Era da ormai una settimana che Coleen conviveva con la presenza invadente di Rodan, che non solo non la perdeva d'occhio un attimo, ma spesso la approcciava e iniziava a parlare. Parlava, interveniva, non era per nulla come gli Uomini Grigi, di cui Coleen non aveva mai sentito le voci. La mattina dopo l'aggressione di Nethel, mentre andavano verso il salone per fare colazione, il demone si era affiancato alla principessa con fare impudente e si era scusato per la sera precedente. Coleen era rimasta talmente sorpresa dalla confidenza con la quale si era rivolto a lei che lo aveva guardato con una espressione tale che Rodan aveva sogghignato divertito, e piegando leggermente la testa era ritornato al suo posto dietro di lei. Un'altra volta, mentre la accompagnava in biblioteca, si era messo a fare domande riguardo all'Istituto. "Certo che questo posto deve essere davvero vecchio" aveva esordito guardandosi attorno con fare distratto. Coleen aveva deciso di ignorarlo, e concentrandosi sul suo respiro aveva fatto in modo di non rispondergli in maniera sgradevole. Rodan la seguiva ovunque, tant'è che la principessa rimase sorpresa quando una mattina non lo trovò al solito posto, appoggiato alla parete di fronte alla porta di camera sua. Si guardò intorno un paio di volte, aspettando di vederlo comparire da un momento all'altro, ma anche a colazione di lui non c'era traccia. Poco male, pensò Coleen, avrebbe colto l'occasione per andare dalle altre ragazze. Nei giorni passati si era tenuta alla larga da loro e, a parte durante le lezioni, non le aveva viste per tutta la settimana. Coleen aveva fatto in modo di non turbarle con la presenza del Thamieli, che sicuramente le avrebbe messe a disagio. Dopo essersi messa addosso un pesante cappotto scese nell'atrio, diretta verso il giardino. L'aria pungente del mattino le pizzicò le guance, facendola stringere nelle spalle. Era da giorni che non usciva all'aperto, si prese un momento per respirare la brezza profumata di neve e muschio, segnale che l'inverno si stava avvicinando. Gli alberi quasi spogli lasciavano passare liberamente i raggi tiepidi del sole che baciavano pigri le minuscole goccioline di rugiada adagiate sull'erba verde. Le aiuole che accostavano il selciato erano un tripudio di crisantemi dalle mille sfumature, e mentre Coleen si dirigeva verso il retro del giardino, seguita dalle Guardie Grigie, si accorse che la fontana di marmo che occupava lo spazio antecedente all'Istituto era spenta. La donna scolpita nella roccia bianca si snodava verso l'alto, la mano tesa verso qualcosa di invisibile. La veste che la ricopriva creava pieghe e arricciature lì dove il panneggio veniva sollevato dallo slancio della gamba sinistra, mentre i lunghi capelli le incorniciavano il volto, mossi da una brezza inesistente. Coleen si soffermava sempre sugli occhi della donna, spenti e inespressivi, in contrasto con il movimento violento e disperato del corpo. Ora che non c'era nemmeno l'acqua a nascondere l'angoscia di quella torsione, Coleen si accorse per la prima volta di una incisione ai piedi della donna: "Stella di Kokabiel". Un rumore indistinto proveniente dal bosco la distrasse dalla strana scritta. Coleen tese le orecchie, e più si avvicinava alla fonte del trambusto, più diventava chiaro che lo stridore che riempiva l'aria era quello di armi che si scontravano. Le si serrò il respiro mentre si inoltrava nel bosco, sempre seguita a ruota dalle due Guardie. Stava per tornare indietro e avvisare Fraya, quando con grande stupore vide Nethel e Jaliah accovacciate dietro ad un albero. "Cosa state facendo esattamente?" disse arrivando alle loro spalle. Le due dovevano non averla sentita, perché a stento trattennero un grido di spavento. "Coleen!" sussurrò Jaliah portandosi una mano al petto "Stai giù o potrebbero vederci!". La principessa non capì a cosa si stesse riferendo l'amica finché non alzò lo sguardo, e incontrò quello divertito di Rodan. A trenta metri da dove si erano accovacciate le ragazze si apriva una piccola radura e lì, armati di spade, c'erano i Thamieli. A due a due combattevano ferocemente, veloci e agili come ombre. Le loro armi saettavano alla luce del giorno, e la tenuta scura con la quale Coleen li aveva visti nella serra era stata sostituita da un abbigliamento più chiaro. Si stavano allenando. "Vi siete davvero messe a spiarli?" chiese a Nethel e Jaliha, tenendo sempre gli occhi fissi su Rodan, che ormai le aveva individuate. "Certo che no" disse Nethel piano mentre si alzava, lisciandosi nervosamente i pantaloni. Coleen le rivolse un'occhiata poco convinta "E cosa facevate lì accucciate? Ginnastica?" l'amica arrossì. "Eravamo curiose di vederli in carne ed ossa" intervenne Jaliha. "Da quello che so è estremamente raro incontrarli... e poi lo sanno tutti che sono" si interruppe abbassando la voce "sono estremamente attraenti" sussurrò coprendosi la bocca. Coleen le guardò esterrefatta. Le aveva praticamente evitate tutta la settimana per paura di poterle spaventare con Rodan, ma ora le trovava lì a spiarli in mezzo al bosco. "Attraenti" ripeté Coleen con tono esasperato, scuotendo la testa. Jaliha e Neth la guardavano come due bambine scoperte a rubare biscotti dalla governante. "Dai Coleen" disse Nethel "Non dirmi che li trovi sgradevoli" ed ora la bambina più sveglia tentava di corromperla con un pezzo del suo dolce. "Ma ti ha quasi uccisa" disse Coleen, che stava iniziando a pensare che fosse tutto uno scherzo. "Eccomi ragazze!" una figura si avvicinava a loro correndo e agitando le braccia. May si fermò di fianco a loro, reggendosi sulle ginocchia tutta trafelata. "Ho fatto più in fretta che ho potuto" disse col fiatone. Davanti alla faccia tutta rossa per lo sforzo dell'amica, Coleen non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Non ci poteva credere. Le sue amiche si erano date appuntamento nella foresta per poter spiare dei mezzi demoni che si allenavano. May la guardò confusa "Cosa mi sono persa?" Nethel la guardò storta "Certo che tu e la discrezione vivete su due mondi diversi, avrai svegliato tutto il bosco" ma mentre lo diceva la sua espressione di rimprovero scomparve per fare spazio ad una di puro terrore. Dalla radura si stava avvicinando l'uomo più grosso che avessero mai visto. D'istinto indietreggiarono tutte, guardinghe, come cerbiatti pronti a scappare al primo segnale di pericolo. Solo Coleen si fece avanti, cercando di mascherare l'ilarità di poco prima. "Sanim" disse salutando gentilmente l'energumeno. "Principessa" disse quello con voce dura "Avete bisogno di qualcosa?" Quando posò lo sguardo sulle ragazze alle sue spalle, Coleen le sentì agitarsi. "No no, non preoccupatevi. Eravamo venute qui perché stamattina ho notato che Rodan non era nella mia scorta, non ero stata avvisata della sua assenza." Diede un'occhiata al prato, dove i Thamieli non avevano interrotto il loro combattimento, e sperò che Rodan non li stesse ascoltando in quel momento, se aveva sentito Nethel nella sua stanza qualche giorno prima, sapeva che avrebbe potuto udirli pure da quella distanza. Già si immaginava il ghigno sornione che le avrebbe rivolto. "Mi dispiace, non sarà stata sua intenzione farvi preoccupare" Coleen arricciò il naso "Ogni settimana faccio allenare i miei uomini, principessa" continuò Sanim. Indossava una camicia chiara che gli fasciava le enormi braccia muscolose, sulla spalla destra era ricamata una fascetta color malva, l'unico segnale del suo grado. Alla luce del giorno Coleen notò tutte le piccole cicatrici che gli percorrevano il viso, minuscoli dettagli che non aveva potuto vedere nell'ombra della serra. "Non posso lasciarli senza esercizio" disse come per scusarsi. I capelli brizzolati erano raccolti in un codino alla base della nuca. Sanim doveva avere poco meno di quarant'anni, eppure sembrava molto più vecchio, forse a causa dei segni che gli marcavano il viso come rughe, oppure per l'aria autorevole e arcigna che lo caratterizzava. "Deve sapere che l'allenamento è fondamentale per i Thamieli, ancora di più che per gli uomini. È un modo per scaricare le energie." continuò sistemando l'elsa della sua spada, che aveva riposto poco prima venendo verso di loro. "Può sembrare un controsenso, ma non è consigliabile lasciare che dei semi demoni accumulino troppe energie." Si girò verso le figure nella radura, come per mostrare a Coleen di cosa stesse parlando. Tre di quelle creature combattevano ferocemente, ognuno schivando i colpi degli altri, rispondendo con una tale forza che Coleen temette che stessero davvero cercando di uccidersi a vicenda. Una di loro brandiva due spade ricurve, facendole roteare con una noncuranza feroce. Gli altri due uomini saettavano intorno a lei, creando una danza mortale. Gli occhi della donna incrociarono quelli di Coleen. Il sangue le si gelò nelle vene, la sua pupilla era enorme e bianca, cieca. Ma l'aveva guardata, l'aveva vista, in quell'attimo in cui i loro sguardi si erano incontrati, ne era sicura. "Possiamo essere pericolosi" disse infine Sanim. Coleen si riscosse dal senso di inquietudine che silenziosamente si era impadronito di lei e annuii leggermente. L'ilarità di poco prima era scomparsa del tutto. "Per quanto riguarda voi signore" le tre ragazze dietro alla principessa si irrigidirono ancora di più, se possibile. "Non voglio che crediate alle voci di paese, e soprattutto che queste vi portino verso una curiosità infantile. Possiamo essere tanto affascinanti quanto letali." L'udito super sviluppato allora non lo aveva solo Rodan, doveva essere una capacità di tutti i thamieli, pensò Coleen. Mentre diceva queste parole, Sanim sorrise beffardo. L'argomento doveva divertirlo, lusingarlo forse, o più probabilmente a suscitargli quel piccolo riso erano le facce delle tre ragazze. Coleen si era girata verso di loro, troppo silenziose. Le aveva trovate con i visi paonazzi di vergogna e orgoglio ferito. "Vi consiglio di non avvicinarvi più durante gli allenamenti, avrete avuto già tutte le delucidazioni che cercavate." Dopo aver lanciato questo commento sarcastico, si inchinò elegantemente congedandole. Coleen non ebbe nemmeno il tempo di ribattere, che l'energumeno si era già girato e ritornava dai suoi demoni. Jhalia, May, Nethel e Coleen tornarono in silenzio verso l'Istituto. Solo quando furono all'interno della struttura, abbastanza lontane dalla radura, May esclamò "Che figura di merda" e le stanze si riempirono di risa.
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Regalia of ruination
FantasyQuando gli angeli ribelli caddero sulla terra, dalla loro unione con le donne umane nacquero esseri dai poteri straordinari. Dopo secoli di guerre e sangue, nei sette regni domina la pace, ma un nuovo pericolo minaccia di far ricadere il mondo nel b...