Sette

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-Ragazze, sono così contenta di vedervi!- disse Natalia rivolgendosi a Dorotea e Anita.

-Anch'io lo sono- disse Dorotea.

Natalia aveva lavorato tutta la mattina e tornando verso casa aveva incontrato le due ragazze per strada.

-Come va il nuovo lavoro?- chiese Anita a Natalia.

-Mi sto trovando abbastanza bene, sono contenta- rispose la ragazza.

La mattina aveva munto le mucche, poi Odoacre l'aveva accompagnata a fare le consegne. Grazie alle passeggiate con le amiche e grazie al nuovo lavoro stava iniziando a orientarsi per il paese. Aveva anche consegnato del latte alla famiglia di Dorotea, ad aprirle era stato Tommaso.

-Ciao Natalia, ora sei tu a portare il latte?- le chiese il ragazzo

-Si, è il mio nuovo lavoro!- rispose allegra la ragazza.

-Che bello, dai magari ci vediamo le prossime sere alla locanda? C'è di nuovo festa. Dorotea mi ha anticipato che avrebbe deciso con te e Anita se venire o meno -

-Si, vedremo.- disse Natalia. Si salutarono e la ragazza riprese il suo lavoro.

Faceva sempre più freddo, le ragazze parlarono ancora per una mezz'oretta.

-Natalia, ho visto che Ludovico ha mostrato un certo interesse nei tuoi confronti l'altra sera- sottolineò Anita

-Così sembra- rispose l'interessata.

-Natalia te lo dobbiamo dire- disse Dorotea -Ludovico è fidanzato, la sua ragazza sta in un paesino poco lontano da qui. Si vedono poco ma ciò non toglie che mio fratello è un ragazzo occupato-

-Stai tranquilla, l'ho visto solo una volta, sì è simpatico però non provo alcun interesse nei suoi confronti- senza sapere il perché Natalia tralasciò il fatto che il giorno prima Ludovico l'avesse accompagnata a casa.

Le ragazze,dopo essersi accordate sul pranzare insieme il giorno seguente, si divisero.

Anita tornò a casa dalla sua famiglia, Dorotea andò in sartoria ad aiutare la zia e Natalia decise di tornare in biblioteca. Quel posto le piaceva molto, la metteva a suo agio, si sentiva al sicuro.

Entrando in biblioteca si diresse subito verso gli scaffali dei libri sulla storia di questo nuovo paese. Dopo aver sfogliato vari libri la sua attenzione venne attirata da un libro chiamato "storia di come gli abitanti di un paese iniziarono a sterminarsi a vicenda".

La biblioteca era deserta, prese il libro, si sedette su una poltroncina e iniziò a leggere.

Questa è la storia di un paese un tempo molto prospero, pacifico,gioioso e di come esso si trasformò in qualche decennio nell'inferno terrestre.

Ci fu un tempo in cui gli abitanti di paese si amavano. Ognuno di loro aveva un talento speciale. Era un paese circondato da magia e amore. Tutti i suoi abitanti si aiutavano, erano tutti parte di una sola famiglia. Non esisteva gelosia o invidia, solo amore e ammirazione. Ma un giorno successe qualcosa. Qualche d'uno dei fratelli si ritrovò a dover vivere senza talento. Nonostante tutti nascessero con un talento, c'era qualcosa, non ancora conosciuto, che riusciva ad annullare i talenti [---]

Così i fratelli e le sorelle dal talento perso cominciarono a provare rancore verso il paese, e più il rancore aumentava, più i talenti si affievolivano. Fino ad arrivare al punto in cui i talenti diventarono rari e invidiabili. Così tutti i paesani iniziarono a dare la caccia a coloro i cui talenti erano rimasti. Iniziò così la guerra.

Dei passi, Natalia si sentì in pericolo. Forse era solo a causa di ciò che aveva letto. Ma qualcosa le fece mettere il libro nella borsa e alzarsi.

-Natalia, sei tornata a trovarci?-

-Ciao Ernesto, come va? Sono solo passata a dare un occhiata in giro, magari trovo qualcosa di carino da leggere- Natalia cercò di non sembrare sospetta e se la svignò a casa dopo essersi fatta dare un libricino da leggere.

Quindi Ludovico aveva una ragazza, che notizia. L'unico ragazzo che sembrava averle mai prestato attenzione era occupato. Va bene così, almeno lo so. Noi siamo solo amici, non ci conosciamo ancora e tutto ciò non mi farà di certo stare male.

Il vento sbatteva forte contro le finestre, stava arrivando il brutto tempo e il freddo premeva insistente contro le mura di casa, cercando di entrare.

Anita stravolta dopo una giornata di duro lavoro aveva appena preparato la cena per tutta la famiglia. Le sue sorelline di sette e sei anni non avrebbero di sicuro apprezzato la cena, ma questo non importava. Sapevano tutti che era ciò che la famiglia si poteva permettere e con il padre a tavola mai nessuno avrebbe osato lamentarsi.

-Tieni papà, davanti a te c'è un piatto di zuppa di legumi-

-Grazie Anita-

Le mancava il papà di una volta, il papà coraggioso e forte, che si prendeva sempre cura di tutta la famiglia. Anita non aveva ancora mai scoperto di come il padre avesse perso la vista. Si ricordava che per giorni non lo avevano più visto, e quando era tornato non ci vedeva più.

I suoi genitori , che erano a conoscenza del suo talento, evitavano anche solo di pensare all'incidente. Così lo chiamavano, l'incidente, un semplice incidente, niente di più. Solo che da quel giorno in poi la loro vita era cambiata. Sua madre era sempre stravolta, Anita si ritrovava a fare un lavoro che neanche le piaceva dalla mattina alla sera. La vita, prima semplice e generosa, era diventata improvvisamente dura e triste.

L'unica cosa a renderla felice, a mettere tregua alle sue sofferenze era la presenza di Dorotea. Le due ragazze erano amiche fin dagli albori. Tutte le volte che una delle due stava male andavano nella baita della nonna di Dorotea.

Dopo la morte della nonna, avvenuta sei anni prima, la baita era rimasta inabitata. Si trovava lontana dal paese, per arrivarci si doveva percorrere un sentiero in mezzo al bosco per circa un oretta. Ma la casetta era perfetta, con letti e mobili funzionali. Era il rifugio perfetto.

Dorotea era per Anita un raggio di sole, c'erano sempre l'una per l'altra. Ma Anita sapeva la verità. Dorotea non avrebbe mai provato lo stesso affetto nei suoi confronti e ciò la faceva stare male.

Dopo cena Anita uscì di casa per prendere della legna. La sua casa era in centro paese, non troppo lontana dalla sartoria. Era buio ormai, in inverno il sole tramonta prestissimo. Il vento tirava forte. L'attenzione della ragazza fu attirata da delle voci di uomini. Si allontanò da casa per sentire meglio ciò che stavano dicendo.

-Gli altri credono che ce ne siano ancora- disse il primo uomo

-Dobbiamo assolutamente prenderli- disse il secondo

-Ma loro cercheranno di nasconderli, cercheranno di impedircelo-

-Dobbiamo riferire tutto al consiglio e riuscire a risolvere la situazione-

Il vento diventò più forte, le voci degli uomini diventarono sempre più impercettibili. Faceva freddo, Anita decise di rientrare in casa. Non voleva di certo ammalarsi solo perchè era una curiosona. Una volta tornata a casa si mise a letto e si addormentò, era stata una giornata dura.

InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora