CAPITOLO 9

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Coleen era china in angolo, appiattita contro la parete, la sua mente cercava di mettere a fuoco ciò che stava accadendo, invano. Una delle guardie le stava davanti, la spada sguainata era ricoperta di sangue, Coleen riusciva solo a vedere le sue spalle. "Portate le principesse via di qui" abbaiò una voce. Fraya stava scaraventando contro gli assalitori tutto ciò che riusciva ad afferrare con il suo potere, ma non sembrava riuscire a rallentarli. Coleen cercò disperatamente di muoversi, ma il panico la bloccava a terra, mozzandole il respiro. Non riusciva a vedere, non capiva. Dove erano le altre? Chi li stava attaccando? All'improvviso il salone fu scosso da un boato, e un corpo fu scaraventato dall'altra parte della stanza. Coleen riconobbe il volto del professor Avyard, la guardava con occhi spenti a pochi passi da lei, dal petto sgorgavano fiotti di sangue. A stento la principessa riuscì a  trattenere i conati di vomito, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. "Dobbiamo muoverci" urlò la guardia davanti a lei. Era una donna, non si girò verso di lei, ma semplicemente le porse una mano per aiutarla. "Dobbiamo andare, ora!" Coleen cercò di recuperare il controllo e afferrò la mano per tirarsi su. Un altro scoppio rimbombò nel salone, seguito da una lamata di luce. Quando fu in piedi Coleen lo vide chiaramente. Sanim era davanti all'ingresso della sala, dalle sue mani fuoriuscivano sprazzi di energia bianca. La principessa lo osservò avanzare verso Fraya, dentro i suoi occhi sembrava essersi accesa una luce sovrannaturale, la sua espressione era ferina mentre tutto ciò che la rettrice gli scagliava contro veniva incenerito dalle lame di luce. "Via!" le urla della donna furono un flebile sussurro in mezzo al fracasso del soffitto che cedeva, Fraya reindirizzò i detriti contro il thamieli. Un movimento del braccio, e i calcinacci si trasformarono in polvere, disintegrati da quella luce divina. Lo sguardo di Coleen vagò disperato nel caos, cercando traccia delle altre ragazze, mentre le due guardie la trascinavano verso l'uscita laterale del salone. Non fecero in tempo a fare pochi passi che la principessa fu scaraventata indietro da un'ondata di calore.  "Vi sento, o principessina" Coleen non riuscì a vedere nulla per qualche istante, la vista oscurata, il dolore lancinante del fuoco sulla pelle le aveva tolto il respiro, come una mano crudele serrata sulla gola. Non riuscì a gridare mentre due braccia la afferravano e la appoggiavano contro la parete. "Coleen!" le urla le arrivarono all'orecchio come un eco lontano "Coleen devi scappare, vogliono te, ti prego ascoltami!" Arion la scuoteva per le spalle, e quando la principessa riprese coscienza quasi non lo riconobbe, ricoperto di sangue e polvere. Non riusciva nemmeno a piangere mentre era scossa da ondate di dolore, la pelle delle braccia sembrava corrodersi, non ebbe il coraggio di abbassare lo sguardo per vedere se fosse così. "Nell'ala est della biblioteca c'è una porta di servizio che si affaccia direttamente sulle scuderie" la voce del professore era trafelata, mentre al contrario le sue mani si muovevano attentamente lungo il corpo della ragazza. "Prendi il primo cavallo che trovi e vai dritta verso nord, non ti fermare per nessuna ragione" il dolore si stava lentamente affievolendo, mentre il sudore imperlava la fronte del professore. Un figlio di Armaros. "Le altre ragazze" biascicò piano la principessa tirando a stento fuori le parole, mentre il curatore le medicava le bruciature. "Non ti preoccupare per loro, fai ciò che ti ho detto" improvvisamente la stanza calò nel buio più totale, come se la notte fosse arrivata prematuramente. I lampi di luce di Sanim rischiararono per qualche istante la scena, giusto il tempo perché Coleen notasse Fraya ed Emeris fianco a fianco, il generale esplodeva decine di colpi verso il thamieli, ma non sembravano sortire alcun effetto. Poco più in là una figura minuta sprigionava fiamme contro le due guardie grigie. "Non riesco a vederle" il panico iniziò ad insinuarsi nel petto della principessa "Non posso lasciarle qua" insistette, il dolore era quasi del tutto sparito. Cercava disperatamente di scorgere le ragazze, tra uno scoppio di luce e l'altro. Il professore fece per ribattere, ma una lingua di tenebre gli afferrò la gola. Il terrore nei suoi occhi durò solo un istante, prima che fosse trascinato via dalle ombre. "Via di qui, ora!" Un altro volto era apparso dal buio della stanza, al posto di quello del professore. Era una donna con gli occhi azzurri come il mare. "Principessa state bene? Dobbiamo muoverci, la devo portare via da qui" Coleen impiegò un po' a mettere insieme le informazioni, mentre la guardia grigia la trascinava verso l'uscita. Un rombo scosse l'Istituto fin dentro le fondamenta quando riuscirono a varcare la soglia della porta secondaria e ad uscire nel corridoio. Solo in quel momento, alla luce delle finestre, Coleen riuscì a riacquistare abbastanza lucidità per comporre una domanda di senso compiuto "Cosa sta succedendo?" la voce le uscì strozzata dalla gola, era una preghiera, il desiderio che fosse tutto un incubo. "I thamieli ci attaccano maestà" disse la guardia con tono duro. Coleen si accorse del sangue sulla sua armatura. "Non possiamo fermarci" continuò guardandosi attorno guardinga. Si misero a correre per i corridoi, cercando di allontanarsi sempre di più dal salone, e ad ogni passo Coleen cercava di riconnettere ciò che era appena accaduto, tentava disperatamente di mettere insieme i pezzi. "Le altre ragazze, sono rimaste dentro" si fermò di colpo, obbligando la guardia a prenderla per il braccio e ad intimarla di continuare a correre. "Sono tutte al sicuro principessa, ma se noi non usciamo presto dal palazzo saremo spacciate" il tono della donna era troppo severo perché Coleen dubitasse delle sue parole. "Rodan" il suo nome aleggiò nell'aria instabile. La guardia tornò a guardarla negli occhi, scuotendo la testa. "Non ho idea di dove sia, è uscito dalla stanza e poi è scoppiato il putiferio, potrebbe essere ancora in giro, dobbiamo stare allerta." Coleen si sentì mancare la terra sotto i piedi, il corridoio iniziò a girarle attorno, annullando ogni dimensione. Si concentrò sul suo respiro e chiuse gli occhi per qualche istante, attaccandosi al braccio della guardia, senza smettere di correre. Doveva combattere quella sensazione, doveva rimanere cosciente, sapeva di non potersi permettere di svenire, non in quel momento. "Vogliono uccidermi vero?" la domanda le uscì simile ad un sibilo "Si maestà" la risposta della guardia fu gelida come l'inverno fuori dalle mura. "In biblioteca c'è un'uscita secondaria sulle scuderie, da lì possiamo dirigerci a nord" la voce di Coleen tremò mentre pronunciò quelle parole, ma il suo passo non accennò a rallentare. Il soldato rispose con un cenno di assenso. L'istituto era piombato nel caos, mentre attraversavano le stanze dirette verso il piano terra continuavano ad incrociare cameriere in preda al panico, ed ogni volta la guardia gridava loro di rifugiarsi nei sotterranei. Coleen osservava ogni donna che le passava accanto, cercando il volto di Dalya. Probabilmente era già riuscita a nascondersi e a mettersi in salvo, cercò di ricordare l'ultima volta che l'aveva vista, quella mattina. Le aveva detto che quel giorno si sarebbe recata al villaggio e festeggiare con la sua famiglia. La principessa pregò che fosse così. Avevano appena terminato la rampa di scale che portava all'ingresso,  quando Coleen notò con la coda dell'occhio una figura alla sua sinistra sparire dietro una porta. La vide solamente per qualche istante, ma il colore del suo vestito era inconfondibile. "Awyn" urlò gettandosi dietro di lei. Le grida della Guardia Grigia non la fermarono, superò l'aula di letteratura e si precipitò nell'ufficio di Fraya. Awyn aveva il viso in fiamme, le spalle al muro, la sua espressione era indecifrabile, lo sguardo perso nel vuoto. "Dobbiamo andare in biblioteca Awyn!" urlò la principessa mentre si avvicinava all'amica e la scuoteva nel tentativo di risvegliarla da quello stato di shock. "Awyn ascoltami ci stanno attaccando non possiamo rimanere qui" fuori dall'istituto vi fu uno scoppio e poi delle urla. Coleen andò alla finestra e vide le fiamme divampare nel giardino. Quando si girò di nuovo verso Awyn, pronta a trascinarla via da li, l'amica stava chiudendo la porta dello studio. "Awyn dobbiamo andare" fece per avvicinarsi ma fu interrotta dalla risata della ragazza. "Non te ne andrai via di qui Coleen" la sua voce non era più quella della ragazzina timida che era entrata all'istituto solo qualche mese prima, era una voce crudele, antica. Coleen indietreggiò confusa mentre la ragazza si voltava verso di lei, rivelando un'espressione feroce, ed un volto che la principessa non riconobbe. La figura che aveva davanti non era più Awyn, i capelli rossi come il sangue le cadevano con lunghe ciocche sulle spalle. Rise di gusto davanti allo sconcerto di Coleen "Stupida ragazza" la schernì, mentre le spallate della guardia facevano tremare la porta. "Awyn" le parole le uscirono come un sussurro. "Awyn non esiste" disse la donna avvicinandosi, i suoi occhi sfavillavano di una luce folle. La vide estrarre una lama sottile da sotto il corsetto, simile a quella che qualche mese prima era stata a pochi centimetri dalla carotide di Nethel. "Non sarà una morte veloce" la risata che uscì dalla sua bocca coprì le urla della Guardia Grigia, fuori dalla porta. "E nemmeno lei riuscirà a salvarti" Coleen era sul punto di capitolare a terra, le gambe le tremavano, non riuscendo più a sostenere il peso del suo corpo, i battiti del suo cuore le rimbombavano nelle orecchie, come a gridare aiuto, un disperato tentativo di sopravvivenza. "Perché lo fai?" se sarebbe morta, voleva almeno sapere per quale pazza ideologia. "Epurazione" disse lei semplicemente, assaporando quelle parole sulla lingua. Un attimo dopo le fu addosso. Accadde tutto talmente velocemente che Coleen ebbe solo il tempo di chiudere gli occhi e gridare, prima che le urla strazianti di Awyn riempissero lo studio. Rodan era sopra la donna dai capelli rossi, affondava la lama nella sua schiena. Coleen lo vide roteare attorno alla thamieli, liquefarsi e riapparire dietro di lei, come una nuvola di materia. La porta andò in frantumi sotto l'ennesimo colpo della guardia, che si fiondò addosso ad Awyn. Il combattimento era feroce, ma la principessa lo vide al rallentatore, come se fosse testimone di uno spettacolo grottesco. Awyn si dimenava, cercando di colpire il ragazzo. L'espressione di Rodan era feroce, la principessa non lo aveva mai visto in quel modo. Si chiese se i Grigori fossero stati così durante la Guerra dei Cieli, straordinari in quella loro violenza. All'improvviso l'ufficio della rettrice si riempì di fumo, ed in un attimo furono tutti circondati dalle fiamme. "E' un'illusione!" urlò Rodan mentre continuava a smaterializzarsi e materializzarsi, confondendo Awyn e permettendo alla guardia di colpirla. Coleen iniziò a tossire, mentre il fumo le entrava nei polmoni, viscido e denso. "Non è reale" continuò a gridare Rodan "Sta creando un'illusione" ripeté, mentre la donna si scagliava prima contro di lui e poi contro la guardia. Improvvisamente, così come era arrivato, l'incendio si estinse, mostrando una scena di distruzione e sangue. Awyn giaceva sulla spalla della guardia grigia, che estrasse la lama dal suo addome, riempiendo il pavimento con un lago di sangue. L'aria tornò prepotente nei polmoni di Coleen, le lacrime le riempirono gli occhi mentre osservava il corpo senza vita della donna. "Cosa cazzo sta succedendo" gridò con voce rauca mentre Rodan appariva davanti a lei. "Stai lontano da me" gridò la principessa spingendo via il thamieli e desiderando di potersi fondere con la parete contro la quale era schiacciata. "Coleen" la voce del ragazzo tremò mentre si allontanava "Dimmi solo che stai bene, sei ferita?" il suo fiato era affannato, e la principessa notò i suoi occhi lucidi. Lo osservò per qualche istante prima di rispondere, l'aveva appena salvata o era solo un modo per poterla avvicinare? A quel punto però non avrebbe già dovuto ucciderla? A Coleen venne voglia di sparire, voleva risvegliarsi da quell'incubo, desiderava trovarsi davanti il viso famigliare di Dalya che la rassicurava. Rodan respirava affannosamente, un vistoso taglio gli attraversava la guancia. Se non era ancora morta, pensò la principessa, e Rodan non l'aveva sgozzata, questo significava che era dalla sua parte. Sperò con tutto il cuore di aver ragione. "Sto bene" si decise a dire, e vide l'espressione del ragazzo rilassarsi leggermente. "Principessa dovete andare" la voce della guardia era quasi un sussurro, il suo viso era pallido, teneva le mani strette sul fianco, appoggiata con la schiena contro la scrivania di Fraya. Quando Coleen notò il sangue che fluiva copioso da una ferita sul basso ventre le lacrime iniziarono ad offuscarle la vista. "No, no, Rodan" lo chiamò in cerca di aiuto, ma il thamieli non poteva più fare nulla, il pugnale di Awyn era penetrato troppo in profondità. "Coleen dobbiamo andare" ripeté il ragazzo, che era riuscito ad afferrarle il braccio e la stava sollevando in piedi. "Mi dispiace così tanto" Coleen era scossa dai singhiozzi, mentre Rodan la reggeva tra le braccia, evitando che crollasse in ginocchio. La guardia la fissò con i suoi occhi azzurri come il cielo d'estate "Sopravvivete, vi chiedo solo questo" la principessa annuii, senza riuscir a proferire parola. Voleva prometterle che ci sarebbe riuscita, ma non era sicura di poter mantenere un giuramento del genere. Quando lei e Rodan raggiunsero la biblioteca ci impiegarono qualche minuto per trovare la porta che Arion le aveva indicato. Dietro  allo scaffale di erboristeria, nella parete ad est, si apriva un piccolo passaggio, sbarrato da una porta d'acciaio. Coleen si chiese come avesse fatto a non notarlo in tutti questi anni. "E' chiuso a chiave" gemette la principessa forzando la maniglia. "Attaccati a me" le ordinò Rodan. La prese per il fianco e si gettò contro la lastra di acciaio. Coleen ebbe l'impressione che ogni particella del suo corpo si staccasse da lei e fluttuasse nel vuoto, disfacendosi. Quella sensazione durò solo un istante, svanì con l'apparire della luce del sole che le baciava la fronte. Non ebbe il tempo per lasciare che il turbamento di quell'esperienza oltre natura potesse assalirla, perché il calore del fuoco le lambì il viso. La scuderia era in fiamme. Sentì il ragazzo imprecare, il sudore gli imperlava la fronte. L'angoscia rischiava di farla svenire. "Seijr ha dato fuoco a tutto, quella stronza vuole intrappolarci" disse Rodan a denti stretti, cercando di riprendere fiato. Coleen si guardò intorno e con terrore si accorse che il fuoco stava consumando il giardino e le aiuole, insieme alle pareti della stalla. "Seijr?" la domanda le uscì spontanea. Rodan, chino sulle ginocchia, la guardò di sottecchi e si rialzò piano. Quell'ultima smaterializzazione gli era costata parecchio, non aveva avuto il tempo per riprendersi dallo scontro con Awyn, ed ora sembrava che la testa gli stesse per esplodere. "La thamieli dagli occhi ciechi" rispose sospirando e afferrando la mano della principessa. Fece per iniziare a correre, ma Coleen lo tirò leggermente, fermandolo. "Cosa è successo Rodan?" il ragazzo mostrò per la prima volta la confusione e il dolore che lo avevano investito in quegli ultimi minuti. Scosse la testa piano, come a cercare di mettere insieme i pezzi di un puzzle irrisolvibile. "Se ti dai una mossa e corri ti racconto tutto" lo disse con un sorriso forzato, e la ragazza obbedì. Seguirono il perimetro dell'Istituto, e dopo essersi accertati di poter attraversare il giardino senza rimanere intrappolati tra le fiamme, si diressero verso il bosco. Rodan non la guardò mai in faccia né incrociò il suo sguardo mentre descriveva ciò che era accaduto. "Miton mi ha chiamato fuori dal salone poco dopo essere entrati. Aveva detto di aver informazioni su un possibile attacco." rise amaramente, mentre le foglie scricchiolavano sotto i loro passi. La principessa aveva rinunciato da tempo al suo vestito, macchiato di sangue e stracciato, perciò non si preoccupava che si trascinasse sul terreno umido del bosco. "Prima ha ucciso Giulian, doveva averlo chiamato prima di me. E' morto sul colpo" indugiò qualche secondo prima di continuare "E' successo tutto talmente veloce che... non mi ricordo... so solo che ad un certo punto Miton era a terra senza vita." Il cuore si strinse nel petto di Coleen, il tradimento di Awyn le bruciava ancora in gola, ma quello... essere attaccati da un proprio compagno. "Mi dispiace così tanto" sussurrò, tirando fuori le parole tra un respiro e l'altro. "Poi ti ho sentita, nello studio della rettrice. Credo di aver attraversato cinque muri per arrivare da te. Temevo il peggio, per un attimo ho creduto di non aver fatto in tempo." Strinse d'impulso l'elsa della lama che portava al fianco. "Sto bene" lo rassicurò Coleen "Nemmeno un graffio" tentò di scherzare. Improvvisamente attorno a loro cadde il silenzio, un'assenza di rumori innaturale. Rodan si fermo di scatto, e prima che potesse proferire parola, le ombre gli furono addosso. In un attimo sembrava che il sole fosse stato trascinato oltre l'orizzonte da Dio, e le stelle avessero smesso di splendere, in lutto. Coleen gridò quando l'oscurità le afferrò le caviglie e la fece cadere a terra, sbattendo la faccia sul terreno. Rodan fu accanto a lei in un attimo, aiutandola a rialzarsi "Corri Coleen non fermarti, corri!" la ragazza si mosse velocemente, facendo presa su tutte le forze che le erano rimaste, e scattò in avanti, correndo il più velocemente possibile. Il cuore minacciava di esploderle nel petto, mentre il sapore metallico del sangue le riempiva la bocca. Avanzava tenendo le mani davanti a sé, ed ogni volta che colpiva i tronchi degli alberi o inciampava sugli arbusti malediceva ogni essere sulla terra. Le tenebre scomparvero come risucchiate da un vento silenzioso, e quando Coleen si voltò, vide una figura nera combattere contro Rodan, dalle sue mani uscivano volute di tenebre. Esattamente come Sanim aveva forgiato armi di luce celeste, allo stesso modo quel thamieli stava creando lame d'ombra. Rodan gli roteava attorno, scomparendo ogni volta che un fendente d'oscurità calava su di lui, ma nonostante tentasse di avvicinarsi, nessuno dei suoi colpi andava a segno. Con terrore Coleen vide quella figura sparire, come una nuvola di polvere. Rodan si rimaterializzò confuso, la principessa riuscì a scorgere la sua paura. Non gli aveva mai raccontato di thamieli che riuscissero a controllare l'oscurità. Quando la lingua di tenebra le afferrò la gola, Coleen non riuscì a gridare. L'ultima cosa che vide prima di essere inghiottita dal buio fu lo sguardo disperato di Rodan. Non udì le sue grida, ma le sentì rimbombare nelle sue ossa. Galleggiò nel buio per qualche istante, come sospesa in un'altra dimensione. Le tenebre le lambivano il corpo, simili a fiamme tiepide, accarezzandola. Per un attimo fu il nulla, poi apparve il dolore, ed insieme ad esso la rabbia, la ferocia, l'odio. Era come se il male si fosse impossessato di lei, colmando ogni singolo meandro della sua mente. Era un dolore più profondo e atroce di quello fisico, le tenebre le stavano facendo a pezzi l'anima, lasciando che il male, puro come l'acido, la corrodesse. Sentì le tenebre scivolare via da lei, artigli gelidi, famelici. Cadde sul terreno del bosco senza forze, scossa dagli spasmi. Le urla del combattimento erano un eco lontano, Coleen tentava di concentrarsi su quei rumori, sul clangore di armi che si scontravano, attaccata disperatamente alla luce che spirava dalle fronde degli alberi. Sentiva che stava perdendo conoscenza, ed era come se la sua mente stesse cercando disperatamente di non farla cadere in quell'oblio. La voce di Rodan la raggiunse da lontano, la chiamava, e quando cessò Coleen se ne accorse a malapena, così come non sentì il rumore dei cavalli e le grida delle Guardie. Il male era ancora dentro di lei, la principessa lo percepiva strisciare sotto la sua pelle, un serpente velenoso che la stava divorando dall'interno. Due braccia la sollevarono dal terreno umido, e le sembrò di star spiccando il volo. Le immagini attorno a lei andavano e venivano, le voci ed i suoni erano un turbinio confuso che la investiva, e si spegneva dopo poco. Perse e riprese coscienza in continuazione, tentando ogni volta di aggrapparsi alla realtà con ogni forza, per non rimpiombare nell'oscurità senza fondo. L'unica voce che sentì chiaramente fu quella di un uomo, un tono sconosciuto, ne percepì l'angoscia "E' stato un attacco simultaneo" quelle parole riuscirono a scalfire le ombre e a raggiungerla. Coleen si chiese cosa significassero quelle parole, se fossero uno strano gioco della sua mente, prima di essere di nuovo trascinata in uno stato di incoscienza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 05, 2023 ⏰

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