Intesa

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Intesa

La porta della mia camera si aprì improvvisamente, senza però spaventarmi. Spesso le domestiche entravano in camera senza bussare, mi avevano cresciuta quindi non avevo alcun problema nel farmi vedere nuda.

Ma a dispetto delle mie convinzioni, notai Zayn sulla porta a fissarmi, con un'espressione confusa ma allo stesso tempo seriosa.

In quel momento ero nascosta dal separé che mi copriva fino al collo. Nonostante ciò, allargai l'asciugamano, coprendo le parti più intime del mio corpo e mi spostai verso di lui. Notai che si era girato e non mi guardava più, manteneva solo la porta aperta con la mano.

«Ti serve qualcosa?» domandai, mentre aprivo il cassetto dell'intimo. Sentii silenzio dall'altra parte, ma lo ignorai.

Non avevo alcun interesse nell'apparire in qualsiasi modo agli occhi di chiunque altro essere umano nel mondo. Però non volevo assolutamente provocare.

Mi strinsi più nella mia asciugamano, cercando di risultare più naturale possibile, in realtà l'ansia mi stava divorando. Ero imbarazzata.

Iniziai a cercare uno slip, rovistando tra la roba di marca che Airon continuava a farmi comprare, anzi, che continuava a far comprare ad ognuno di noi, i suoi "ragazzi" dovevano andare in giro vestiti con classe.

Ad un certo punto, il silenzio dall'altra parte si spezzò. Una voce nuova per me raggiunse le mie orecchie.

«Che ci fai qui?»

La voce di Zayn era molto profonda, ruvida ma intensa. Pensai che gli si addicesse, con quell'aria da duro che credeva di dare.

Io accennai un sorriso, ignorandolo e continuando a rovistare tra la mia roba.

«Sto per fare una doccia, posso?»

Lui dal canto suo aveva iniziato a fissarmi, sentivo i suoi occhi su di me. La cosa mi infastidiva, ma poco importava.

«Non in camera mia.»

A quel punto lo guardai, la mia espressione si indurì e lui lo notò.

«Ti sembra camera tua, per caso?»

Lui si guardò attorno, come se la camera fosse apparsa dal nulla all'improvviso.

Mi guardò e senza dire nulla, si voltò. Chiuse la porta alle sue spalle, andandosene in silenzio.

Mi veniva da ridere, perché quel tizio aveva sicuramente perso qualche rotella.

Ignorai ciò che era appena accaduto, e pescai finalmente l'intimo che mi interessava, pronta a dirigermi in doccia.

Una volta terminato il mio lungo relax in vasca, mi asciugai e vestii velocemente, pronta ad andare a pranzo con Maddy.

Infilai rapidamente le scarpe e afferrai la borsa con le chiavi della mia auto, dirigendomi verso il giardino.

Non appena aprii lo sportello, sentii una voce alle mie spalle.

«Dove credi di andare?»

Airon era a qualche metro da me, con due ragazzi a poca distanza da lui, che mi fissavano.

Io lo ignorai, lanciando la borsetta dentro la mia Range Rover. Quando stavo per salire, mi richiamò.

«Rispondimi!»

Si alterò, allora mi voltai nuovamente verso di lui, con fare svogliato. Sapevo di risultare una bimba viziata e antipatica, ma si meritava di peggio quell'uomo.

«Sto andando a sbrigare alcune cose, non scapperò. Può stare tranquillo Mr. Airon.»

Salii in auto, pronta a partire e con la coda dell'occhio notai l'uomo che odiavo di più al mondo che mi fissava. Odiavo che se ne stesse lì a guardarmi come se fossi di sua proprietà, anche se tecnicamente era vero.

𝚂𝙾𝚄𝙻𝙱𝙻𝙴𝚂𝚂 || 𝚣.𝚓.𝚖.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora