♪ 𝐹𝑟𝑒𝑎𝑘𝑦 𝑀𝑢𝑠𝑖𝑐 𝑉𝑖𝑑𝑒𝑜 - 𝑇𝑟𝑖𝑠ℎ𝑎 𝑃𝑎𝑦𝑡𝑎𝑠

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«Oh, tutto bene?» In un misto tra l'essere divertito e preoccupato gli chiese chiudendosi la porta di casa alle spalle.
«Sì, sì... stavo solo inciampando» Sminuendo il forte colpo preso alla spalla si rimise diritto in piedi.
Ci provava con tutto se stesso ma a causa dell'alcol che fluiva vivace nel suo corpo non era semplice. Come un marinaio in mezzo ad una piena tempesta in mare, vedeva tutto muoversi attorno a sé.
«Come se fosse la prima volta che stai in questa casa» Non trattenendo più la risata, partita dal vederlo quasi schiantarsi a terra, gli disse l'amico di infanzia dopo essersi tolto le scarpe all'ingresso con difficoltà.
«Ma stai zitto che non riuscivi nemmeno ad aprire la porta di casa tua!» Ribadì con enfasi sull'ultimo aggettivo.
Tornando a camminare intento a raggiungere un'altra stanza rischiò di nuovo di cadere.
«Per quanto sei grosso sembri un elefante impazzito che fa solo danni» Prendendolo in giro lo stava aiutando ad entrare nella sua stanza.
La differenza di mole tra i due era ben visibile. L'inciapatore seriale si era sempre contrassegnato tra i "palestrati". Fin dell'adolescenza aveva iniziato a svolgere dell'esercizio fisico. Cosa che naturalmente si era trascinato dietro ma non come una zavorra. La vita sana, il movimento ed il tenersi in forma erano da sempre state per lui una sorta di mantra. Gli anni passati in palestra ed una giusta alimentazione avevano sicuramente riscattato i loro frutti!
Dall'altra parte, il padrone di casa nonché amico stretto di infanzia di lui, vi era un ragazzo dal fisico quasi asciutto ma incredibilmente robusto e forte. Quest'ultimo lo aveva lasciato sedere a letto per riposarsi dopo la notte brava. Cercava di aiutarlo come poteva avendo anche lui alcune problematiche collegate ai vari drink che ballerini sprizzavano ancora il loro volume alcolico.
«Mi dai una mano a togliere le scarpe? Voglio stendermi un po'» Portando le braccia indietro, se ne stava mezzo coricato facendo forza sui polsi che tra non molto lo avrebbero abbandonato definitivamente.
«Sei davvero una palla al piede!» Sbuffò buttandosi seduto sul pavimento un po' troppo spedito. Rideva da solo per il malo modo in cui si era accasciato a terra. Un uccello in picchiata era di gran lunga più delicato.
«Aspetta...» Era riuscito solo a dire mentre si teneva una mano in viso tra la continua e apparente inarrestabile risata. Contagiosa si librava nell'aria riempiendo la solitaria casa.
Fece un respiro profondo cercando di ricomporsi ma era ancora lì che rideva al suolo tra le gambe aperte di lui. Non resistendo in quella posizione aveva deciso di stendersi sugli avambracci in attesa dell'aiuto con le scarpe. Finito quel critico momento ne iniziò immediato un altro. «Secondo te... come sto io adesso... riesco... a slac... slacciarti le scarpe?» Tra pause e parole sbiascicate che gli sembravano così dannatamente strane in quel momento, gli disse muovendogli il piede che aveva tra le mani su e giù.
«Tira allora!» Prendendosi una scarpa tentò di toglierla tirando con la forza che gli rimaneva.
«Fai qualcosa... aiutami!» Già esausto lasciò l'infimo incarico all'altro.
«Tu tira la gamba indietro e io ti tiro la scarpa okay?» Serio lo guardò negli occhi. Uno sguardo serio che inaspettatamente gli suscitò soltanto una fragorosa risata.
«Dai vai» Prendendosi la gamba era pronto a tirare.
«Uno... due... tre!» Esclamò da terra tirando più che poteva verso le sue spalle.
All'improvviso la scarpe si tolse ma ad un caro prezzo: nessuno sapeva dove fosse finita! Lasciandola all'ultimo gli era partita chissà in quale direzione. «Ah, finalmente!» Sollevato, lasciando fuoriuscire un pesante sospiro liberatorio, piegò le dita del piede sgranchiendolo. Il calzino in spugna bianco aveva lasciato una leggera impronta sul pavimento. Alzandolo lo stava portando verso il suo viso. Verso di lui che intento ero concentrato con l'altra scarpa in mano pronto a sfilarla. Sorridendo maligno con il lato dell'alluce stava sfiorandogli la guancia irsuta di rosso.
«Oh deficiente, smettila.» Scansò rapido la testa dall'altra parte per non essere toccato ancora.
Oh sì! Ti prego fallo di nuovo, pensò invece. La sua bocca diceva il torto, mentre la sua mente fremeva di verità!
Mentre armeggiava con la scarpa in mano l'altro sembrava più non essere collaborativo. Alzando di nuovo il piede, piegando la gamba verso l'interno, con le dita gli strofinò la barba al di sotto del mento. «Smettila... e vedi di darmi una mano che da solo non ci riesco.» Insisteva con l'altra scarpa in mano dopo essersi nuovamente scansato.
Non ti fermare! Continua per favore, iniziò a perdere il controllo dei suoi pensieri.
Tra le risate intrise di un qualcosa di un divertimento perverso, imperterrito inveiva contro il malcapitato che era tra le sue grosse gambe. Sollevando ancora il piede questa volta, spregevole, glielo mise diretto in viso. Gli copriva metà di esso. Le dita sfioravano il sopracciglio. La pianta si spalmava lungo il viso. Il tallone toccava la parte esterna delle labbra.
Così mi piace! Esatto, proprio in questo modo.
«Ma la vuoi finire?» Rideva lievemente imbarazzato adesso.
«Lo sanno tutti che ti piacciono i piedi, non fare il finto tonto adesso» Giocava con il piede attorno al suo viso.
«Guarda che mi alzo e non ti aiuto più» Ribadì iniziando a sollevarsi dal pavimento.
«Okay, okay. Vai sono pronto» Si afferrò la gamba.
Medesima situazione. La scarpa decollò verso una destinazione sconosciuta.
Fulmineo, divertito, estasiato dalla situazione, gli mise entrambi i piedi in viso.
Finalmente quello che aspettavo! Mettimeli in faccia, sì!
In un impazzito momento stava riscontrando una discreta eccitazione da tutto quello.
«Sei un deficiente» Ridendo si stava sollevando piano dal pavimento aiutandosi con le mani poggiate alle ginocchia di lui. Quest'ultimo in una furtiva mossa se lo caricò addosso afferrandolo dalle ascelle con i piedi e trascinandolo verso di sé. Preso alla sprovvista il biondo si ritrovò a cavalcioni su di lui, con le mani affianco alle sue spalle a sorregergli il peso. Quasi seduto sul suo bacino. Occhi che si riflettevano in quelli dell'altro come in uno specchio per il simil colore. Un intenso intreccio di verde li teneva arpionati a non distogliere lo sguardo.
Immobili rimanevano in silenzio. Aleggiava una strana sensazione nell'aria. Una strana tensione. Una strana voglia. Esattamente come due poli opposti ravvicinati, lentamente e inconsapevolmente una forza nettamente più forte di entrambi li stava avvicinando!
Piegando le braccia stava scendendo con il capo verso il suo polo sud. Alzando la schiena facendo forza sugli addominali e i gomiti risaliva attratto dal suo polo nord.
In modo naturale e spontaneo i poli si scontrarono volgendo alla loro destinazione finale. Le due labbra incollate in un lungo bacio che non era mai stato a stampo ma mutato, nato direttamente dalla schiusura di esse per poterne sentire a pieno il sapore. Aprendole e chiudendole, mischiandosi in un tutt'uno, si assaporavano a vicenda. Assaporando la voglia nascente, crescente, di un qualcosa di nuovo mai sperimentato prima. Incuriositi da quel momento stavano scoprendo nuove sensazioni, fisiche e mentali.
Come una forza magnetica dalla forte attrazione, le sue virili mani si mossero da sole verso i glutei che aveva sotto il cavallo dei pantaloni. A palmi aperti gli tastava le natiche ascoltando sublimi i suoi gemiti all'interno della bocca, in quell'infinito bacio. Piegava le dita, le stringeva per poi lasciare la prese, le palpeggiava come se fosse una cosa mai sentita fino ad ora. Aveva le mani piene della sua carne. Tonde, sode e alte gli stavano provocando un innato piacere amplificato dai pizzicotti, dalle dita strofinate ripetutamente sui capezzoli dall'altro. Da essi trascinò le mani verso il suo viso. Sotto i polpastrelli percepiva la corta barba che gli provocava una sensazione nuova a contatto con il proprio viso contornato anch'esso dalla rossa barba. I peli si sfioravano e si sentivano a vicenda. Incontrollate, smaniose di poter esaminare ogni centimetro del suo corpo, le mani passarono a sentirgli anche il collo. «Oh sì... stringi!» Parlando tra i baci gli disse mentre era sotto di lui. Sussurrate sulle labbra uscirono perverse quelle parole. Piene di desiderio e lussuria! Prima una, poi l'altra, sentiva la presa sul suo collo stringersi sempre di più aumentando la raffica di ormoni già al culmine della potenza massima. Completamente annichilito da tali sensazioni, annientato dai venti di burrasca ormonali e di pura voglia, muoveva il bacino facendogli capire il suo forte desiderio. Preso da un ingestibile raptus si sollevò tenendolo stretto a sé, poggiò lui di schiena stavolta mettendosi sopra invertendo le posizioni. Senza un attimo di tregua, sudato, eccitato da questo turbinio di nuove emozioni riprese con quello che voleva. Che volevano entrambi!
Tra le gambe aperte di lui ora le due erezioni si ben scontravano prepotenti. Strofinandola sul corpo dell'altro, dall'attrito delle superfici, si causavano godimento. Gli stava baciando il collo con foga tra le sue grida soffocate non curante dei marchi che potevano nascere di conseguenza. Ancora una volta in cerca del proprio polo, in cerca di quel delizioso sapore, le labbra tornarono ad imbattersi.
Piegandogli il ginocchio sinistro se lo portò al bacino facendosi maggiore spazio tra le sue snelle gambe. L'altro invece afferrò l'orlo della maglia da entrambe le mani sfilandogliela, stufo di non poter sentire i suoi possenti muscoli, il calore del suo corpo bollente, il sudore della voglia! Avvertiva il suo peso addosso in modo piacevole. Era schiacciato dalla sua possanza. Totalmente sovraeccitato da muscoli mai accarezzati e sentiti a contatto con il proprio corpo in quel modo. Lasciava scorrere le unghie su quella schiena nuda marmorea trascrivendo segni di passione. Mentre si godeva quella sensazione di appagamento al collo decise di voler anch'esso testare e assaporare il corpo dell'altro. Incominciò a baciargli il collo ascoltando i gemiti di gusto che pesanti uscivano dalla sua bocca riempire la stanza. La frenesia lo spingeva a volerne sempre di più di quel corpo bronzeo! Dai baci passò ai morsi sentendo la carne scottante che divampava cristallina l'eccitazione. Gli mordeva il collo, la spalla, in un continuo crescere di lamenti di euforia. Staccandosi da lui lo afferrò da dietro la nuca invitandolo a seguire il movimento. Eretti per metà sembravan due serpenti nella fase di accoppiamento. Inarcando leggero la shiena e la testa godeva di quell'estasi provocata da quella calda bocca sul suo collo. Scendendo verso il basso iniziò a baciargli il petto indirizzato poi verso i capezzoli scoperti. Cominciando a giocarci inevitabili arrivarono intensi gemiti. Così forti che il biondo non riusciva più a fermarsi. Traeva goduria assoluta nel sentire la sua voce spezzata dal piacere!
Dopo un evidente segno di color bordeaux tra il capezzolo e il pettorale, il possente ragazzo muscoloso prese di nuovo il controllo buttandosi sopra di lui finendo a letto proprio come poco prima. L'uno sull'altro si aiutarono a vicenda a togliersi gli indumenti che ora li intralciavano risultando di troppo. Erano pronti a non tornare più indietro! A fare il passo successivo, ad oltrepassare quella linea invalicabile fino a questo punto. Travolti dalle ardenti fiamme della passione sentivano il bisogno di quella cosa nuova mai sperimentata prima d'ora. Sentivano il bisogno di essere liberi!

#MySpace
Storia un po' spicy questa. Totalmente differente dalla prima. Anche qui, come detto in precedenza, ho voluto non dare i nomi ai protagonisti. Spero non risulti tutto troppo confusionario. Spero di esser riuscito a descrivere bene le situazioni lasciando distinguere le due persone presenti nella storia. I due protagonisti. Per non essere prolisso in futuro non specificherò più questa cosa, tanto ormai lo avete capito, haha.
Che ne pensate comunque di questa nuova atmosfera, di questo nuovo mood?

Spero tanto che la storia vi sia piaciuta. Fatemelo sapere con un voto ed un commento, è importante per me.

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