Panic Attack

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Panic Attack

La mattina seguente, mi alzai presto per andare ad addestrarmi. Mi infilai rapidamente un pantalone cargo beige e una canotta nera aderente, contornando il tutto con un paio di anfibi neri.

Dato che avevo i capelli corti, tentai di legarli in una coda spelacchiata e disordinata.

Dopo aver sistemato un po' in giro, decisi di scendere e andare a prendere qualcosa da mangiare.
Pescai dal tavolo della colazione una mela e un pancake, infilando il secondo in bocca e acchiappando la prima con una mano.

Mi diressi verso la palestra, terminando il mio pasto mentre mi recavo lì.
Appena arrivata, notai che era vuota e questo mi rincuorò. Bevvi un sorso d'acqua da una delle bottigliette posizionate su di un tavolo, messo lì a posta per quello.

Mi diressi verso il sacco della boxe, infilando i guanti che trovai per terra lì accanto. Mi sgranchii le spalle e le gambe, iniziando a dare pugni e calci al sacco. Sfogai tutta la mia frustrazione, tutto il mio nervosismo e tutte le mie ansie.

Avrei voluto avere una vita diversa, essere cresciuta in modo diverso ed essere nata in un posto diverso. Una famiglia diversa. Avrei voluto frequentare una scuola normale, conoscere i miei coetanei, uscire la sera, prendere la patente normalmente, diplomarmi normalmente e laurearmi magari. Avrei voluto conoscere dei ragazzi e innamorarmi, fare le prime esperienze come chiunque altro e non nel modo in cui avevo fatto tutto ciò.

Ovviamente ero stata istruita, mi ero diplomata e avevo avuto la migliore istruzione che si potesse desiderare, come tutti i fottuti stronzi qui, che lavoravano per Airon. Perché era così che si muoveva Airon... se erano ancora piccoli, ricevevano tutte le cure che un ragazzino deve avere, perché lui sapeva che dovevano rimanere fedeli a vita, essere riconoscenti per quello che lui aveva fatto per loro.
Airon credeva tanto nella clemenza e nella lealtà, un paradosso enorme visto e considerato che persona di merda era.
Avevo sempre avuto tutto ciò che volevo e che chiedevo, perché era così che Airon credeva di conquistare la mia fiducia.

Bastardo egoista.

Mi era mancato essere una persona normale, vivere esperienze normali, conoscere persone normali... una vita come quella di chiunque altro.

Terminai di mutilare il sacco, essendo già stanca e sudata. Era già passata mezz'ora e io ero ancora energica e vogliosa di rompere qualcosa.
Mi diressi verso il visore, che ti dava una simulazione al 100% compatibile con la realtà, elaborava ogni giorno una modalità di lotta differente. Lo avevo sempre visto come una cazzata, infatti non lo utilizzai. Volevo lottare con qualcuno in carne ed ossa.
Mentre ero intenta a fare flessioni, entrò Ian seguito da Cole, pronti per l'allenamento.

«Ah però, oggi la principessa si è alzata presto.»

Io li ignorai, accennando una risata.

«Ma lo sai Cole, lei si sveglia con la voglia di rompere culi già di prima mattina.»

Io a quel punto mi sollevai, andando verso di loro.

«Stavo giusto aspettando qualcuno a cui rompere il culo, chi si offre?»

Distesi il braccio aprendo la mano, come se li stessi invitando a ballare. Entrambi si guardarono in viso, perplessi.

«Col cazzo fratello, l'ultima volta mi ha slogato un polso. A te oggi il divertimento.»

Esclamò Cole con un'espressione di dissenso. Io soffocai una risata. Ian sbuffò, facendosi avanti e battendomi il cinque sulla mano che avevo distesa ed entrambi ci dirigemmo verso lo spazio dedicato al corpo a corpo, pronti a lottare.

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