. Era questo il valore che per me più contava e sin dalla tenera età era così.

"Beh, amica! Adesso dobbiamo andare, è stato un piacere rivederti! A presto e sentiamoci, ciao bella!" si congedarono dopo che parlò Caterina.

Mi abbracciarono di nuovo, io ricambiai stringendole più calorosamente di prima.
Rimasi di nuovo sola, ma non completamente. Mi riferivo che al di là della donna che commerciava al bancone accanto, tutti quelli che vedevo erano solo passanti di cui prima di allora non sapevo nemmeno dell'esistenza. Sembrava strano, io conoscevo a fondo la città ma in quegli attimi erano solo loro a farlo con me o almeno alcuni. Essendo figlia, sorella e moglie di tre uomini nello stesso tempo abbastanza attivi non un volto mi parlava assai di sè nè il mio più di tanto. Mi sentivo sola in quella bolgia, un vero pesce fuori dall'acqua. Era da molto che non mettevo piede lì, già però non più di quanto sembrava. Per questo quella mattina mi parve molto più lunga del solito finchè quel che vidi all'improvviso tra tutta quella folla non mi travolse, già. Ci riuscì, lo fece del tutto.
Era un giovane signore, era lui.

Note dell'Autrice:

Ciao, ragazzi! Allora, innanzitutto scusate per il ritardo e per le piccole dimensioni del capitolo. Gli stilisti sopra elencati sono quelli che già operavano a quel tempo e anche piuttosto intensamente. Le scuole elementari De Dominicis esistono davvero a Lecce e sono proprio nella corrispondenza di quanto ho detto. La scuola all'epoca era esattamente come ho scritto e la Legge Gentile risale proprio all'anno che trovate sopra. Chi sarà lui? Il Ministro, la SS o qualcun altro? E chi? Sopra potete vedere come mi immagino Clementina e Caterina in quel giorno. Stay Tuned.

pittule (piatto natalizio tipico leccese)

purceddhruzzi (dolci natalizi tipici leccesi)

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