Era appena sorto il sole, il caldo del camino riscaldava tutta la casa.
Lia si guardò allo specchio, il suo riflesso la spaventava, era tutta sua madre. Intrecciò i suoi lunghi capelli castani e si preparò per l’addestramento.
Erano anni ormai che si preparava. Il padre glielo diceva sempre, doveva essere pronta in qualsiasi momento, il pericolo era sempre in agguato. Lia non voleva morire, era pronta a combattere questa guerra con tutte le sue forze.
-Buongiorno piccola mia, quando sei pronta vieni di là che dobbiamo parlare- Lia sapeva che il padre avrebbe fatto di tutto per proteggerli, purtroppo però la forza di un uomo solo non sarebbe di certo riuscito a salvare i pochi rimasti.
Ad aspettarla di là c’erano il padre e il fratello, sembravano preoccupati. Il padre iniziò a parlare.
-L’estate passata sono successi una serie di incidenti che ci hanno fatti pensare. Sappiamo che sono tornati e che sono pronti per uccidervi. Io e gli altri abbiamo osservato da vicino i giovani del paese e sappiamo chi potrebbe essere dalla nostra parte, ma ne vogliamo la certezza. Il vostro compito, figli miei, è quello di trovarli. Scoprire chi realmente è uno di noi e chi invece no. La situazione si sta facendo di giorno in giorno più difficile, non abbiamo più molto tempo. Andate alla locanda, fateveli amici e scoprite se sono speciali o se potrebbero pugnalarci alle spalle.
Solo voi potete farlo. Il nostro obiettivo è quello di creare una scuola in cui i giovani potranno impareranno a gestire i propri talenti. Così forse diventeremo abbastanza forti da liberarci di chi ci vuol fare del male.-
-Non ti deluderemo padre, troveremo chi ci vuole fare del male e aiuteremo quelli come noi- rispose Lia.
Dorotea passò la mattina in sartoria. Voleva finire di preparare dei vestiti perché voleva fare una sorpresa per Anita e Natalia. Stava preparando tre vestiti identici, a quadri bianchi e neri ma con dei nastri in vita diversi. Quello di Anita era lilla, quello di Natalia era celeste e il suo era arancio.
A pranzo le tre ragazze si trovarono in sartoria per mangiare e recuperare le forze dopo una mattina di lavoro.
-Ragazze, stasera volete venire con me alla locanda?- disse Dorotea
-Assolutamente sì, ho bisogno di staccare la testa- rispose Anita
-Va bene, però vi raggiungerò un po’ più tardi perché devo dare una mano alla nonna- disse Natalia.
-Tranquilla- Dorotea si alzò da tavola e si diresse dietro una tenda, lì aveva lasciato i tre vestiti. - Ragazze, vi ho preparato una sorpresa. Avrei voluto darveli prima di andare alla locanda ma siccome Natalia arriverà dopo mi tocca darveli adesso-
Dorotea tirò fuori i tre vestiti e li diede alle ragazze.
-Quindi saremo vestite uguali?- disse Anita
-Mi sembra un'idea stupenda e poi adoro i tuoi vestiti, grazie Dorotea- Natalia era davvero contenta di aver trovato delle persone come loro. In vita sua non aveva mai avuto delle amiche, non aveva mai ricevuto dei regali se non dai suoi famigliari. Dorotea era una ragazza speciale e solare, Anita era una gran lavoratrice e Natalia era fiera delle sue nuove amiche.
Certo la sua vita era cambiata, e per certi versi stava male, sentiva molto la mancanza del padre. Ma per altri versi era bello ricominciare da capo, un cambiamento non è sempre una cosa negativa, a volte le cose cambiano in meglio. In fin dei conti lei era felice della sua nuova vita.
-Ragazze, ora devo andare, ci vediamo dopo alla locanda e grazie ancora per il vestito- disse rivolgendosi a Dorotea.
Faceva sempre più freddo, il sole stava calando e Natalia si diresse svelta verso casa della Nonna. Anche quella sera sarebbe uscita, chissà che cosa le avrebbe riservato la serata, non vedeva l’ora.
-E tu hai notato se lei ha qualche capacità?- era stato un uomo a parlare
-Non ho ancora visto nulla- nonna Candida stava parlando con qualcuno - Però come ben sappiamo sia sua madre che suo padre erano come noi-
-Ed erano anche molto pericolosi- aggiunse l’uomo.
Natalia non capiva bene di cosa stessero parlando, decise che sarebbe entrata non appena avesse sentito chiudersi la porta di casa.
-Dobbiamo proteggerla- disse la nonna
-Sì, sicuramente avrà ereditato qualcosa di molto potente-
-A meno che non abbia perso tutto a causa di quell’incidente..- disse la nonna
-Mi dispiace molto, non siamo riusciti a proteggerla-
-Stai tranquillo, metteremo a posto le cose. Ora va, Natalia potrebbe tornare da un secondo all’altro-
-Buona serata Candida- l’uomo si allontanò e Natalia si nascose dietro a degli alberi per non farsi vedere. In quel momento la ragazza identificò l’uomo, era Ernesto, il bibliotecario.
Dopo qualche minuto entrò in casa e aiutò la nonna con le faccende domestiche.
Natalia passò il resto del pomeriggio a cercare di capire che cosa volesse dire il discorso della nonna e di Ernesto. Di che cosa o meglio dire di chi stavano parlando?
Starci a pensare non avrebbe di certo aiutato quindi la ragazza cercò di non pensarci più. Quando terminò le faccende, preparò la cena. Se la prese con comodo siccome non aveva appuntamento con nessuno e sarebbe potuta andare alla locanda quando voleva.
Dopodiché fece anche un bel bagno caldo. Indossò il nuovo vestito, era fatto davvero bene. Le stava a pennello. Era davvero carica per la serata, infilò gli stivaletti di pelle, il cappotto e uscì di casa.
-Natalia aspettami!- natalia si girò, ormai era quasi arrivata alla locanda
-Ciao Ludovico- rispose lei
-Sei carica?-
-Abbastanza dai-
-Bene, allora andiamo- il ragazzo le aprì la porta della locanda ed entrarono, insieme.